27 maggio 2023

Il coccodrillo di Cattelan nel Battistero del Duomo di Cremona

Ieri sera, in una Cremona meravigliosamente invasa dagli artisti (e devo ammettere anche sorprendentemente piena di turisti) e pervasa da una scossa di palpabile e eccitante energia di giovane creatività è stata inaugurata la prima Cremona Art Week, operazione che si deve all'impegno e alla visionaria costanza di Rossella Farinotti ed Ettore Favini e del Comune con l'assessore Luca Burgazzi, oltre alla generosità della famiglia Arvedi-Caldonazzo e alla sorprendente disponibilità di una Curia supercontemporanea.

Posso già fin d'ora affermare con ragionevole certezza che non dimenticherò la serata di ieri, in una Cremona calda, bellissima, piena di entusiasmo e di ragazzi giovani disseminati su una distesa di tavolini di bar e ristoranti all'aperto nelle sue tre piazze principali, e che ha dischiuso i propri spazi gelosi a giovani artisti venuti davvero da ovunque. Lodi, lodi e ancora lodi a questa splendida operazione che spero davvero sia solo l'inizio di una lunga serie.

Momento centrale della serata è stata la visita ad EGO,  l'enorme coccodrillo di Maurizio Cattelan appeso per l'occasione a mezz'aria proprio al centro del Battistero.

L'installazione è indiscutibilmente perfetta: l'enorme lucertolone preistorico sembra nuotare miracolosamente appeso in una gigantesca nuvola di mattoncini rossi al cui zenit sta un punto di fuga celeste verso cui il bestione verde punta dritto e implacabile come un missile Stinger: la colomba settecentesca dello Spirito Santo che sta nel lucernario della cupola del Battistero.

Cattelan si conferma un superdotato dell'immagine come ne nascono quattro o cinque al massimo in ogni generazione di artisti nel mondo: le sue opere non si discutono (anche se fanno sempre parlare di sé), le guardi, ti si piantano nel cervello come uno schiaffo ben tirato e con la stessa rapidità se ne vanno via. E il coccodrillo del Battistero non fa eccezione: io stesso ci ho girato attorno per mezz'ora buona affascinato come un bambino allo zoo.

È un peccatore che scende al cielo per essere salvato in una meravigliosa ascesi in un vuoto di rosso di brique tesa fino allo spasmo a un puntino azzurro? Oppure è un Lucifero putrido e fangoso che a fauci aguzze e splancate aspetta di papparsi la colomba indifesa e candida della Trinità?

Forse non è nessuno dei due, e come ben diceva il Longhi l'opera d'arte va maneggiata e anche un po' presa in giro e non adorata come dei babbei, e dunque è forse solo un coccodrillo finto appeso in un battistero, ma di certo lascia a bocca aperta e merita una visita.

Per gli antichi egizi il coccodrillo era il dio Sobek, simbolo del potere reale, di fertilità e di forza militare, temutissimo signore del Nilo. Nei Bestiari medioevali è al contrario quasi sempre simbolo di accidia, ipocrisia e vanità: l'animale che mentre spalanca la bocca al cielo rimane appiattito nel proprio fango, e che piange dopo aver mangiato le sue vittime (come il peccatore coi suoi peccati). Per noi contemporanei è il massimo del lusso possibile in scarpe e borse e spicca vanitoso sulle costose polo francesi di René Lacoste. Nei bassorilievi delle chiese romaniche vien spesso confuso e mescolato con il drago, simbolo per eccellenza del Demonio, benché a volte se ne possano trovare due contrapposti in lotta, uno buono ed uno cattivo, come sulla facciata del Duomo di San Quirico in Toscana.

Un enorme esemplare campeggia appeso nel Duomo di Siviglia, dono di un sultano al Re di Spagna, e in ben tre chiese lombarde ed una sui Pirenei dei piccoli coccodrilli imbalsamati fanno bella mostra di sé quali ex voto, ossia ringraziamento per l'uccisione di questi animali minacciosi che avevano spaventato le locali comunità. Sta perfino in una "impresa" araldica del Cardinale Ercole Gonzaga.

Una cosa dunque è certa: il coccodrillo in chiesa non è una provocatoria novità, e quindi lasciamo perdere le più facili contestazioni un po' borghesi e perbeniste sulla presenza del rettile in un Battistero.

Però un'altra cosa è certa:  per i cristiani il coccodrillo è un simbolo malefico, da qui non si scappa. Dunque abbandoniamo delle banali divagazioni zoologiche che ne giustifichino la presenza in quanto animale e perciò creatura di Dio: la simbologia zoomorfa nell'arte cristiana è millenaria ed ha un suo alfabeto che non si discute: il leone è Gesù Cristo, il coccodrillo se non è Satana è quantomeno un peccatore bugiardo che non si pente e quindi non si salva.

Ha dunque senso in un luogo consacrato questa opera? La risposta non la so nemmeno io, perché a dirla tutta a me quel coccodrillo in chiesa, al netto della perfezione estetica che raggiunge, qualche perplessità me la ha lasciata. Ci vorrebbero fior di editoriali per approfondire la questione del rapporto tra la Chiesa e l'arte negli ultimi due secoli, e di come essa abbia tragicamente abbandonato il suo ruolo di committente universale dei più grandi capolavori della storia dell'arte. E ce ne vorrebbero altrettanti per indagare la imperdonabile ignoranza (nel senso che la ignorano proprio è non se ne occupano minimamente) da parte degli artisti contemporanei di quello sconfinato patrimonio creativo che è la tradizione cristiana e l'arte sacra, ormai relegata all'architettura funzionale degli altari quando va bene.

Scrivere di qualcosa è un mestiere gramo: tocca dire proprio tutto anche davanti a qualcosa che ti ha riempito gli occhi.

Ma non posso togliermi dalla testa l'impressione che questa opera si impone su 2.000 anni di committenze sacre che non esistono piu: lo splendido Battistero di Cremona la subisce un po', come se fosse un'opera laica ad imporsi sovrana su quella religiosa che gli fa da magnifico ma addomesticato palcoscenico.

Chissà che un giorno non mi riesca di vedere Cattelan (e tanti altri grandi come lui) di nuovo alle prese con una commissione di arte sacra da parte della Chiesa cattolica, con un'opera tutta dedicata al sacro che di un luogo sacro sia protagonista voluta e non occasionale.

Ma Cremona questa settimana lascia il segno, e in positivo certamente.

(La foto del professor Martelli è di Daniele Mascolo)

Sovrintendente agli Archivi del Comune di Milano

Docente di archivistica all'Università degli studi di Milano

Francesco Martelli


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti


Dani

27 maggio 2023 14:21

Hai scritto un pezzo magnifico per qualcosa che ti ha creato dei dubbi profondi ma che comunque ti è rimasto profondamente dentro,bravo👏

Marco Vinicio Bissolotti

27 maggio 2023 14:59

La "genialità"di Cattelan sta nella posizione verticale del rettile, verticalità normalmente innaturale se non durante alcuni specifici attacchi predatori.L'adorazione e l'adulazione di questa opera si risolve in una sottile presa in giro per tutti noi che dobbiamo uniformarci per sentirci accettati.E' veramente una provocatoria novità che celebra un inconsapevole e non voluto elogio alla verticalità in un mondo dominato da una imperante orizzontalità.La vera opera d'arte è il battistero che con le sue sapienti armonie geometriche sfida l'ignominia del tempo.

Monica

29 maggio 2023 07:14

Benissimo !!… se tutto questo serve x attirare turisti e non .. e far rivivere la città !!!…ma non dimentichiamo che i …Grandi Nomi …poi alla fine ……non per togliere niente a nessuno …x carità … ma fate anche una scampagnata al santuario della Beata Vergine Maria alle Grazie /Mn ..guardate all insù .. ed anche li troverete una storia di un vero coccodrillo appeso al soffitto e leggete la sua avvincente storia … Se si vuole parlare di arte !!!!!!……. Ne rimarrete altrettanto entusiasti !!!!

mario dadda

30 maggio 2023 21:23

Avrebbe un senso se si decidesse di lasciarlo così come è, ma non accadrà.

François

10 giugno 2023 11:23

Caro Professore, non condivido il suo entusiasmo per Cattelan, che il compianto Philippe Daverio definiva ottimo vetrinista più che artista... Per rimanere in tema io avrei posizionato, anziché il coccodrillo, il "dito medio" che campeggia davanti alla Borsa di Milano, ma stavolta davanti al Museo Diocesano, quale "citazione" dell'indice di Platone nelle stanze di Raffaello in Vaticano. Cordialità Francesco Capelletti.

EleC

31 luglio 2023 06:14

Davvero un bel pezzo!