Unione a tre (Cremona-Mantova-Pavia) delle Camere di Commercio, Pavia non vuole saperne e cerca un accordo con Lodi (che è con Milano)
Nonostante tutti i ricorsi siano stati bocciati, Pavia non ci sta ad unirsi alla "strana" nuova Camera di Commercio con Cremona e Mantova. Ci stanno provando le istitutioni pavesi e le associazioni di categoria. L'ultima idea in campo è quella pur di non unirsi con Cremona e Mantova, pare essere quella che porta ad un nuovo soggetto camerale con Lodi ma il percorso sembra alquanto difficile in quanto si tratterebbe di scomporre la Camera di Commercio già esistente che comprende Milano e Lodi. L'unione a tre, da sempre osteggiata dai pavesi, val bene un nuovo tentativo, così il 28 marzo in Regione l'assessore allo Sviluppo Economico Guido Guidesi ha convocato i tre commissari delle tre Camere in via discioglimento: Gian Domenico Auricchio per Cremona, Carlo Zanetti per Mantova e Giovanni Merlino per Pavia. La scorsa settimana Guidesi è stato in visita a Pavia e dai presidenti e dai direttori delle associazioni di categoria (Assolombarda, Ascom, Confartigianato, Cna, Coldiretti, Confagricoltura) ha avuto l'ennesimo no alla unione a tre.
Difficile però possa verificarsi lo scorporo Milano-Lodi anche perchè molte associazioni di categoria hanno lasciato Lodi per Milano. Infatti come scrive "La Provincia Pavese" lo stesso assessore Guidesi, pur ribadendo tutti i suoi dubbi sull’unione a tre Pavia-Cremona-Mantova, ha chiarito che l’alternativa Lodi è molto difficile da realizzare, e che comunque la Regione non ha competenza sugli accorpamenti delle Camere di commercio previsti dalla riforma partita nel 2016 e voluta dalla stessa Unioncamere (c’è però da ricordare che al ministero dello Sviluppo siede Giancarlo Giorgetti, leghista come Guidesi e come il presidente della Regione, Attilio Fontana).
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