4 agosto 2024

Un grande gregge affolla lo spiaggione sul Po tra Pieve d'Olmi e Stagno Lombardo. Quei pastori dalla bergamasca e dal Trentino (che parlavano lo "slambròt)

Le magnifiche foto di Paolo Panni mostrano questa visione certo non usuale lungo il grande fiume. Si tratta di un grande gregge sullo spiaggione del Po tra Pieve d'Olmi e Stagno Lombardo. Nei mesi scorsi ne abbiamo fotografato lungo la via Mantova, poco lontano dal casello dell'autostrada o lungo la Giuseppina vicino a Sospiro. In genere è una vista autunnale. Da sempre infatti le campagne di Cremona e di Mantova in autunno vedono arrivare greggi di pecore nei campi. Sono i pastori che con cani, asini e cavalli, lasciano le montagne con i primi freddi e la prima neve per la pianura dove c'è ancora erba fresca nei prati. Il Trentino o la bergamasca è la loro provenienza.

«Veniamo dalla bergamasca. Siamo una delle sei greggi che in autunno scendono in questo territorio. Noi per esempio ci muoviamo tra Cingia de’ Botti e Spinadesco, passando da Pugnolo, Pieve san Giacomo, Sospiro e poi verso la città», ci dichiarò un pastore lo scorso autunno. Oggi gli animali sono allevati per la produzione di carne, mentre latte e lana non sono più fonte di reddito: «Le nostre sono pecore di razza bergamasca. La produzione di lana oggi non è più di interesse, non ha valore economico. Naturalmente una volta all’anno dobbiamo per forza tosare le pecore, per dare loro sollievo, ma la lana non viene più venduta in quanto la sua lavorazione è troppo costosa, quindi la dobbiamo smaltire come rifiuto». 

Come ricordano i nostri nonni molti di questi pastori arrivavano tanti anni fa dalla zona compresa tra Folgaria e Lavarone, spesso da San Sebastiano paese della pastorizia. I pastori del posto parlavano fino a qualche anno fa uno strano dialetto, un misto tra la lingua tedesca e quella cimbra tipica di queste zone. Sapete come chiamavano il loro dialetto misto di tedesco antico e lingua cimbra? “Slambròt”! Il nostro termine cremonese “slambròt”  secondo la nostra tradizione vuol dire invece – come recita il dizionario del professor Taglietti – una cosa mal riuscita o una persona confusionaria . E da lì deriva "slambrutàada" per cosa mal fatta e detta e "slambrutòon" per sudicione, sbrodolone.

Ebbene sapete perchè il dialetto di quella zona del Trentino si chiama “slambròt”? Perchè è un insieme strana tra cimbro e tedesco e deriva da una parola che vuol dire pane inzuppato e sporco, come forse mangiavano i pastori. Il Peri nel suo dizionario del dialetto cremonese (1847) diceva che la parola “slambròtt” era il cibo mal condito e deriverebbe da “broda che propriamente è il superfluo della minestra”. Esattamente come lo "slambròt" dei pastori di San Sebastiano. Insomma una zuppa o una "panada" dei nostri nonni.

E' davvero possibile che quel termine, slambròt, ce lo abbiano proprio portato i pastori dell'altopiano di Lavarone venendo quaggiù con le loro pecore. 

Le fotografie sono di Paolo Panni, Eremita del Po

M.P.


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