6 novembre 2024

Sofonisba Anguissola e Cremona dimostrano che non sempre i vinti della storia sono i vinti nella vita: parola di Flavio Caroli

Per chi ha imparato a conoscere Flavio Caroli attraverso le sue lectio magistralis è impossibile non rimare colpiti dalla semplicità con cui diffonde sapere attraverso la sua innata capacità divulgativa. Niente fronzoli nella sua ars oratoria, solo semplice conoscenza della storia dell’arte di cui è immenso conoscitore e visione della realtà attraverso la grande sensibilità di uno sguardo che nulla lascia alla casualità. Flavio Caroli ama Cremona, la ama e la studia da sempre e Cremona ama Flavio Caroli, lo hanno sottolineato più volte anche Gian Domenico Auricchio, Presidente della Camera di Commercio di Cremona e Rodolfo Bona, Assessore alla cultura del Comune di Cremona che hanno fatto gli onori di casa.

Entrare in contatto con il mondo del Professor Caroli significa entrare in contatto con una narrazione ricca di testimoni silenti ed immagini capaci di provocare grandi emozioni, in cui i vinti nella vita non sono sempre quelli che la storia ha voluto decidere: questa potrebbe essere la sintesi dell’incontro in Sala Maffei, presso la Camera di Commercio di Cremona.

L’ultimo libro del professore, L’altra storia dell’arte. I vinti vincitori è un vero e proprio capolavoro. Un’opera unica in cui l’autore, come abbiamo avuto modo di approfondire anche nelle nostre precedenti interviste, sintetizza lo studio di un’intera vita, in cui cambia punto di osservazione e consegna a noi lettori una nuova visione della storia dell’arte: propone un’analisi molto colta ed una lettura molto originale di quegli artisti che in vita non hanno avuto riscontri da Lorenzo Lotto, Giuseppe Maria Crespi o Filippo de Pisis, incompresi dai contemporanei o dalla critica dell’arte, di centri come la Mantova del Rinascimento o la Milano del primo Ottocento, messi in ombra da realtà che erano concepite come più legate ai canoni dettati dalla moda del periodo, o altre vicende di grandi mecenate come i Medici o i Farnese.

Non possiamo non citare una delle grandi passioni del Professore, di cui fu scopritore: Sofonisba Anguissola, a cui dedica un importante capitolo “Il Cinquecento a Cremona”.

Tra le righe racconta di come Sofonisba e Cremona furono molto “vinte” in passato, poi, nei tempi moderni, parecchio vincitrici. L’autore descrive una Cremona deposta nella sua pianura placida e conservatrice ma, parlando d’arte, tratteggia sullo sfondo l’ombra remota delle piazze, il silenzio dei vicoli antichi, le trattorie sul fiume e le teorie solenni dei platani. Arriviamo in seguito ai monumenti della civiltà lombarda dal Duomo romanico, alle altissime testimonianze musicali culminate in Monteverdi e nella bottega di Stradivari, per raggiungere l’epoca gloriosa nell’arte cremonese con, appunto, il Cinquecento.

Già nel libro Sofonisba Anguissola e le sue sorelle, Mondadori 1987, Caroli provoca il lettore con una domanda retorica: può essere un caso che Roberto Longhi, storico dell’arte e critico d’arte italiana di cui fu allievo, abbia visto nel Fanciullo morso da un granchio di Sofonisba un esempio precoce della rappresentazione di movenze psico-fisiche che sfocerà nel Fanciullo morso da un ramarro di Caravaggio? Come scrive Flavio Caroli, il quadro indiziario è, insomma, chiaro e pertinente.

L’autore possiede la straordinaria capacità di inserire l’arte nella sua vita, non come un qualcosa di astratto ma diventa un tutt’uno con essa. Attraverso le sue pagine, scritte nella forma del dialogo tra allievo e professore, ci consegna due importanti insegnamenti. Il primo è che un’opera d’arte non ha mai solo ed unicamente il significato che le si è voluto attribuire ma possiede anche quello sguardo, quella visione scaturita dal connubio tra la nostra esperienza di vita e la nostra cultura. In questo libro, infatti, il Professor Caroli racconta di come artisti ed opere apparentemente vinti abbiano, in realtà, potuto comunque portare avanti la loro versione e creare idee tali da influenzare il futuro. Il secondo, è che, probabilmente, in gioventù è opportuno attraversare la fase da vinti per lottare per diventare vincitori ed attraverso questa battaglia per non retrocedere si assapora la vita.

Gli occhi sono alleati straordinari ma non sono sufficienti per vedere: serve scrutare con l’occhio della mente, serve il cuore per avere una visione più ampia, serve umiltà per ammettere che guardare è facile ma osservare e cogliere l’essenza del vedere è un’arte.

Di seguito nel video un approfondimento e un’intervista in esclusiva per noi con il Professor Flavio Caroli

Beatrice Ponzoni


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commenti


Jim Graziano Maglia

7 novembre 2024 11:56

...E non sempre......(parafrasando il tuo titolo/commento unitamente a Beatrice Ponzoni)...i migliori da un punto di vista storico-artistico..non sono sempre riconosciuti tali. Grazie M.o Flavio per la tua illuminante quanto altamente formativa tua "lectio" di cui la sempre brava Beatrice Ponzoni qui ne riporta il "profumo" pittorico inebriante della pomeridiana alla Camera Comm.di Cr.,ieri 6 u.s (purtroppo ero assente) Grazie e ancora grazie.La tua Mente e la tua Arte sono fari illuminanti in questi nostri giorni assai problematici ..Ma lo saranno anche per tutte quelle generazioni future che ti leggeranno ed eleggeranno come un vero Tesoro di Arte e di Vita. Grazie anche a Cremona Sera per la pubblicazione. Un caro saluto.