27 novembre 2022

Una straordinaria foto dagli archivi dello storico svizzero Jakob: quando la Loggia dei Militi aveva la Scala dei Lupi

“Erano in tre o in quattro” è la battuta da film con la quale si colloca una quarta persona in una sorta di dimenticatoio, quasi come a voler dire che, se le prime tre contano nel racconto, la quarta, anche se fosse stata presente, non era oggetto d'interesse.

In un angolo di piazza del Duomo un edificio sembra quella quarta persona, è la stupenda struttura della Loggia dei Militi, quasi schiacciata tra la maestosità del Duomo con il Torrazzo, palazzo Comunale e del Battistero.

Jakob Burckhardt aveva un neutrale passaporto svizzero e osservava piazza del Duomo in un giorno prima ancora che l'Italia si venisse a formare, siamo nel 1846 e Jakob, che non aveva ancora 30 anni, arriva in Italia per portare avanti i suoi studi sulla storia di quel Rinascimento che partiva con i grandi cambiamenti delle strutture architettoniche. Due anni nel Belpaese per colui che è considerato oggi uno dei massimi storici del XIX secolo non solo in Svizzera, ma a livello mondiale, due anni in Italia in attesa che arrivi quel 1848 dove succede di tutto e di più.

In quei due anni Jakob vede e studia, passa da Cremona e si ferma ad osservare la città, capisce diverse cose tra le chiese e i palazzi, appunta e porta nella sua testa immagini che gli serviranno per il suo lavoro. Passano 10 anni e, poco prima del 1860, Jakob torna in Italia, la sua carriera sta partendo e vuole ritornare sui suoi passi per sviluppare quelle immagini che aveva visto un paio di lustri prima.

La mattina in piazza del Duomo sembra soleggiata, ci deve essere un mercato perché i carretti con il fieno sono in bella vista per eventuali acquirenti, Jakob si concentra sulla struttura e sulla storia della piazza e fa la prima foto. E' una foto classica, quasi tradizionale da turista di passaggio, il Battistero e un angolo del Duomo ma, un attimo, dall'altra parte c'è palazzo Comunale con la Loggia dei Militi due piccole perle della storia dell'arte, Jakob sposta un po' la macchina e, in una sola immagine, fa un favore enorme alle future generazioni di cremonesi. Perché?

Perché in quel fotogramma compare una rarità, un particolare dimenticato da tutti e, di solito, osservabile solo attraverso disegni senza l'ausilio di immagini. La Loggia dei Militi venne costruita nel 1292 come struttura volta ad ospitare le milizie cittadine, posta in posizione strategica di fianco a Comune ha una incredibile storia da raccontare; ai tempi vi era dipinto il gonfalone cittadino, ovvero lo stendardo centrale rappresentato da una croce bianca su sfondo rosso e i simboli delle quattro porte cittadine, che non sono quelle idealizzate come tali in tempi odierni. Le quattro porte storiche avevano in comune il leone, leone di colore differente su sfondo di altro colore. Nella Loggia si potevano ammirare i simboli di Porta Ariberti, con il leone dorato in mezzo al campo azzurro, mentre Porta San Lorenzo proponeva il leone bianco in campo rosso, il leone era azzurro su sfondo oro per Porta Pertusio e infine porta Porta Natali, con il suo felino rosso in campo bianco.

La Loggia seguiva lo stupendo stile del gotico con mattoni che si trova in quasi tutta la piazza e, con il passare dei secoli, è riuscita a sfuggire anche all'abbattimento proprio perché, pur quasi incastonata in un angolo, ha sempre dato una connotazione di completezza e continuità alla piazza. Jakob queste cose le sapeva meglio di molti cremonesi e, quel giorno del mercato, chiude l'otturatore della macchina immortalando anche la Loggia con quella “scala dei lupi” appoggiata nella odierna via Gonfalonieri che, con un buon grado di certezza, i cremonesi fino ad oggi hanno potuto vedere solo tramite disegni. Già, la scala dei lupi, ovvero quella struttura che portava al secondo piano della Loggia dove i Giureconsulti avevano la loro sede, quel passaggio di persone con toghe nere, a volte accompagnati dagli esattori delle tasse, che i cittadini vedevano come un branco di famelici predatori.

Sotto la sede dei Giureconsulti lo spazio veniva affittato per attività commerciali, con il passare degli anni la Loggia, durante la dominazione austriaca, sarà anche sede di una scuola femminile, mentre al suo fianco l'albergo “La Colombina” ospitava regnanti, personalità di rango e altri turisti. Jakob lascerà un ricordo visivo di quella “scala dei lupi”, l'immagine è una rarità storica dato che, già tra il 1865 e il 1870 verrà abbattuta perché pericolante. Al suo posto comparirà una porta d'accesso alla sede dell'Argine Dugali, con una scritta su sfondo bianco che verrà immortalata da alcune immagini compresa quella dell'architetto tedesco Stiehl pochi anni dopo il 1880. Oggi, dopo vari cambiamenti che hanno portato all'interno della Loggia la statua del simbolo cittadino sostenuto dai due Ercoli come leggendari fondatori della città di Cremona, la Loggia sembra dimenticata, con il guano che domina l'interno e spesso ricopre la storica statua che, invece di richiamare la storia di una città, sembra richiamare l'attenzione dei volatili. Jakob, quel giorno a Cremona prima ancora che l'Italia diventasse lo Stato unitario conosciuto oggi, aveva visto in quel angolo un particolare storico ed artistico da studiare e da riportare nelle sue opere dedicate alla storia italiana.

Marco Bragazzi


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commenti


Roberto Regonelli

27 novembre 2022 10:30

È stata una meraviglia per me conoscere, come la Loggia fosse in origine. Era bellissima.
Mi chiedo se posso possibile riprestinsre il manufatto, come era in origine, per poter essere fruito dalla comunità, invece di lasciarlo nelle condizioni attuali, come riparo dei piccioni. Attualmente si passa indifferenti sotto la loggia, mentre può costituire un angolo bellissimo, per arricchire la piazza stessa, come lo era secoli fa.
Se dopo la guerra sono stati ricomposti opere d'arte, piazze,chiese e palazzi, mi chiedo se sia possibile fare la medesima cosa, per la loggia.

michele de crecchio

27 novembre 2022 23:36

Non so quasi niente di pittura cremonese e. di conseguenza, quanto di seguito ricorderò non sarà purtroppo dettagliato, come sarebbe stato opportuno. Ricordo però molto bene che il compianto Alfredo Puerari, scegliendo, credo nei primi anni sessanta, i soggetti per quella straordinaria serie di manifesti a colori che l'Ente Provinciale Turismo, da lui allora presieduto, fece stampare per celebrare le bellezze di Cremona, ne dedicò uno proprio ad un dettaglio di un importante affresco cremonese, dettaglio raffigurante in particolare, e con evidente malizia, anche le dita adunche e ben unghiate degli esattori delle tasse, per accedere all'ufficio dei quali, si doveva salire proprio la scala detta "dei lupi", oggi da tempo scomparsa (la scala, non certo le tasse...)!
Quanto alla proposta di Regonelli, temo che non sia facile rispondere. Per quanto ne so, infatti, nel solo ottocento, il piano terreno (credo già "tamponato" da secoli) fu, almeno per quanto riguarda l'aspetto esterno, riformato ben due volte (dapprima in stile neoclassico, forse a cura del Voghera, e poi in stile neogotico a cura del Marchetti). Nel novecento, la mania allora dominante di riportare i monumenti ad uno stato originale (spesso neppure documentato e, per lo più, frutto solamente della fantasia dei "restauratori"), creò l'attuale non soddisfacente "vuoto" che, come personalmente temo, la caotica situazione della cultura architettonica contemporanea non consentirà tanto presto di decorosamente riempire, se non con opere effimere e solo per brevi periodi.