Manteniamo il vecchio muro, quella rassicurante quinta lungo il viale
Rassicurante. Ecco, se devo pensare alla sensazione che suscita in me, abitante del Quartiere Po, il vecchio muro che costeggia il viale direi che lo trovo rassicurante.
E’ una presenza consolidata negli anni che quotidianamente accompagna la passeggiata di ritorno a casa; spesso è sera e, in inverno, è buio ma da quel lato non occorre temere che escano malintenzionati e nemmeno qualche cane lasciato libero che potrebbe aggredire il mio. Credo possano considerare rassicurante quel muro anche le persone che godono le possibilità offerte dal Parco Tognazzi appena rinnovato: genitori che approfittano dell’area giochi per allentare la sorveglianza sui bimbi senza temere che possano allontanarsi verso zone di transito automobilistico, gruppi di amici o singoli lettori che godono un momento di relax sulle panchine protetti alla schermatura dei rumori offerta dal muro e dalla vegetazione, padroni che approfittano di un momento di solitudine per dare al cane la possibilità di fare una corsetta senza rischiare che vada sotto le auto del viale.
Sono anche architetto però e a fianco alla percezione “emotiva” qualche considerazione tecnica. Il muro consente di leggere la continuità della cortina stradale e di cogliere i confini dell’insediamento industriale della vecchia Fornace Frazzi, eliminarlo annullerebbe questo effetto per promettere una trasparenza verso l’area verde che rischia di diventare invece l’inquadratura del parcheggio e della centrale del teleriscaldamento. Meglio mantenere quelle che Le Linee guida per l’esame paesistico dei progetti del 2002 definiscono “relazioni visuali storicamente consolidate”, quella quinta di divisione che i filari di piante ribadiscono e lasciarsi sorprendere passeggiando nel vialetto del Parco dalla costruzione in mattoni del Cinema all’aperto.
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