Tutti sul palco per il concerto di Dego e Leonardi. La musicista in simbiosi con il suo violino regala emozioni
"Non ho memoria di me senza violino". Aveva detto tempo fa in una intervista Francesca Dego quando raccontava di aver iniziato a suonare a 4 anni. E sentirla suonare mercoledì sera sul palcoscenico del Ponchielli sembra davvero sia una cosa sola con il suo strumento. Un insieme di eleganza e potenza, dolcezza e virtuosismo. "E' l'intelligenza del tocco" ha suggerito come titolo una musicista venuta a sentirla. Insieme alla Dego la pianista Francesca Leonardi che da dodici anni formano un duo affiatato in maniera straordinaria con classe e stile e una alchimia musicale che li ha portati sui palcoscenici di tutto il mondo.
"Il concerto non lo fa solo il musicista, ma lui e il pubblico insieme" ha detto la Dego. Ebbene, mai come in questo caso questa sensazione l'abbiamo avuta tutti. Niente platea, palchetti o gallerie, tutti sul grande palcoscenico attorno alle due musiciste e come sfondo il magnifico ovale del teatro con le luci soffuse. Il palcoscenico come fosse un auditorium. Poi il concerto. Dapprima la "Sonata in la maggiore per violino e pianoforte" del compositore belga César Franck in cui il pianoforte della bravissima Leonardi sembrava quasi predominare sul violino della Dego. Poi la magnifica "Seconda Sonata in mi minore" di Ferruccio Busoni e l'esplosione della bravura della Dego nella parafrasi di Mario Castelnuovo-Tedesco della Cavatina "Largo al factotum" dal Barbiere di Siviglia in cui il violino diventava Figaro e si sostituiva al baritono in un crescendo di difficoltà e virtuosismo. Poi i bis con la Bagatella di Busoni e poi con la struggente Méditation de Thais di Jules Massenet a chiudere una serata di emozioni e di musica.
Le foto a scorrimento sono di Gianpaolo Guarneri/FotoB12
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