23 gennaio 2024

La Corte di Cassazione e il saluto romano: una sentenza ragionevole

La sentenza della Corte di Cassazione in materia di punibilità del “saluto romano” merita una riflessione. È un argomento di cui si è molto parlato e la decisione la Cassazione va spiegata per comprenderne correttamente il senso, al di là dei commenti politici a caldo dell’una e dell’altra parte.

Si discuteva del saluto romano levato a Milano da un gruppo di giovani di destra, nell’ormai lontano 2016, durante l’annuale commemorazione dell’assassinio di Sergio Ramelli, in concreto il gesto ripetuto tre volte insieme al nome del caduto dinanzi alla targa che lo ricorda nel punto in cui è stato aggredito.

È una vicenda che conosco bene perché negli anni ‘80 avevo condotto come Giudice Istruttore l’indagine che ha portato a individuare i responsabili di quell’omicidio, componenti del servizio d’ordine dell’organizzazione di estrema sinistra Avanguardia Operaia. Un omicidio crudele e gratuito perché Sergio, un giovanissimo ragazzo di 19 anni, era  stato aggredito a freddo a colpi di chiave inglese solo per le sue idee  politiche di destra dopo essere stato lungo ostracizzato e perseguitato nell’Istituto tecnico che frequentava. Era quindi una vittima del tutto “innocente”, diversamente anche da altri, vittime in qualche modo,  durante scontri tra gruppi opposti, della stessa violenza che avevano contribuito a generare.

Nel processo celebrato a Milano per l’episodio del 2016, otto militanti di destra in primo grado erano stati assolti e invece in secondo grado condannati dalla  Corte d’appello in secondo grado. La Corte di Cassazione era quindi chiamata a risolvere la questione giuridica.

La Corte di Cassazione ha confermato che il saluto romano rientra nella gestualità tipica del fascismo, della sua mistica antistorica e quasi delirante, e quindi qualora avvenga in pubblico può essere sanzionato dall’art.5 della legge Scelba del 1952 finalizzata ad impedire il risorgere del fascismo. 

Tuttavia ha precisato, in sintesi, che la punibilità non è automatica in quanto per una condanna ai sensi della legge Scelba è richiesto che il contesto in cui il fatto è avvenuto sia espressione di una concreta volontà di ricostituzione del Partito nazionale fascista mentre se ha avuto solo intenti commemorativi tale comportamento rimane censurabile solo sul piano politico e morale .

Di conseguenza la Cassazione ha annullato la sentenza di condanna rinviando gli atti alla Corte d’appello di Milano perché valuti con maggior precisione se ci si trovasse di fronte all’una o all’altra situazione. È molto probabile che alla fine prevalga la seconda interpretazione anche perché il saluto è avvenuto nel corso di una celebrazione, nel corso della quale non erano presenti intenti aggressivi e che non ha dato luogo ad alcun incidente.

La decisione della Cassazione, che servirà da linea interpretativa anche per altri casi, è certamente ragionevole. Le idee per quanto sbagliate, sbagliatissime,  in democrazia possono essere perseguite solo in situazioni di estremo pericolo, quando sono l’anticamera immediata di azioni violente. È questa la superiorità della democrazia e la riaffermazione dei valori di libertà che sono il prodotto essenziale e concreto della sconfitta del fascismo. Sino a quando non vi sia un progetto eversivo in atto la democrazia si difende con la democrazia e cioè con la cultura e l’opera di convincimento che producono effetti più profondi e duraturi di un processo penale.

Dopo eventi del genere, saluti romani e simili, viene spesso proposto lo scioglimento per legge delle organizzazioni di estrema destra quali Forza nuova e Casa Pound. Tale proposta non mi convince.

Tecnicamente uno scioglimento non sembra praticabile perché servirebbe prima procedere per il delitto di associazione eversiva fascista o a fini di odio o di discriminazione quantomeno nei confronti dei principali dirigenti. Inoltre la presenza politica dell’estrema destra in Italia è insignificante, alle elezioni hanno racimolato insieme meno voti del Partito animalista, e questo diversamente ad esempio della Germania dove la AFP, Alternative fur Deutschland, un partito che flirta con i neonazisti, ha seggi in Parlamento e in vari Land. 

Ma soprattutto i militanti di tali gruppi, anche se pochi, perso il contenitore, non scomparirebbero di incanto ma diventerebbero schegge impazzite con il rischio di accentuazione di atti di violenza frutto di inevitabili reazioni di “vittimismo” e di volontà di rivalsa. Con in più il pericolo di fare a questi ambienti, che vivono di miti del passato, una pubblicità gratuita  e insperata.

Le attività di controllo e di prevenzione delle forze di polizia e della magistratura negli ultimi anni hanno funzionato. Infatti se è vero che non è stato  prevenuto in modo efficace il grave episodio dell’invasione a Roma della sede della Cgil nell’ottobre 2021, le condanne dei responsabili sono state rapide e  molto dure. Inoltre, partendo dal primo dopoguerra ad oggi, la violenza politica sia di estrema destra sia di estrema sinistra è oggi ai minimi storici. Da più di vent’anni non si registrano in Italia assassinii politici e questo nonostante i riflessi sinistri delle guerre che sconvolgono altri paesi non troppo lontani. 

Senza dimenticare che certe connivenze dall’interno degli apparati dello Stato, pensiamo agli anni bui della strategia tensione, appartengono al passato e questo, l’essere le forze dell’ordine il baluardo della libertà di tutti, elide molti elementi di pericolo.

Cerchiamo quindi  una volta tanto di essere ottimisti.

 

Guido Salvini


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