Quanto sono lontane dai partiti le tematiche ambientali. E quanto poco pesano elettoralmente i comitati
Ho letto con piacere l' articolo “Comitati e svolta politica, l'insegnamento di Fort Apache“ di Antonio Grassi, che ha risvegliato in me una marea di piacevoli ricordi e mi ha dato spunto per alcune riflessioni sulla futura campagna elettorale. Giustamente ha ricordato i tre principali comitati che attivamente si stanno muovendo sul territorio comunale contro l'impianto biogas, il nuovo ospedale e l'autostrada Cremona-Mantova. Temi cari, sostenuti e votati in Regione sia dal centro sinistra che dal centro destra. Prevedo quindi alcuni mal di pancia per i candidati sindaci in quanto entrambi gli schieramenti difficilmente si esprimeranno chiaramente su questi argomenti, c'è “chi vorrebbe ma non può” e “ chi non vorrebbe ma dovrà farlo”. Il declinare il problema e rimandarlo al futuro è dannoso quanto ignorarlo. I voti dei comitati e in genere del mondo ambientalista possono essere determinanti nel risultato delle elezioni o nel successivo ballottaggio? Come ha ricordato Grassi nell'anno della battaglia contro l'inceneritore sono stati ininfluenti e purtroppo dubito che anche in queste elezioni i loro voti possano essere determinati. Certo il centrodestra corteggia il malcontento espresso dai comitati ma dubito che realmente al centrodestra il tema dell'ambiente sia così caro, ricordo che nel 2013/2014 aveva avuto la possibilità di chiudere la partita dell'inceneritore, aveva a favore sia la Provincia che la Regione, ma si era poi inchinato alla volontà dell'allora AEM che, molto probabilmente, ha governato anche le scelte della successiva Giunta, che in campagna elettorale aveva dichiarato che avrebbe fermato l’inceneritore. Il tema ambiente è purtroppo la parte più vulnerabile di ogni campagna elettorale, piace come argomento ma non piace come sviluppo, troppo impattante sulle line di programma presentate e quindi castrante per i desiderata dei politici. Il tema ambientale dovrebbe essere invece il cardine del futuro sviluppo della città; tutto è legato all’ambiente, la qualità della vita, il turismo, l’inquinamento e la salute, il trasporto, l’industria, l’agricoltura, l’energia. Il tema ambientale dovrebbe essere trasversale e dovrebbe fare da collante tra tutti i temi dei futuri programmi elettorali ma come ho già detto più volte diventerebbe troppo vincolante per essere fortemente accettato, rimane come riempitivo nelle discussioni elettorali e nulla più. All’atto pratico contrasta con gli interessi di alcuni e quindi lo si lascia in un angolo, lo si utilizza come bandiera in occasione di alcune manifestazioni perché “fa bello” sventolarla, bandiera che alla fine viene piegata e messa via. Quindi caro Antonio di indiani del Fort Apache sulle barricate ne son rimasti pochi che però sono duri a morire e qualche freccia riescono ancora a lanciarla e colpire il bersaglio.
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commenti
Teresa
26 febbraio 2024 19:23
Come ha ragione! Se penso che c'è ancora chi teme che comitati e movimenti possano essere usati partiti, non so se ridere o piangere
Rosella Vacchelli
26 febbraio 2024 23:20
Ci sarebbe da piangere se i movimenti venissero mangiati e cannibalizzati dai partiti a scopo elettorale . I movimenti devono sopravvivere alle tornate elettorali perché l'opposizione puoi farla( e non sempre benissimo come la cronaca ci racconta) da dentro le istituzioni ma anche da fuori col controllo dal basso come la democrazia prevede.
Alex Conti
26 febbraio 2024 23:39
Caro Bordi ,le tematiche ambientali prima di parlarne da quasi......politici bisogna studiare documentarsi e poi parlare altrimenti NON SERVE A NULLA!come sempre.....hanno insegnato i precedenti politici e ricordo che fare Politica e'risolvere i problemi dei Cittadini non essere pagati senza mai e ripeto mai......concludere niente Il vero Risultato nasce dalla volontà di agire non con parole ma con fatti! Altrimenti come dice la Nostra Mina sono:Parole Parole soltanto Parole!by Alex76.
Daniro
27 febbraio 2024 09:29
Senza togliere nulla all'azione dei comitati spontanei che si danno da fare per evitare future altre devastanti azioni per ambiente e territorio e che ovviamente sperano di trovare ascolto nei decisori politici, forse la politica e i propri rappresentanti dovrebbe dimostrare concretamente di come occuparsi di risolvere con programmi chiari (per i neofiti) e con azioni concrete (per chi ha già governato) i problemi che già ben si conoscono e che localmente si concentrano nello stato pessimo e, secondo i dati OMS, anche letale dell'ambiente in cui viviamo. I problemi sono inquinamento di aria, suolo, acqua, perdita di biodiversità ecc. Le cause sono eccesso di traffico, emissioni urbane, industriali , agricoltura chimicizzata e allevamenti intensivi. In più, ovviamente, i guai causati dal riscaldamento globale con i conseguenti fenomeni estremi. Di fronte a ciò purtroppo non giova costatare che il late motiv della politica in generale e in particolare se al governo è che, certo bisogna fare meglio ma "siamo già in miglioramento rispetto a vent'anni fa ", " siamo nel catino padano e quindi che ci possiamo fare" ecc, come se le emissioni e inquinanti si producessero motu proprio: il che equivale a dire "ascoltiamo tutti ma poi..." . Se poi ora, ad inizio campagna elettorale, ci vengono a dire che si poteva chiudere il Termovalorizzatore ma non si è fatto per ragioni di business e ce lo dice colui che era allora Assessore all'ambiente, insomma, credo ci sia poco da commentare.
Enrico Gnocchi
27 febbraio 2024 10:35
Non sono d'accordo con la tesi di Francesco Bordi. La sua partecipazione al "comitato contro l'inceneritore per la raccolta differenziata dei rifiuti" fu marginale e poco convinta sul peso che ebbe il comitato, come lo è la sua analisi dei fatti a distanza di trent'anni, sia nell'input che portò alla aggregazione di molte decine di persone che attivamente si opposero a questo progetto, e che fisicamente si misero contro all'apertura del cantiere costruendo ciò che il giornalista Grassi chiamò forte Apache, e che diedero vita alla mobilitazione dei cittadini di Cremona e alla raccolta di più di 5.000 firme in tre mesi per permettere di indire il referendum consultivo, vinto, ma poi tradito dai politici di professione, sia soprattutto nella coerenza nei decenni successivi di portare avanti il tema di base per il quale il comitato era nato: portare la raccolta differenziata ad un'alta percentuale rendendo inutile l'inceneritore in quanto non avrebbe avuto il carburante (rifiuti) per funzionare. Tema che ancora è attuale e che rende difficile per i politici di professione, sempre attivi e attenti agli interessi di pochi, decidere di spegnerlo e demolirlo. Al di la della partecipazione personale di Bordi che ovviamente era legata come per tutti alla propria convinzione più o meno forte di fare una battaglia a benefico della citta e di tutta la provincia, ma soprattutto di iniziare o continuare un approccio alla politica ambientale che in quegli anni era anticipatrice nel segnalare i disastri che oggi vediamo nella pianura padana ed in tutto il mondo, c'è nel suo scritto un messaggio di rassegnazione ad una cultura politica negativa che dovrebbe essere superata nell'agire politico democratico di tutti coloro che si sentono parte di una società non decadente.
Ancor oggi la trasversalità della partecipazione dei cittadini ai movimenti, prima di tutto culturali e poi politici nelle scelte che avvengono sul territorio, sono la prova che non è ininfluente la spinta che esercitano sui partiti. A maggior ragione se constatiamo che gli iscritti ad alcuni partiti sono stai "invitati" a non partecipare alla mobilitazione in assemblee di informazione, di tenersi lontano da argomenti troppo grandi per loro e ormai irrimediabilmente decisi da chi ha fatto le "scelte giuste" tenendo conto del bene comune, fino ad arrivare a chiedere di ritirare la firma che avevano già sottoscritto ad una petizione del movimento.
Non quindi i partiti sono sotto accusa, ma chi nei partiti per decenni si è insediato stabilmente e si arroga il diritto di decidere per i propri iscritti e per tutte la cittadinanza per scelte che riguardano il futuro di una comunità su temi globali come è la costruzione di un inutile nuovo Ospedale o di una autostrada altrettanto superflua. Per entrambe ci sono alternative molto meno impattanti per l'ambiente e che permettono di evitare uno sperpero enorme di risorse economiche. I cittadini, che con disinteresse personale dedicano il loro tempo per proporre ai decisori politici alternative a progetti pensati in segrete stanze e volutamente non condivise con la cittadinanza, devono farsi sentire, devono chiedere ai propri partiti di essere informati e di poter decidere anche in periodi non prossimi a campagne elettorali con modalità che la tecnologia oggi ci permettere facilmente di attuare.
Il voto amministrativo o politico è un momento insufficiente e troppo limitante per una società complessa e veloce come la nostra. Non ascoltare le istanza che provengono dalla gente anche attraverso i movimenti porterà inevitabilmente all'allontanamento di sempre più persone dal voto, ciò che i movimenti dei cittadini qualunque istanza sostengono vogliono scongiurare.
harry
27 febbraio 2024 11:00
Bra_vo!
harry
27 febbraio 2024 12:01
Mi ha sorpreso ma non più di tanto la chiusura dei commenti di un'altra testata locale , ma era prevedibile. Prima il contatore commenti azzerato, poi la freccia giù per leggere i commenti, poi la sostituzione del Direttore. poi la soppressione dei commenti tout court.
Evidentemente si è voluto aderire, senza se e senza ma, alle direttive del compianto Umberto Eco quando affermava, più o meno, che i commenti della gente comune si potevano fare solo al bar e , aggiungo io, uno poteva scrivere e pubblicare quel che gli pareva, senza diritto di replica di che leggeva.
Ogni riferimento alla "Nuova Vita Cattolica" è puramente casuale.
Stefano
2 marzo 2024 04:58
Se un personaggio come Eco ha veramente detto che o commenti della gente meritano di essere fatti solo al bar, allora si scredita solo con questa frase per cui sono ben contento di non aver mai letto niente di lui e mai leggerò
harry
2 marzo 2024 13:46
I “social network” e le lettere ai giornali sono diventati un puro sfogatoio. Come ha recentemente osservato Umberto Eco, in occasione del conferimento della laurea honoris causa in comunicazione e media da parte dell’Università di Torino (si veda “La Stampa” dell’11 giugno 2015) “Prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, e di solito venivano messi a tacere. Ora chi scrive ha lo stesso diritto di parola di un premio Nobel. Ma è normale: capita in tutte le comunità numerose. Nei gruppi con più di cinquanta persone quelli che si espongono di più sono sempre gli imbecilli”.
Nel mio commento ho scritto: più o meno.
Stefano
2 marzo 2024 15:58
Più che altro dipende dai contenuti, non crede? E comunque uno che manca così tanto di rispetto aprioristico al prossimo,manifesta un livello di supponenza e di superbia non piccolo. Sempre più convinto pertanto di non trovare nessuna convenienza nel leggere un personaggio del genere. E di certo non lo leggerò. Posso fare tranquillamente a meno di questi premi Nobel
Rosella Vacchelli
27 febbraio 2024 20:35
Apprendo ora della chiusura dei commenti di cui ci informa il lettore Harry. Se è vero che la democrazia vive del dissenso e della libera espressione del pensiero che in altre forme di organizzazione della convivenza sociale sono banditi, questo è un segnale preoccupante che insieme ad altri di cui siamo spettatori e protagonisti insieme in questi giorni (leggi manganelli e bavaglio alla stampa ad esempio) descrive una deriva che merita un risveglio collettivo e la presa in carico da parte di ciascuno di noi di una fetta, la propria, di responsabilità rispetto ai destini collettivi. Senza questo non c'è futuro e addirittura non c'è neanche vita come l'ambiente e i suoi problemi non mancano di avvertirci.
Pasquino
28 febbraio 2024 07:07
Nella città tra le più inquinate d'Europa coi valori più alti negativi e le diagnosi di tumori al massimo purtroppo la politica è stata capace solo di inciuci e di spartizioni del potere senza mai toccare i poteri forti . Ma forse è davvero venuto il tempo di dire basta come sta avvenendo in tutta Europa alle imposizioni del potere
Mai dire mai Voglio crederlo !
Michele de Crecchio
1 marzo 2024 18:18
Nel secolo scorso l'iniziativa volontaristica di gruppi di cittadini cremonesi organizzati in "comitati" per sostenere specifiche questioni di interesse territoriale, ha non di rado avuto un peso singolare nella più recente storia edilizia ed urbanistica della nostra città. Senza pretendere di essere esaustivo e riferendomi soprattutto a quelli che riuscirono ad incidere più significativamente sulle vicende cittadine, vorrei ricordare:
- il Comitato per l'isolamento del Duomo (operò nei primi decenni del secolo scorso e, sia pure compiendo anche non poche operazioni che oggi sembrano troppo radicali a spese del nostro centro monumentale, realizzò sostanzialmente quanto l'opinione pubblica cittadina più qualificata andava inutilmente sollecitando sin dagli anni di Antonio Campi e del Platina;
- il Comitato di residenti nei dintorni che operò negli anni 70-80 per la salvaguardia dei residui terreni inedificati posti a sud della via Giuseppina (prato Albero della Libertà, contiguo al supermercato Coop ed altri terreni contigui alla scuola Bianca Maria Visconti);
- il Comitato per la salvaguardia dei terreni e degli storici edifici già costituenti il cosiddetto "comparto del Vecchio Ospedale", comparto esteso per ben 90.000 mq. dal viale Trento e Trieste alla piazza Lodi, comparto già quasi per intero riutilizzato per scopi ricreativi, educativi e culturali e del quale, proprio in questi mesi, l'amministrazione comunale sta progettando l'aggiornamento e il completamento del recupero delle porzioni da qualche anno in disuso.