Elezioni al CSM: voterò candidati indipendenti. Anche tra noi si può iniziare a cambiare
Il 18 e il 19 settembre i magistrati voteranno per eleggere i nuovi 20 consiglieri togati del Csm. Pubblichiamo sull’argomento questo editoriale del magistrato Guido Salvini
Non sono un attivista di nessun gruppo, sono rimasto sempre distante dall’attività associativa e, oltre ai fascicoli, i miei interessi sono prevalentemente culturali.
Faccio quindi un’eccezione non per fare appelli o propaganda ma solo per esporvi le ragioni della mia decisione che non è mossa da alcun interesse personale e che mi auguro che molti di voi possano autonomamente condividere.
Con la legge Cartabia vi è stato qualche modesto miglioramento, la fine del collegio unico nazionale e l'eliminazione nomina pacchetto, ad esempio, ma al nostro interno, dopo l'affaire, Palamara non è cambiato nulla. I posti direttivi e semidirettivi continuano ad essere lottizzati, chi non è attivista di una corrente, spesso lo è per semplice tornaconto personale, ne è di fatto escluso e il Tar con le sue sentenze continua ad annullare decisioni su importanti concorsi senza che nessuno al CSM se ne vergogni.
Questa volta alcuni candidati indipendenti propongono il loro nome sulla scheda. Quelli scelti tramite il sorteggio di Altra Proposta e in più i sorteggiati per legge per rispettare le quote di genere
Candidarsi come indipendente significa profondere il proprio impegno personale in quanto non si può contare su reti locali già strutturate che fanno propaganda per i candidati “ufficiali” anche se chi vota spesso non conosce nemmeno il candidato ma questo gli è “consigliato” dal suo referente nella corrente.
Per i candidati indipendenti la strada è tutta in salita, non c'è la par condicio nella campagna elettorale, ed è difficile anche solo avere gli indirizzi e-mail di tutti i colleghi dei vari distretti. Per farsi conoscere devono basarsi solo sulle loro risorse e già per questo meritano il nostro sostegno.
E’ importante che giunga al CSM almeno qualche osservatore indipendente, che debba dar conto a tutti delle sue scelte e non solo alla corrente che direttamente o indirettamente lo ha fatto eleggere.
Un Consigliere o più che possano controllare, ad esempio nelle varie Commissioni, se i consiglieri “schierati” si comportano davvero secondo i principi di imparzialità e di rispetto degli interessi generali enunciati in tutti i programmi elettorali.
Un ombudsman, insomma. Un candidato autonomo ha un vantaggio per tutti noi: non conosce se non la minima parte dei suoi elettori che non costituiscono un gruppo che preesiste alla sua candidatura. Chi lo vota non è un gruppo riconoscibile e quindi egli non ha nessuno da favorire in partenza e non ha cambiali da onorare con nessuno.
Oggi possiamo scegliere, esprimere con il voto una voglia di cambiamento.
Qualcuno potrebbe obiettare che di un candidato non integrato in un gruppo in cui milita non si conoscono le idee e la capacità. Non credo sia un’obiezione fondata.
Se parliamo di capacità, i Consiglieri del CSM non sono e non devono essere persone fuori dal comune. Sono giudici come noi che ritorneranno a farlo, con qualche esperienza.
Decidere un gruppo di trasferimenti, chi sia più meritevole per un incarico direttivo, giudicare su una eventuale sanzione disciplinare, stendere un parere o anche un regolamento organizzativo che comunque si basa su elaborazioni precedenti del CSM cui poter attingere, sono, con qualche impegno che comunque è insito nell’accettazione dopo il sorteggio di candidarsi, alla portata di noi tutti.
Non sono compiti più difficili di quelli che affrontiamo quotidianamente quando giudichiamo i cittadini o distinguiamo le ragioni dai torti, irroghiamo 30 anni di carcere magari da soli, decidiamo se un bambino debba essere affidato alla madre o al padre o tolto alla famiglia, chi debba prevalere in una grossa causa societaria o se un’azienda debba fallire.
Per il resto credo che sia voi che mi leggete sia chi vi scrive, e quindi anche un candidato che fa la scelta ponderata di candidarsi fuori dai gruppi, sarebbero perfettamente in grado di assolvere questi compiti con impegno e correttezza.
Soprattutto non abbiamo necessariamente bisogno di magistrati famosi che hanno condotto indagini mediatiche ed eclatanti e che tra l’altro non sono i più adatti a rappresentare, a giudicare, a confrontarsi con i magistrati comuni. Abbiamo bisogno di magistrati ”normali.”
Quanto alle idee e ai “programmi” mi interessano poco, non più di quanto dovrebbero interessare ad un imputato o a una parte le idee del magistrato che lo giudica. Potrei anche paradossalmente non essere d’accordo su molte cose e con molte idee del candidato che scelgo ma non è questo il punto. Non devo votare per un partito politico e il CSM è un organo di alta amministrazione, non di rappresentanza politica.
Non mi interessano i programmi, anzi ne diffido. Il lavoro del magistrato è essenzialmente individuale. I programmi e le visioni culturali messianiche e parapolitiche che leggiamo spesso nascondono, come in politica, un'etica molto modesta.
Preferisco un singolo magistrato primo di condizionamenti e che abbia mostrato fedeltà solo ai valori di legalità, onestà e di imparzialità.
Ugualmente diffido di chi si candida al CSM. Spesso è solo il frutto di una volontà di potere che è il peggior punto di partenza per un magistrato sia nel suo lavoro ordinario sia come consigliere del CSM. C'è chi si prepara al grande salto sin da quando era piccolo.
Le storiche aggregazioni politico-giudiziarie della magistratura che devono continuare ad elaborare le loro riflessioni e le loro proposte di fondo, e anche occuparsi dei profili sindacali, e confrontarsi con la politica ci sono già nell’ANM. Nessuno chiede che spariscano o siano messe all’indice. Ma al CSM non abbiamo bisogno di carrieristi e di “tribuni”.
Quello che mi interessa oggi è migliorare l’imparzialità e la correttezza delle decisioni del CSM anche singole ma che nel loro complesso fanno “giustizia” per i destinatari finali, i cittadini.
Un candidato indipendente che non si trova al CSM grazie al sostegno e alla propaganda di un comitato elettorale preconfezionato e che non è in rapporto di debito con i suoi elettori e grandi elettori cioè chi gli ha assicurato i voti ha più probabilità di essere, come un giudice qualsiasi, imparziale e più impermeabile ai condizionamenti e alle “segnalazioni”.
Qualsiasi studioso delle scienze sociali confermerebbe questo giudizio.
Per il CSM voterò candidati indipendenti, quei magistrati fuori dalle correnti che da anni denunciano coerentemente che quello che è avvenuto il Palamaragate, non è responsabilità di qualche pecora nera ma l'implosione in un sistema. Questa volta anche tra noi si può iniziare a cambiare.
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