Gestione degli anziani, burocrazia, istituzioni e la solitudine dei cittadini
La voce dei messaggi registrati tradisce una certa apprensione, al posto della solita pacata sicurezza – che per la mia interlocutrice è caratteristica storica – in quei messaggi sembra trasparire un sottile senso di impotenza, sentimento che ricordo di aver incrociato in lei molto raramente, nonostante i decenni di amicizia. La mia amica ha lasciato alcuni registrazioni vocali dove racconta, con tutti i limiti offerti dalle possibilità comunicative dei cellulari, una serie di problemi e tematiche riguardanti suo padre, persona anziana, e di come, a fronte di alcuni problemi di natura clinica, diventi quasi impossibile riuscire ad attivare tutto il percorso di tutela e cura nelle strutture dedicate a grandi anziani.
Quegli stessi messaggi avrei potuto lasciarli io quasi un anno fa perché, per esperienza diretta, ho vissuto per mesi quei passaggi, per lo più drammatici, che portano una persona ad osservare e a seguire, con una sorta di malcelata incapacità di confronto con la burocrazia, lo sviluppo degenerativo di una persona e di come i suoi figli – o alcuni parenti stretti - diventino l'unica possibilità per affrontare questa degenerazione cognitiva e fisica. Parliamoci chiaramente, le storie legate a problemi famigliari sono talmente tante da non avere neanche una letteratura abbastanza ampia per poter raccoglierle tutte, quasi ognuno di noi ha vissuto, in maniera personale e con sfumature differenti, quei passaggi che ti fanno sentire in minoranza, sia verso la persona che, a volte, verso alcune istituzioni. Ma la relazione con le istituzioni deve rimanere diretta e semplice, a prescindere dalla letteratura annessa. Il confronto nella gestione della terza età – con o senza problemi supplementari – nei confronti di determinate istituzioni sembra sempre più scivolare verso una sorta di oblio difficile da accettare e da digerire, le problematiche degli anziani tendono ad acuirsi in maniera fin troppo rapida, la risposta per venire incontro alle mutate esigenze degli stessi e dei parenti sembra dilatarsi sempre di più. In una società che tende sempre più ad invecchiare sembra profilarsi all'orizzonte un crescente distacco nel poter aiutare famigliari o altre persone nella gestione di una persona che, soprattutto, non sia completamente autosufficiente. I miei limiti, in quella che fu la gestione di mia madre, erano enormi, quasi insormontabili da talmente furono rapidi nella loro evoluzione; non avevo la preparazione teorica e pratica di quelle persone che, per lavoro, si occupano della cura delle persone non autosufficienti e non avevo neanche la casa di mia madre strutturalmente pronta per ospitare problematiche così delicate. Ti arrabatti come puoi, seguendo i consigli di chi segue gli anziani per professione e cercando aiuto nelle realtà – fondamentali in questi passaggi – di volontariato dedicate alla persona. Vivi la giornata dividendoti tra ciò che devi fare e ciò che puoi fare per una persona che non è grado, a causa del repentino cambiamento delle sue condizioni, di essere in grado di fare anche il più piccolo tra i gesti quotidiani. Una persona che va seguita sempre ha bisogno di quella assistenza che cerchi di recuperare tra i professionisti del settore ma che in una casa non può durare 24 ore al giorno, il resto devi mettercelo tu senza l'adeguata preparazione e con tutti i limiti che puoi avere. Sei in minoranza, lo capisci, ti senti inadatto ed incapace in un ruolo che, nel rapporto madre-figli, dovrebbe essere naturale ma che non riesci ad affrontare con tutti i perché del caso, semplicemente non sei in grado di farlo.
Le strutture adeguate a queste esigenze hanno liste d'attesa peggio che neanche quelle per un concerto di Stevie Wonder, inoltre, davanti a quelle liste d'attesa, si forma quella sorta di muro, spesso invalicabile, della burocrazia. Con costi che sembrano sempre più di difficile gestione per le famiglie scopri, a tue spese, di quanto farraginoso, lento e a volte autoreferenziale sia il percorso per cercare di gestire persone anziane che vedono, ma questa è parte della storia dell'uomo, determinate condizioni di vita quotidiana mutare con una rapidità incredibile. Beati coloro che possono permettersi una assistenza domiciliare e strutture annesse per tutta la giornata, ci mancherebbe altro, per coloro che, invece, non sono in grado di affrontare costi sempre più alti il percorso è tutto in salita. Ma è una salita molto ripida. La risposta della burocrazia, in tutti i suoi rivoli, non è così rapida, è spesso figlia di un continuo rimando o annullamenti di varia natura, ma nel frattempo la possibilità di limitare quel gap tra coloro che possono prendersi carico di una persona non autosufficiente e la tua incapacità, o impossibilità anche economica, di seguire il decorso quotidiano fa sentire tutto il suo peso. Chiedi, corri, mandi pec o altro, ritiri ricette e sei alla ricerca di consigli o di qualche persona che possa aiutarti per qualche ora, cerchi di trovare quello spazio che diventa sempre più necessario per seguire una persona come potrebbe essere la propria madre. Fai tutto il possibile e lo fai volentieri, ma non sei in grado di farlo, questa è la feroce ma schietta realtà. La gestione di determinate problematiche e persone diventerà, continuando su questa strada, una tematica pesantissima da affrontare, da una parte le persone, la loro vita e la loro centralità, dall'altra quello sviluppo burocratico che sembra allontanare sempre di più le esigenze di un cittadino dalle possibilità di accedere a servizi e persone irrinunciabili nella gestione di persone anziane anche non autosufficienti. Il distacco crescente tra cittadini e istituzioni non è solo quello che si scopre nell'astensionismo in cabina elettorale, ma quello che, quotidianamente, allontana una persona dalle necessità di ogni giorno.
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