25 febbraio 2022

Ucraina, appello di Caritas per aiuti immediati. La testimonianza di don Tibaldini, parroco di Vailate, impegnato dal 1992 in progetti di sostegno

«In questo momento difficile, c’è un grande bisogno di unità, sostegno, abbiamo bisogno di sentire che non siamo soli». Don Vyacheslav Grynevych, direttore della Caritas-Spes Ucraina, dopo il precipitare degli eventi e l’attacco da parte della Russia rilancia con forza un appello alla solidarietà. Una situazione drammatica che avrà ripercussioni non solo militari. Molti civili sono e saranno infatti sempre più coinvolti nei bombardamenti che stanno colpendo diverse città del Paese. C’è inoltre molta preoccupazione per l’enorme numero di profughi che sta cercando di lasciare le proprie città e le proprie case, per trovare riparo in altre zone dell’Ucraina o nei Paesi confinanti. Le notizie e le immagini raccontano di enormi colonne di cittadini in fuga con le loro auto dalle principali città, inclusa la capitale Kiev.

Caritas in Ucraina – grazie anche al sostegno della rete internazionale – è sempre rimasta accanto alla popolazione e ora sta moltiplicando gli sforzi per poter raggiungere quante più persone possibili. «Vi chiediamo di starci vicino con la solidarietà e la preghiera», ha detto Tetiana Stawnychy,  Presidente di Caritas Ucraina, assicurando che al momento tutti gli operatori della Caritas sono illesi e si stanno prodigando per far fronte all’emergenza.

I 19 centri presenti su tutto il territorio – una rete capillare tramite la quale la Caritas dal 2014 ha aiutato 826.500 persone, assistendole nei loro bisogni primari – hanno ora più che mai necessità di rifornimenti e attrezzature per rispondere all’attuale emergenza. In particolare servono: generi alimentari, prodotti per l’igiene e medicinali. Resta prioritaria anche la fornitura di acqua potabile, così come la distribuzione di materiale per garantire il riparo e il riscaldamento delle famiglie, considerate le rigide temperature invernali.  Accanto a Caritas Ucraina si sta attivando tutta la rete delle Caritas europee, in particolare le Caritas dei paesi limitrofi – Polonia, Romania e Moldavia – per accogliere tutti coloro, probabilmente migliaia di persone, in fuga dalla guerra.

Anche Caritas Cremonese, come Caritas Italiana, esprime la propria solidarietà alla Caritas in Ucraina e alla popolazione tutta, attivandosi per fornire gli aiuti necessari per rispondere ai bisogni più urgenti e ha avviato una raccolta fondi per sostenere gli interventi di assistenza umanitaria ed emergenziale. Un appello che Caritas Cremonese rilancia sul proprio sito internet attraverso la testimonianza di don Natalino Tibaldini, parroco di Vailate, impegnato dal 1992 in progetti di aiuto alla popolazione ucraina, che in questi giorni sta seguendo con assoluta preoccupazione ciò che sta avvenendo. «La situazione è drammatica – conferma il sacerdote –. In queste ore ho sentito molte persone in Ucraina: alcune sono in fuga, altre stanno nei rifugi per proteggersi dai bombardamenti. Sono disperate». E prosegue: «Ho già sentito anche le suore canossiane con cui collaboriamo. Loro sono a Vinnytsia e hanno deciso di rimanere, perché sono un punto di riferimento, una speranza per tanta gente».

Molte sono le famiglie che hanno contattato al telefono don Tibaldini. «Quelli che hanno la macchina stanno provando a fuggire in Moldavia o al confine polacco – racconta –. Anche Vinnytsia sta subendo bombardamenti notturni. Quelli che rimangono stanno cercando rifugi per proteggersi».

La situazione della guerra si somma ad una situazione già di difficoltà. «Ci sono molte famiglie che erano già in uno stato di povertà, con stipendi da fame e condizioni difficili – prosegue don Tibaldini –. Tante vivono grazie ai soldi che componenti della famiglia che lavorano all’estero, spesso badanti, mandano a casa. Questa guerra non fa che peggiorare le cose».

La mente, anche e soprattutto in questo momento, va poi all’asilo costruito in una cittadina a 80 chilometri da Vinnytsia proprio grazie ai progetti coordinati dal parroco di Vailate e al sostegno di tanti nella nostra diocesi. «Lo hanno utilizzato per il Grest nel 2020 – dice –. Aspettavano noi per l’inaugurazione ufficiale, poi c’è stata la pandemia, ora la guerra che colpisce pesantemente anche quei bambini e quei ragazzi…».

L’appello è per una risoluzione di pace e un immediato stop alle armi. «Continuerò a tenermi in contatto con le suore e le famiglie – conclude don Tibaldini intervistato sul sito internet di Caritas Cremonese –. Appena si potrà partiremo per continuare ad aiutare questa povera gente».

In ogni momento è possibile dare il proprio contributo per i progetti della Caritas diocesana e italiana a sostegno della popolazione ucraina. (www.diocesidicremona.it)

Come sostenere la popolazione ucraina

Attraverso la Fondazione San Facio:

  • Conto Corrente Bancario
    Banca di Piacenza – via Dante 126 – 26100 Cremona
    IBAN: IT 57 H 05156 11400 CC0540005161
  • Conto Corrente Postale
    n. 68 411 503

La donazione alla Fondazione San Facio è deducibile se fatta con bonifico, assegno o versamento postale.

Presso gli Uffici di Caritas Cremonese o sul conto corrente bancario

  • IBAN: IT 74 E 03069 11400 100000061305


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