Contro la logica del "stum schiss", 4 comitati spontanei di cittadini rompono la calma piatta
Dal marzo dello scorso anno ad oggi, a Cremona sono sorti quattro comitati spontanei, con relativa raccolta di firme in calce a petizioni avverse ad alcune scelte operate da Ats e Comune.
Nel mirino del dissenso decisioni su Area donna, supermercato in via Giordano, biometano in via Bosco ex Parmigiano, nuovo ospedale.
Quattro questioni complesse gestite con superficialità dagli enti delegati al compito. Operazioni delicate condotte con arroganza e sicumera. Con miopia. Con un organo anatomico umano visibile dal suo proprietario solo con lo specchio.
Quattro esempi di una classe politica e di pubblici amministratori inadeguati ad affrontare situazioni articolate e impattanti in maniera significativa su cittadini e territorio.
È sacrosanto il diritto-dovere di esercitare il dissenso in forme diverse e più incisive di un lamento e senza violare la legge. È inoppugnabile e onesto ammettere che la formazione di quattro aggregazioni di questo tipo in un lasso di tempo ristretto provochi perplessità e generi interrogativi.
Da un lato, quattro comitati esaltano la partecipazione, il confronto, la dialettica, condizione auspicabile e da incentivare. Dall’altro, rivelano un endemico e preoccupante stato di conflittualità tra i cittadini e i rappresentanti delle istituzioni.
Quattro comitati e altrettante petizioni in diciotto mesi non possono essere archiviati solo come incidenti di percorso degli organismi di riferimento.
Sono qualcosa di più e di diverso. Costituiscono e palesano un segnale di allarme. Un’anomalia, ampliata dalle caratteristiche socio-antropologiche e culturali di una comunità che per natura non è barricadiera. E quando, in passato, Cremona è stata vandalizzata, i protagonisti avevano targhe forestiere, anche se aiutati da soggetti locali.
Quattro comitati avvertono della crisi di un sistema. Ammoniscono del pericolo e invitano a modificare registro e rotta. Offrono l’occasione per uscire dal ghetto di una monade autoreferenziale e governata con logiche perdenti. Spingono ad abbandonare asservimento e fedeltà a conquistadores scaltri e cinici che in cambio di una promessa di un piatto di lenticchie e di qualche avanzo della loro mensa da ricchi, si pappano le risorse migliori del territorio.
I quattro comitati sono una chance per alzare la testa.
Cremona è la città della tranquillità, del stum schiss, del vivi e lascia vivere. Dell’imprenditore che vede e provvede.
È la città che pone il proprio ombelico al centro del mondo. Che trasforma il vergognoso aborto e enorme spreco di denaro pubblico del canale navigabile nel paradiso dei pescatori sportivi.
È la città che si genuflette al cospetto delle organizzazioni di categoria. Che accoglie come un messia qualsiasi assessore regionale o suo tirapiedi e sparge petali di rosa dove costui cammina. Veni, vidi, grazie è stato bello. Bye, bye. Alla prossima.
È la città con politici e notabili pronti a sottoscrivere un patto con Belzebù, se funzionale per rimanere in sella. Che per eleggere il presidente della provincia ineleggibile e imposto dalle segreterie dei partiti, annulla una consultazione elettorale e la ripete.
È la città che eleva le vacche a star di Hollywood e le celebra con il calco dello zoccolo. Che si nutre di un’informazione di regime. Che è piazzata ai vertici europei dei luoghi per inquinamento da polveri sottili.
È la città che ha tradito il risultato del referendum sull’ubicazione dell’inceneritore. Che si è venduta e sottomessa ad a2a.
Cremona è la città che fa di tutto questo la sua Baedeker.
Certo è anche la citta dei violini, del torrone, dell’acciaio. Di Mina e della Ferragni. Di Padania Acque. Di molto altro, ma una rondine non fa primavera. E l’eccezione conferma la regola.
La nascita dei quattro comitati in un lasso di tempo ristretto, merita una riflessione non superficiale e un’analisi precisa delle cause.
Di chi è la colpa? Piaccia o no, non esistono alternative: del postiglione che tiene le redini della diligenza. Non degli indiani che l’assaltano.
Piaccia o no, viene più facile parteggiare per gli apache di Geronimo, anziché per i John Wayne e ai Gary Cooper di turno. Per i Rod Steiger che rapinano i notabili sulla carrozza di Giù la testa. E non è qualunquismo, ma banale realismo di chi si sente tradito. Abbandonato da coloro ai quali aveva concesso la sua fiducia. Di chi è rimasto solo e la rabbia gli è compagna.
I contestatori non sono tutti e sempre mammolette o gigli di campo, ma questo non inficia il dato di fatto che chi amministra e decide i destini della cosa pubblica salga automaticamente sul banco degli imputati e divenga oggetto di critiche e non solo di encomi.
Onori e oneri. Sta nelle regole del gioco e Cremona non è esentata da questo giogo. Atteggiarsi a vergini violate o duellare all’arma bianca per uno smodato vaffanculo non paga.
Più vantaggioso per gli occupanti della diligenza e per Cremona identificare eventuali errori commessi, confrontarsi senza pregiudizi con gli indiani, senza relegarli nella riserva dei tapini che non capiscono un cazzo. Definizione affibbiata ai ribelli che rifiutano la narrazione mainstream, che non sono allineati. Che non si conformano al pensiero unico.
I quattro comitati sono un monito per i partiti, i sindacati e la pletora di associazioni, gruppi deputati a difendere gli interessi dei cittadini, ma troppo spesso impegnati a conservare i propri privilegi derivati dalla vicinanza e dalla contiguità con le persone che contano.
I quattro comitati sono uno schiaffo alla politica e ai politici locali. Sono un rigetto del consociativismo, della melassa, della palude silenziosa e immobile che si si muove solo per scacciare intrusi, preventivamente già inseriti tra gli agitatori ancora prima di conoscerli. Sono uno sberleffo allo stagno dove tra Pd e morotei democristiani dei tempi andati è difficile cogliere le diversità.
Quattro comitati sono il pane e le rose. Sono Roy il replicante di Blade runner, Punto zero di Richard Sarafian, l’Urlo di Allen Ginsberg, Blowin' In The Wind di Bob Dylan, Il conte di Montecristo di Alessandro Dumas, No Logo di Naomi Klein. Potrebbero essere lotta dura senza paura.
Sono uno slogan: siamo realisti chiediamo l’impossibile.
Sono le oltre 700 firme raccolte in questa settimana dai contestatori del nuovo ospedale.
I quattro comitati sono una speranza. Cremona c’è. È anche questa.
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commenti
Romaniello Roberto
6 agosto 2023 10:20
Hanno già fatto un parcheggio, spendendo, inutilizzato, raziandoci i beni culturali.
Stessa cosa col locale liberty ,foro boario venduto ai cinesi/giapponesi,MA APPARTENENTE AI BENI CULTURALI, IN VI AGIORDANO UGUALE
Mariateresa
6 agosto 2023 12:31
Per fortuna che ci sono i comitati! Personalmente ho firmato e diffuso molte petizioni per unirmi a chi giustamente si oppone a scelte sconsiderate e spesso dannose.
Tanti si lamentano, ma tacciono (stare schiss), non esprimono pareri, non vanno neanche a votare né alle elezioni amministrative né a quelle dei.comitati di quartiere.
Come dice un proverbio "chi tace acconsente", i cittadini spesso.hanno la città che si meritano
Pierpa
6 agosto 2023 13:34
👌
Pierpa
6 agosto 2023 13:32
👏👏👏
Rosi
6 agosto 2023 13:38
Verissimo ,Cremona città abbandonata dai cittadini stessi, solo parole parole parole.....
michele de crecchio
6 agosto 2023 16:15
Concordo, come spesso mi accade, con le acute e anticonformistiche analisi che Antonio Grassi fa della preoccupante "morta gora" nella quale la situazione culturale e politica della nostra città è, ormai da troppi anni, immersa. La nascita di non pochi "comitati spontanei" è certamente un fenomeno positivo, costituendo anche una fisiologica reazione alla sostanziale inerzia di quasi tutti i "consigli di quartiere" ufficiali, inerzia che l'attuale amministrazione sembra favorire: basti pensare alla singolare circostanza che, alla presentazione delle candidature per l'ultimo rinnovo dei consigli stessi, l'attuale giunta riservò il solo mese di Agosto, certamente il meno adatto per sollecitare l'interesse dei cittadini!
Un altro episodio che dimostra il disinteresse delle forze politiche per incentivare (e non rendere più difficile) il controllo da parte dei cittadini sulle decisioni dell'ente locale è stata l'abolizione della figura del "difensore civico" e lo smantellamento del relativo ufficio. Tale figura, da sempre presente nelle migliori democrazie dell'Europa settentrionale, avrebbe dovuto consentire ai cittadini di affrontare una discreta quantità di contenziosi con il Comune senza dover affrontare pesanti spese legali. Credo che tale abolizione sia stata determinata (o almeno favorita) da una legge statale, ma la circostanza, per quanto ne so, che in città, nessuna voce critica si sia (per quanto mi è dato sapere) al momento opportuno, sollevata tra le forze politiche locali, mi lascia perplesso e sconfortato.
Sandra
7 agosto 2023 10:17
Veramente sono tre anni che ediste un sltro Comitato:Il Fortitudo,che si è sempre battuto per tutelare i diritti di quiei cittadini che hanno deciso di essere liberi e non piegarsi ai dictat delle multinazionali.Ma certo qui non vengono nominati..
Sempre due pesi e due misure
Paolo
7 agosto 2023 19:47
Oh ci mancano i no vax
Danilo Codazzi
7 agosto 2023 15:10
Se io oggi dico, che è dai tempi del Governo Prodi che ho raccolto da tecnico, inascoltato le firme "sovraprovinciali " ( dai Cremonesi e Bresciani) per razionalizzare la struttura ferroviaria della linea Cremona- Brescia ancora a binario unico, cosa dite ? quanti ascolti e provvedimenti sono stati presi da parte delle realtà economiche cremonesi quando segnalavamo quotidianamente che stavamo fermi a Manerbio o Bagnolo Mella ad aspettare la Freccia della Versilia che come vedete, anche OGGI è in "orario" e che per fortuna "viaggia" solo nel fine settimana . La Provincia di Brescia sta realizzando il raddoppio tra BRESCIA e San Zeno. Noi tra Cremona e Olmeneta che serve per andare a Brescia,Bergamo e a Crema, raddoppio una beata fava. Ma quei poveri disgraziati che devono andare a lavorare fuori Cremona non contano nulla anche se ci sono tra questi geometri , dottori, architetti e ingegneri. Quando partiranno i lavori per il raddoppio dei binari tra Cremona e Codogno ,e l'ho già detto mille volte, dove caricherete i pendolari per Milano se non utilizzando la Cremona -Treviglio , cioè la Cremona Olmeneta ? Tutti in SMART ? Prevedo che quando si presenterà il problema, ci saranno sempre degli asini che si stracceranno le vesti . Considerazione : alla fine le raccolte firme hanno ascolti e considerazioni con due pesi e due misure secondo le convenienze d'immagine , anche se di utilità e a vantaggio di tutti .
Vogliamo riparlare anche del ponte sul PO e del progetto che non vede la luce. ma si vogliono spendere MILIARDI per un PONTE sullo Stretto voluto da un ministro che crede di essere MOSE' che attraversa le acque dello Stretto, invece di fare impianti di desalinizzazione in Sicilia, per approvvigionamento acqua per l'agricoltura, impianti ad idrogeno , nautica con nuovi carburanti ecologici. E ne avrei da dire ..................
claudio
9 agosto 2023 16:46
....mi viene a mente quanto il ministro bresciano Prandini ha fatto per il suo territorio! Basta citare la "superstrada" del lago d'Iseo che ha tagliato di fatto tutti i paesi rivieraschi. Noi non abbiamo parlamentari con gli "attibuti maschili", sono allineati e via........tanto loro poi hanno le auto blu (con cristalli azzurrati, ricordate l' ex presidente della Provincia, ora parlamentare europeo Salini???), auto blu che continuano ad aumentare di numero, nonostante le promesse di diminuzione, continuando ad essere un simbolo di potere (miseroI)