Assurdo. Quel parco Braille inaccessibile e pericoloso per le persone non vedenti, dopo tanti anni dall'intitolazione
Passando per via Commenda di Malta mi è casualmente capitato di vedere che il parco Braille, ubicato lungo la strada, è recintato con reti di cantiere ed alcuni cartelli ne comunicano l’imminente sistemazione.
A pochi giorni dalla Giornata Internazionale della Disabilità (3 dicembre scorso) mi sentirei di suggerire alla Amministrazione e ai preposti uffici tecnici di effettuare un intervento di eliminazione delle numerose barriere architettoniche e sensoriali che impediscono ai non vedenti una autonoma fruizione degli spazi.
Confesso che all’epoca dell’inaugurazione della targa che intitolava il giardino a Louis Braille ero rimasto sconcertato dal coraggio mostrato dagli Amministratori ad intitolare un parco in quelle condizioni, gravemente inagibile e pericoloso per un non vedente, all’inventore del sistema di scrittura e lettura adottato dalle persone con gravi problemi visivi, un metodo che, nella prima metà dell’ottocento, aveva fatto compiere enormi passi in avanti nell’autonomia di ciechi ed ipovedenti gravi.
La presenza all’inaugurazione della Presidente della Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Cremona, mi aveva però in parte tranquillizzato in merito ad una successiva sistemazione.
Essendo però passati diversi anni, preso atto dei prossimi lavori, mi sento in dovere segnalare almeno le maggiori problematiche che ne impediscono l’ autonoma fruibilità da parte dei portatori di questa disabilità.
Comincerei dagli accessi: ce ne sono essenzialmente tre, tutti con gravi problemi di percettibilità e uno anche molto pericoloso.
Un accesso avviene da via Commenda di Malta, una strada senza marciapiede, dove la mancanza di una linea guida sulla pavimentazione, demanda l’orientamento del non vedente ai muri perimetrali, peraltro non sempre presenti, visto che l’incrocio con via Ghidoni interrompe improvvisamente la cortina degli edifici e lascia il non vedente in mezzo ad una intersezione senza alcun punto di riferimento. Gli ingressi al giardino da questa strada sono due e nessuno è adeguatamente segnalato, cosa grave visto che uno dei due porta ad una piccola piazzola chiusa non collegata alla parte ricreativa, una situazione non certo ottimale per l’orientamento di chi è privo di vista.
Un secondo accesso è ubicato in una strada pedonale che collega via Giuseppina a via Commenda di Malta, inutile dire che anche questo non è adeguatamente reso percettibile e percorribile a chi non può contare sulla vista per orientarsi, anzi, per la verità, neppure la strada pedonale è collegata con pavimentazioni tattili alle due vie principali.
Il terzo accesso è sicuramente il più pericoloso, avviene attraverso un parcheggio prospiciente via Giuseppina, senza che ci sia una continuità pedonale con questa via poiché il marciapiede si interrompe all’ingresso dell’area. Il non vedente deve perciò transitare, senza alcuna indicazione tattile, in una zona priva di marciapiedi e in mezzo a macchine che manovrano per accedere agli stalli presenti. L’ ingresso non non è in alcun modo segnalato, quindi individuare la rampa che porta all’area, per chi è privo di vista, è impossibile; inoltre questa rampa che parte dal piano strada e arriva al piano giardino, fino ad una altezza di circa 15 centimetri, è contornata da una cordonatura non percettibile, agevolando quindi cadute accidentali da parte di chi non ha potuto rendersi conto del pericolo. Vale la pena evidenziare che questi dislivelli difficilmente percepibili con il bastone bianco in uso ai ciechi, lo sono ancor meno per alcuni tipi di ipovedenti a causa dell’assenza di contrasto cromatico rilevante tra la rampa e la pavimentazione sottostante, situazione che impedisce, a chi è affetto da questa patologia, di percepire il pericolo.
Superati questi ostacoli l’arrivo nell’area attrezzata del giardino non mette il coraggioso non vedente in condizione di sicurezza, i tre vialetti che si dipartono dagli ingressi finiscono contro il retro di una panchina creando un pericoloso inciampo a chi non può percepirle, inoltre l’assenza di ogni indicazione tattile rende pressoché impossibile la comprensione della disposizione di arredi e giochi nel’area. Le altalene non protette, presenti tra i giochi, possono rappresentare seria occasione di inciampo se ferme, perché non rilevabili con il bastone bianco, di impatto se in movimento.
Uno studio più approfondito potrebbe certamente evidenziare anche altre problematicità (protezione dei pali segnaletici, individuazione dei cestini portarifiuti ecc) mi rendo però conto che un primo intervento risolutivo sulle criticità esposte sarebbe già un buon passo in avanti che renderebbe onore e merito al sig. Braille e giustizia ed equità delle persone con problemi gravi di vista.
Riassumendo quindi prima di riaprire questo spazio sarebbe necessario posizionare linee guida per accompagnare in sicurezza il portatore dei deficit visivo dal percorso principale (via Giuseppina e via Commenda di Malta) fino agli accessi, una mappa tattile agli ingressi per far comprendere la disposizione degli arredi e dei giochi e ulteriori percorsi tattili per affrontare in sicurezza i percorsi interni ponendo adeguate protezioni in corrispondenza delle rampe e dei giochi.
Qualora, come spero, i tecnici preposti avessero già predisposto questi ed ulteriori interventi di messa in sicurezza per garantire una tranquilla autonomia nella fruizione degli spazi mi scuso per questo mio eccessivo scrupolo mentre, in caso non ci avessero pensato, spero quanto scritto possa essere utile.
Consiglierei altresì, qualora si volesse lasciare tutto invariato, almeno di cambiare l’intitolazione dello spazio, per onorare il ricordo e un tranquillo riposo eterno, di chi ha affrontato e in parte risolto, il problema dell’autonomia delle persone cieche quasi duecento anni orsono.
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commenti
Michele de Crecchio
8 dicembre 2023 15:11
Vicenda incredibile che, purtroppo, evidenzia a quale infimo livello si sia, negli ultimi anni, ridotta l'attenzione della nostra amministrazione per l'arredo urbano e, in particolare, per la tutela dei cittadini più deboli!
Flavia
8 dicembre 2023 22:13
Ringrazio Enrico Bresciani per le puntuali osservazioni, ma vorrei precisare che l'accessibilità di un luogo non dovrebbe dipendere dall'intitolazione di esso. Quando abbiamo rivolto al Comune di Cremona la richiesta di dedicare un luogo cittadino a Louis Braille, il nostro intento era soprattutto quello di rendere onore ad un personaggio che ha cambiato la storia di tutti i ciechi. Il parchetto esisteva già dunque, e non era stato pensato per essere frequentato dai ciechi, ma da tutti. Per questo ritengo che, pur concordando in toto sulle osservazioni dell'amico Bresciani, di cui conosco la grande competenza ed esperienza nel campo delle barriere architettoniche e sensoriali, mi permetto di sottolineare che il discorso dovrebbe valere per qualunque via, piazza o parco della nostra città, perché il nome di quel luogo non ha nulla a che fare con l'accessibilità e a maggior ragione quando si tratta di un parco giochi, che deve essere fruibile da tutti e non espressamente riservato a persone cieche.
Mi auguro, però, che nella ristrutturazione i tecnici provvedano a renderlo più accessibile e confortevole per tutti.
Grazie per l'attenzione e un caro saluto ad Enrico Bresciani!
Enrico
9 dicembre 2023 15:01
Sono completamente d'accordo abbiamo in questi anni avuto parecchie possibilità per migliorare l'accessibilità dei luoghi e rendere fruibile la città a tutti. Mi riferisco in particolare alle risorse del PNRR e prima ancora del PIano della Mobilità Sostenibile
Nel lontano 2007 l'ONU scrisse che non c'è sostenibilità senza accessibilità e invecr a distanz di oltre 15 anni, cosa prevede il PUMS pochi interventi strutturali legati alla accessibilità fisica dei luoghi, ma la città è anche altro, è socialità, rapporti, relazioni, legami. Organizziamo event e grandi manifestazioni, come la festa del torrone (ma nel suo piccolo anche il mercato bisettimanale), senza renderci conto che molti non possono usufruire di questi importanti momenti collettivi, anzi spesso durante la manifestazione l'uso degli spazi è precluso a chi ha problemi motori. Autorizziamo nuovi spazi commerciali, controllando le barriere architettoniche senza minimamente interessarci delle barriere sensoriali che impediscono una libera e autonoma fruizione di uno spazio collettivo. Un disabile visivo come potrà fruire liberamente di un supermercato o di un negozio, come potrà muoversi in un giardino o in un mercato? E non mi dica Flavia, che non ne sente il desiderio.
Luigi
9 dicembre 2023 15:26
L'importante è inauguare e fare titoli da presentare come 'cose fatte'.
Jeppetto
9 dicembre 2023 17:06
Esatto... 👍👏👌