Quella firma “costituzionale” del Re sulle leggi contro gli ebrei
Le cosiddette “Leggi razziali” , (ufficialmente “provvedimenti in difesa della razza ariana”) promulgate il 17 novembre del 1938 da Mussolini furono l'inizio di quella terribile escalation che nell'arco di pochi anni portò allo sterminio di milioni di ebrei noto a tutti come Shoah e il cui ricordo si celebra ogni 27 gennaio.
Nella Germania di Hitler l'inizio della persecuzione avviene ben tre anni prima con la promulgazione a Norimberga di due leggi che privavano gli ebrei della cittadinanza tedesca e ne impedivano i matrimoni con i tedeschi. In quei tre anni si consuma il fulmineo e letale abbraccio tra Italia e Germania la cui accelerazione si crea dal 1936, anche grazie ai clamorosi errori di Francia e Inghilterra che isolarono Mussolini per un imperialismo africano che essi praticavano su ben più larga scala da secoli…
Le date sono estremamente significative di una vicenda, quella della persecuzione degli ebrei, che ha tutto il sapore di un mortale pegno di nozze che Hitler chiede al Duce. Il Furer dei Tedeschi giunge in visita a Roma nel maggio del 1938. Due mesi dopo presso il Ministero degli Interni, retto da Mussolini stesso, viene creata la Demorazza, Direzione Generale per la demografia e la razza affidata al Sottosegretario Guido Buffarini Guidi, fascistissimo podestà di Pisa. In agosto la Demorazza invia a tutti i Prefetti una velina contenente il “riservatissimo’ ordine di iniziare a censire tutta la popolazione ebraica in Italia. I Prefetti già a settembre si rivolgono ai Comuni perché siano le loro anagrafi ad occuparsi del censimento vero e proprio. Il 18 settembre a Trieste Mussolini parla apertamente del ‘problema ebraico” esplicitando orgogliosamente la natura razziale del Regime. In quelle stesse settimane nella splendida tenuta di San Rossore, Vittorio Emanuele III inizia a firmare le leggi razziali che saranno promulgate a novembre. Insomma, tutto avviene esattamente in sei mesi dalla visita di Hitler a Roma. Non fu certo un caso.
La contrarietà del Re era nota, almeno quanto la tradizionale vicinanza di Casa Savoia a ebrei e massoni, tra le cui fila erano stata scelta buona parte della classe dirigente post unitaria. Tuttavia il Re firmo’ gettando sul Casato un onta che la Storia non gli perdonerà mai. Eppure, tra le tante ragioni ben poco nobili che lo portarono a firmare quelle leggi ve ne è una poco raccontata ma estremamente importante e perfino “costituzionale”.
Quando Hitler scende dal treno a Roma rimane estremamente infastidito dal dover salutare prima il Re che Mussolini, e dirà proprio in quei giorni al Duce di “sbarazzarsi di quel piccolo re’, richiesta che si farà ben più perentoria negli anni successivi. I tempi erano ormai maturi, e la gran parte dei gerarchi fascisti riteneva che Mussolini dovesse diventare come Hitler capo assoluto dello Stato e sbarazzarsi dei Savoia. Proprio queste odiose leggi sembrano l'occasione perfetta.
Per uno di quei giochi paradossali della Storia, fu proprio per una questione di democrazia che dentro una Dittatura la Corona approvò delle leggi razziste…
Nel 1848 Carlo Alberto di Savoia promulgo’ la Costituzione democratica del suo regno, che prevedeva l'obbligo per il Re di abdicare a favore del suo erede nel caso in cui si fosse rifiutato di firmare qualsiasi legge approvata dal Parlamento. Per un uomo come Vittorio Emanuele III violare la Costituzione di Casa Savoia era cosa inammissibile al di là di ogni immaginazione. Non firmare le leggi razziali, che ovviamente il parlamento totalmente fascista avrebbe approvato, significava la immediata abdicazione a favore del figlio Umberto che avrebbe dovuto a sua volta o firmare le leggi o lasciare che il Parlamento nominasse un reggente (come da Statuto Albertino), e ovviamente il parlamento fascista avrebbe nominato reggente il Duce. Ecco che Mussolini si sarebbe trovato ad esser Duce del Fascismo, Presidente del Consiglio e de facto Re d'Italia.
I Fascisti tessero assai abilmente una tela lasciando al Re ben poca scelta: cedere a Mussolini il Regno o compromettere definitivamente Casa Savoia col Regime.
Il resto ahinoi è storia e tragedia ben nota.
(La foto del professor Martelli è di Daniele Mascolo)
Sovrintendente agli Archivi del Comune di Milano
Docente di archivistica all'Università degli studi di Milano
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commenti
Tiberio Alpaco
26 gennaio 2025 13:49
Un gran pezzo Dott. Martelli, anche per la capacità di ricordare oggi quello che fu l'inizio di una vera ed immane tragedia, in un momento storico in cui i discendenti dei deportati vengono sollecitati a resistere dalla tentazione di una vendetta cieca a Gaza.
Trovo davvero molto acuta l'analisi costituzionale del ricatto della firma per finalmente sbarazzarsi della monarchia.
Un mortale pegno di nozze per Mussolini come dice lei , ma declinato da navigato politico in modo da non poterci che guadagnare, proprio lui che un'amante ebrea l'aveva coltivata sino ad un paio d'anni prima. Grazie!