17 maggio 2025

Se la statua di Stradivari diventa il simbolo di qualcosa che manca...

Harry a pezzi, come veniva raccontato da Woody Allen e Antonio a pezzi, come raccontano le sue statue, opera che vede alla regia qualche cretino con ambientazione la città di Cremona. Non dispongo di nessun talento in materia fotografica ma la settimana scorsa ho imparato un piccolo trucco utile sia nella comunicazione che nella fotografia; camminavo in corso Garibaldi e vedevo alcuni turisti, per lo più coppie oppure famiglie con bambini, mettersi in posa davanti alla statua del liutaio Antonio Stradivari che fa capolino sulla strada cittadina. Normale amministrazione ma pur non essendo dello stesso gruppo si notava come la classica foto ricordo, che fosse di coppia o di famiglia, seguiva lo stesso standard, i protagonisti si mettevano tutti in posa nella stessa posizione non per un discorso di luce o panorama, ma per coprire l'ennesimo scempio fatto alla statua del liutaio seduto che si presenta senza violino e senza una mano. In pratica “facciamoci la foto con la statua o con quello che ne rimane” sembrava il passaparola tra turisti interessati a conservare un ricordo fattivo di una simbolica amicizia con il maestro tra i maestri. Un trucco che ha una doppia valenza; quella di coprire le evidenti mancanze di una statua incompleta e il fatto di non far vedere, durante le insopportabili serate destinate a guardare le foto delle vacanze altrui, lo stato pietoso di un qualcosa di rappresentativo per la città di Cremona. Pensiamo ad altro, insomma, o almeno cerchiamo di evitare le serate da sonnolenza precoce raccontando di come una statua si presenti senza ciò che dovrebbe caratterizzarla.

L'agognata odissea dello Stradivari seduto è una trama che si ripete come nelle peggiori serie cinematografiche quando, a corto di idee, gli sceneggiatori preferiscono ripetere cose già dette o proposte per riuscire a concludere qualche puntata. Ripetitivo e inutile un po' come questo piccolo sfogo, sfogo che nasce dal vedere a pezzi, per l'ennesima volta, un simbolo che ha molto più che un valenza locale come sfondo fotografico soltanto se inquadrato in un certo modo, altrimenti ti ritrovi gli ospiti che ti domandano il motivo di motivo di quella mancanza. Niente di eroico dovrebbe essere la risposta dello sconsolato turista davanti agli amici risvegliati dalla sonnolenza più dalla particolarità della statua che dai noiosissimi soliloqui del padrone di casa mentre scorrono le fotografie, niente Olimpo, Zeus, Telemaco e tutta la compagnia, l'odissea dello Stradivari seduto non è neanche assimilabile alla arroganza dei Proci ma soltanto alla imbecillità dei pochi – anche se sembrano aumentare in maniera esponenziale - che non hanno da fare se non, a volte, riempire le pagine della peggior cronaca locale. A conferma del quoziente di idiozia che corrobora le nottate cittadine anche l'altra statua, quella nella piazza a lui dedicata, mostra i segni di quel vandalismo da beoti, ma qui la questione è ben più datata di quella dello Stradivari seduto, qui si parla di anni senza parte dell'opera, tanto che ormai nessuno sembra farci caso. E' triste dover ammettere che un messaggio legato alla storia di una città debba essere deturpato, in maniera continuativa e ripetitiva, al pari della velocità di sincronizzazione dei semafori – quando anche quelli funzionano, sia chiaro – ma qualcosa, nel bene o nel male, andrebbe fatto, che sia la tutela della stessa o il fatto cambiarla con altro. Che una statua diventi più il simbolo di una qualcosa che manca, più di ciò che realmente dovrebbe rappresentare, è la dimostrazione concreta di un passo indietro in materia di comunicazione, rende ancor più scarna la presentazione di una città che già per altri motivi spesso si presenta con un biglietto da visita degradante indegno della storia che la accompagna. Abbiamo ben altri problemi, poco ma sicuro, ma almeno fare in modo che una statua, anzi due, possano essere immortalate da varie angolazioni senza dover costringere i turisti a coprire mancanze potrebbe essere un buon punto di partenza per presentare parte di una città.

Marco Bragazzi


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commenti


Stefano

17 maggio 2025 18:11

C'è da chiedersi quale approccio culturale politico religioso ,ed anche artistico, ci sia dietro questo mirabile intervento e poi consigliarlo come modello istruttivo nelle scuole negli oratori, nei cinema come ogni caso che fa a pugni con l'illuminismo e che tanto piace ad una certa parte politica.

Paolo

18 maggio 2025 20:12

Ma trovargli un altro posto dove metterla no?...dove almeno sti str...non possono deturparla!!!....a forza di ricostruirgli la mano bisognerà aprire un mutuo altrimenti.

Gianmarco

19 maggio 2025 05:01

Un tempo le statue venivano costruite in bronzo ......ora la statua di Stradivari in plastica....

Pasquino

19 maggio 2025 16:06

Una statua bruttissima in vetroresina che potrebbe benissimo essere fatta sparire senza creare problemi oltretutto da sempre al centro di rotture da parte di balordi e un Comune che ancora una volta dimostra la sua incapacià

Daniro

1 giugno 2025 16:40

È la "statua" ad essere auto-deturpante con buona pace di crede di aver fatto un omaggio al grande liutaio. Toglierla sarebbe un atto di giustizia urbana e anzi ne gioverebbe la qualità dello spazio pubblico. Ma poi, se li di fronte c'è l'antica magione, non sarebbe il caso di farlo rientrare? I dannati del selfie dovunque e comunque non credo andrebbero in astinenza per pochi metri.