13 giugno 2021

Quella chiesa di San Gallo (angolo via XX settembre) che dava il nome al quartiere, i Magio, i quadri e la testa mozzata di Cabrino Fondulo

Anni fa esisteva a Cremona l’Osteria di San Gallo rinominata in seguito Osteria Degli Archi. Si trova presso l’edificio ad angolo tra le attuali vie XX Settembre e Vicolo San Gallo.

Il vicolo San Gallo appare come una via corta e senza alcuna peculiarità ma in epoca antichissima ospitava una Chiesa della quale si vedono tutt'oggi i contrafforti su Via Ceresole. Tale Chiesa fu denominata San Gallo e per secoli fu una Vicinia importante ed una denominazione per identificare un’ intera zona della città, il SANGALLO.

Basti pensare che dopo il 1550 per circa 400 anni l’attuale Via XX Settembre era per intero Contrada di San Gallo. L’ubicazione della Chiesa che risale al 1100 non è casuale, ma studiata per via di una "sella" geomorfologica che consentiva in epoca romana di restare al di sopra delle zone basse occupate dalle esondazioni non regimentate del Padus.

Lo si desume dalle pendenze di Via Ceresole e dalla mappa di Campi che segna con una linea puntiforme il vecchio alveo del fiume e che lo fa passare esattamente a lato della Chiesa stessa in epoca antica.Voglio pensare che mille anni dopo il Castrum romano, il Padus fosse già in ritirata di almeno mille metri rispetto a Via Platina, quindi fuori da Porta Mosa. Si può immaginare che prima del mille, il luogo fosse quindi uno sperone che dominava la sottostante valle del Po, ora occupata dal tridente di Via XX Settembre, Via Bonomelli e Via 11 Febbraio.

Fra i riferimenti scritti

-Astegiano Lorenzo, che cita un Borgo di S. Gallo risalente al 1154.

Dallo studio di testi e articoli emerge che la Chiesa si lega ben presto alla potente famiglia che abitava la zona, i Magio. Qui viene seppellito nel 1279 Oldofredo Magio, legato a Federico II di Svevia. Palazzo Magio Grasselli (ubicato all'attuale numero 37 di Via XX Settembre), diventa il sontuoso palazzo e giardino di famiglia , al punto che nel 1583 il Campi raffigura almeno 3 nomi della stessa famiglia nella stessa contrada San Gallo: Paolo, Ludovico e Massimiliano Madij.

In ambito pittorico

Nel 1507 Nicolò Magio commissiona a Marco Marziale la Madonna con Bambino in trono tra Santi fra cui troviamo San Gallo. Tale dipinto resta nella Chiesa omonima per secoli e viene poi venduto al Victoria & Albert museum di Londra. Nella Chiesa vi erano anche opere di Bernardino Campi e , dice il Grasselli, persino un dipinto di Alessandro Pampurino del 1496. Gian Angelo Borroni dipinse un S. Andrea che verrà in seguito esposto al suo interno.

Il legame tra la chiesa e i Magio è intuibile, per la descrizione fatta da Gian Battista Zaist che racconta come il pittore Giuseppe Natali dipinse alcune stanze del palazzo del marchese Camillo Magio, nella Contrada Grande di San Gallo in Cremona nel 1700.

Fra le curiosità

La Vicinia di San Gallo durante la visita pastorale di Speciano nel 1599 viene descritta come parrocchia di 500 anime di cui 300 di età da Comunione. Non distante da lì, in una zona identificabile ora con il Palazzo sede Aci , vi era il Cristo Crocefisso un oratorio che ospitava la Confraternita dei Penitenti fino alla fine del 1700. Ubicato al civico 2105 e 2106 del catasto Teresiano nella Contrada San Gallo, dal 1625 (cit.Bresciani).

Sempre nel 1700 la Contrada San Gallo è culla di Giambattista Biffi, illuminista cremonese. In alcuni suoi piccoli racconti fantastici detti Stricche, cita il San Gallo come luogo di apparizione di spiriti e animali .

La Chiesa fu chiusa dopo le riforme di Maria Teresa d'Austria e fu trasformata nel 1810 in abitazione. Nel 1813 la Contrada di San Gallo fu selciata e rialzata. Nel 1904 trasformata in Magazzeno.

Il racconto più misterioso del San Gallo che personalmente ho immaginato, è emerso dopo aver letto uno scritto che accenna ad un certo Fiammeno. Bisogna immergersi in un’ atmosfera medioevale e nel terrore causato dalla tirannia di Cabrino Fondulo. Nel 1425, precisamente il giorno 12 febbraio, Cabrino ex tiranno di Cremona, venne decapitato a Milano. Il corpo fu restituito alla famiglia a Cremona e , cita il Fiammeno: "depose le spoglie di Cabrino a Cremona in un avello marmoreo appo la porta del Duomo verso San Gallo".

Verso San Gallo! Seppellito quindi dietro le absidi! verso Largo Boccaccino. “Appo” : accanto. Accanto alla Porta dietro le absidi, probabilmente, quella che usavano i canonici per passare dalla Cattedrale al vecchio palazzo vescovile! Il cremonese Vincenzo Lancetti ( 1766-1851) in un suo scritto del 1827 afferma una cosa curiosa:

“Il succitato Fiammeni fu il solo degli storici cremonesi il quale asserisce che i parenti di Cabrino fecero trasportarne il cadavere in Cremona, e il seppellirono in un avello marmoreo appo la porta del Duomo verso San Gallo. Il tempo, che ogni cosa dispone, la verità di questa notizia ha ultimamente resa manifesta, imperrocchè scavandosi ,or sono trenta anni allo incirca , i fondamenti del nuovo palazzo vescovile , monumento grandioso della magnificenza e liberalità di monsignor vescovo conte Omobono Offredi, quando lo scavo fu giunto precisamente nella vicinanza della Canonica, in quella parte che sta rimpetto alla ampia via di San Gallo ( dove parimente hassi accesso nel Duomo ) un deposito di marmo si ritrovò , entro il quale videsi contenuto un cadavere di uomo , ormai consunto, al quale mancava la testa .Mille testimoni viventi esistono tuttora che andarono ad esaminarlo , ed io fui del numero,benchè allora a nessuno sovvenisse la notizia sovraccitata , come sovenne dipoi".

Questo testo mi portò ad essere così incuriosito da fare un sopralluogo. Passando da Largo Boccaccino e guardando le absidi rimaneggiate vidi la porticina murata, presi Via Ceresole fino alla ex Chiesa del San Gallo e mentre osservavo i contrafforti , mi girai vedendo un Palazzo rosso con targa in ottone e scritta PALAZZO FONDULO, mi si gelò il sangue.

Corso a casa, presi la Mappa di Campi e guardai palpitante la zona , la contrada, la chiesa ...e accanto al palazzo, la scritta di Campi del 1583 : IULIUS FONDULUS. Niente può dimostrare che ci siano effettivi riferimenti storici che legano le scritte al corpo del Tiranno Cabrino decapitato, ma mi piace pensare che la passione e lo studio di testi e mappe possano creare ricostruzioni curiose della storia effettivamente accaduta a San Gallo.

 

 

 

 

 

 

Maurizio Mollica


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commenti


Adolfo Pinoni

14 giugno 2021 07:14

Non credo che la foto sia riferita alla chiesa, penso piuttosto che sia dal lato opposto. Una volta la via si chiamava Via Isidoro Bianchi e poi fu cambiata negli anni (forse 70) Dico ciò perché nella ex chiesa c'era il laboratorio di falegnameria di mio nonno. Ricordo ancora l'entrata, e le scale che scendevano e i finestroni ampi, per metà sotto il livello stradale. Dalla parte indicata nella foto, c'era il negozio di mobili "Palanca” dislocato in vari ambienti con ingresso in via XX Settembre dove ora c'e "l'osteria degli archi". Questo negli anni 50 e 60.