8 marzo 2023

8 marzo, l'agricoltura è sempre più donna

In Italia quasi tre imprese agricole su dieci (la percentuale, a livello nazionale, è del 28%) sono guidate da donne. Sono infatti oltre 202mila, nel nostro Paese, le aziende agricole condotte da imprenditrici. Con questi numeri, l’agricoltura entra a sorpresa fra i primi cinque settori con più alto tasso di femminilizzazione, secondo la classifica stilata dall'Osservatorio per l'imprenditorialita femminile di Unioncamere e InfoCamere. Gli altri settori, in questa virtuosa “top five”, sono: servizi vari, sanità, istruzione e alloggio/ristorazione.

Non sono cifre, e non è un fatto, da poco. Nel mondo agricolo, che a lungo è stato a guida maschile - anche se nelle campagne il ruolo delle donne è stato sempre e comunque fondamentale, sicuramente indispensabile - oggi si registra una presenza di imprenditrici agricole più significativa di anno in anno, in termini di numeri ma anche di qualità delle proposte.

La presenza delle donne è cresciuta soprattutto nelle nuove attività di educazione alimentare ed ambientale, con le scuole, gli agriasili, le fattorie didattiche, i percorsi rurali di pet-therapy, gli orti didattici, ma anche nell’agricoltura di precisione e a basso impatto ambientale fino nella presenza nei mercati di vendita diretta di Campagna Amica, oltre che nell’agriturismo. Le donne che hanno scelto l’agricoltura dimostrano capacità di coniugare la sfida con il mercato e il rispetto dell’ambiente, la tutela della qualità della vita, l’attenzione al sociale, a contatto con la natura assieme alla valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità.

Grazie alle grandi opportunità offerte dall’agricoltura multifunzionale attenta al sociale, all’ambiente e ai cittadini, aumenta il numero delle donne ai vertici delle aziende agricole, con l’offerta di prodotti e servizi innovativi alla collettività. In questo importante percorso, credo che l’associazione a cui appartengo, la Coldiretti, abbia fatto molto, nella convinzione che difendere e valorizzare il patrimonio di esperienze femminili significhi sostenere economia, lavoro e territorio.  

Trovo giusto sottolineare il fatto che, secondo numerose recenti analisi, le imprese agricole femminili hanno resistito meglio alla crisi da pandemia. Le donne hanno saputo reggere con coraggio l’impatto della crisi, puntando su armi quali l’inventiva, la diversificazione e l’innovazione. La particolare resistenza delle imprese agricole femminili ha ragioni speciali, che si fondano sulla capacità di visione e voglia di riscatto che da sempre caratterizzano le donne in agricoltura. Le imprenditrici agricole hanno creato e inventato soluzioni nuove nella produzione, nei canali di vendita e nella comunicazione per rispondere alla crisi causata dal Covid e sapranno fare altrettanto anche per reagire agli effetti devastanti che la guerra sta producendo, anche rispetto al settore agricolo. La risposta, a mio avviso, è nella declinazione creativa delle possibilità aperte dalla multifunzionalità del settore agricolo: l’attenzione alla sostenibilità, soprattutto, diventa per le donne un’occasione di impresa innovativa, come per il turismo lento e sostenibile. Personalmente ritengo che le donne in agricoltura possono giocare un ruolo da protagoniste, un ruolo strategico, anche nella lotta ai cambiamenti climatici e nell’impegno per rinnovare le risorse del nostro pianeta. 

Certo i problemi e gli ostacoli che incontriamo, come donne impegnate in agricoltura, non mancano. L’imprenditoria agricola femminile ha sicuramente bisogno di maggiore tutela rispetto ad ambiti quali la maternità, la previdenza, il trattamento pensionistico. Rispetto a questi temi, e per tutto quanto riguarda il lavoro quotidiano, le imprenditrici agricole della Coldiretti trovano un importante punto di riferimento in Coldiretti Donne Impresa. Attraverso Donne Impresa, tutte le imprenditrici in agricoltura, o aspiranti tali, possono ottenere diverse informazioni su come fare impresa, realizzare i propri progetti, partecipare ad eventi formativi sempre aggiornati e conoscere come aprire strutture socialmente utili come le già citate fattorie sociali, gli agriasilo, le fattorie didattiche.

Se penso al territorio cremonese, alla nostra agricoltura nel cuore della pianura padana, mi vengono in mente tanti esempi di donne in prima linea. Tanti progetti, numerose attività, in cui il contributo delle imprenditrici agricole è irrinunciabile.

Cito un esempio, per tutti: siamo da anni in prima linea nel progetto didattico “Lo sviluppo sostenibile e l’educazione alimentare”, proposto da Coldiretti Cremona alle Scuole primarie della Provincia di Cremona, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale, con l’impegno di promuovere sani stili di vita coniugati alla sostenibilità ambientale.

La proposta rivolta alle scuole del territorio rientra nelle ore previste di Educazione Civica (undici ore annue  riguardano i temi specifici della sostenibilità, che comprendono “educazione ambientale, sviluppo ecosostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari”) e si fonda sulla collaborazione tra Coldiretti e Ministero dell’Istruzione, formalizzata nel “Protocollo per la promozione delle competenze connesse alla sostenibilità nell’alimentazione, per lo sviluppo dell’economia circolare, della green economy e dell’agricoltura di precisione e digitale”.  

Questa proposta ogni anno ci porta a dialogare con migliaia di alunni della scuola primaria. Bastino i numeri dell’edizione 2022-23, che è salpata raccogliendo l’adesione di ben 135 classi, con l’impegno di coinvolgere oltre 2200 alunni cremonesi. Consideriamo questo progetto il fiore all’occhiello dell’impegno di Coldiretti sul territorio. Perché è essenziale incontrare le nuove generazioni, dialogare con bambine e bambini sul tema della corretta alimentazione, del significato prezioso di espressioni quali “origine certa del cibo” e “rispetto della stagionalità”, della difesa del territorio e delle tradizioni, del valore del lavoro degli agricoltori che producono cibo, ma anche bellezza e benessere per l’intera comunità.  

Responsabile provinciale Coldiretti Donne Impresa Cremona

 

 

Maria Paglioli


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