26 marzo 2025

Solo 15 iscrizioni. Scuola di liuteria in crisi, indispensabile conoscere l'italiano e la nostra cultura

Ha suscitato più di qualche riflessione la richiesta di Chiarimenti in merito ai requisiti linguistici per l'accesso degli studenti extraeuropei all'Istituto Stradivari di Cremona - n. 3-01827 – presentata alla Camera dei Deputati da parte della deputata Antonella Forattini. Riflessioni che, al netto della contingenza delle 15 iscrizioni per l’a.s. 2025/2026 (alla data del 28 febbraio 2025) al Corso di Liuteria dell’Istituto Stradivari e di valutazioni normative e politiche, possono offrire altri spunti e considerazioni. Quando si parla di insegnamento, la conoscenza di una lingua non concerne qualcosa di astratto: non riguarda solo l’acquisizione di regole grammaticali, la corretta costruzione di frasi o l’uso di uno strumento linguistico che serve, in primis, a colui che apprende. Una persona che possiede uno strumento linguistico adeguato potrà vivere al meglio l’esperienza formativa nella quale ha deciso di investire le proprie energie, contestualizzare con migliori risultati le informazioni ricevute ed apprezzare maggiormente la cultura del Paese ospitante. Chi arriva in Italia per apprendere la musica e la liuteria deve conoscere la lingua italiana perché, banalmente, la lingua e la cultura si sono da sempre influenzate vicendevolmente. Quando pensiamo ad una lingua, pensiamo ad uno strumento usato da un popolo per rappresentare sé stesso, per veicolarne la cultura e per trasmettere, come nel caso della costruzione degli strumenti musicali, procedure ed azioni. Il binomio lingua-cultura è inscindibile proprio per la natura del rapporto stesso. Lo strumento linguistico è indispensabile per comprendere e per descrivere un determinato fenomeno, ancor di più se afferente ad un settore specifico qual è quello musicale o liutario.

Se gli studenti che arriveranno a Cremona per apprendere i segreti della liuteria conosceranno bene la lingua italiana, non impareranno solo a costruire strumenti sonori ma potranno immergersi nella letteratura, nell’opera teatrale, nell’arte italiana che potrà produrre in loro ulteriore motivazione nella comprensione non solo di elementi liutari ma soprattutto nel rispetto di una antica tradizione che vanta più di 500 anni di storia e che non può essere solo ridotta a mera tecnica costruttiva lignea (per questo ci sono già diversi tutorial sul web che si possono visionare comodamente a domicilio).

Se è vero, da una parte, che la Scuola Internazionale di Liuteria ha e deve avere un respiro planetario, dall’altra parte non ci si può dimenticare della dimensione nazionale: 15 iscrizioni sono davvero molto poche e rischiano di mettere in crisi, specie negli anni a venire e col calo demografico alle porte, un comparto formativo importante. Sarebbe auspicabile promuovere maggiormente i Corsi cremonesi a livello nazionale per portare a Cremona giovani talenti che, nella patria di Stradivari, potrebbero trovare docenti di prim’ordine in grado di veicolare contenuti e tecniche che oggi sono variamente offerti da altre agenzie formative sparse lungo la Penisola, spesso improvvisate e senza la possibilità di poter offrire adeguate garanzie di qualità professionale né di riconoscimento legale dei titoli rilasciati.

Ecco il documento del dibattito alla Camera 

Fabio Perrone


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commenti


Frank-N-Furter

27 marzo 2025 09:59

15 iscrizioni sarebbero il numero giusto per una scuola di quel tipo, a meno che lo scopo non sia mantenere in piedi tutto l'ambaradan. Che il basso numero di iscritti rappresenti un pericolo per il futuro della formazione è tutto da dimostrare. I grandi numeri e la qualità (in questo caso dell'insegnamento) non vanno mai d'accordo, ancora di più nel campo della liuteria.
Sul fatto che sia necessario conoscere la lingua italiana per poter frequentare la scuola di Cremona, oltre alle considerazioni, più che condivisibili, esposte da Perrone, provate ad iscrivervi alla scuola di liuteria in Germania o Francia senza conoscere una parola di tedesco o francese......

PierPiero

27 marzo 2025 10:42

Antonella Forattini è del PD, se non vado errato, e questo è un altro attacco a quella italianità che tutti i partiti dovrebbero difendere e che invece, in nome di un nonsocosa, viene irrisa e dileggiata.
Andate in Francia, andate in Germania o in qualsiasi altro paese democratico e vedrete se non difenderanno la loro lingua e il loro Paese. Non è così che si promuove l'integrazione!

Anna L: Maramotti Politi

27 marzo 2025 11:48

Mi corre l'obbligo di precisare che prima di ammettere gli studenti alla Scuola la docente di lettere, coaiuvata dai collghi, ha sempre incontrato i giovani intenzionati ad iscriversi al corso.
Taluni di loro possedevano buone competenze sia per quanto riguardava la comprensione sia per quanto riguardava l'espressione. Pertanto, erano ammessi.
Diversamente erano valutati i casi di giovani che avevano difficoltà. Se queste coinvolgevano sensibilmente la comprensione il parere espresso era negativo, se invece riguardavano l'espressione il parere era positivo. Ovviamente si teneva conto anche delle pregresse competenze e abilità in ambito liutario e/o musicale. Da anni sapevamo che chi a setttembre mal si esprimeva in italiano dopo qualche mese (periodo natalizio) per merito della Scuola nonchè della frequentazione dei compagni sarebbe riuscito ad ottenere risultati più che soddisfacenti.
Altro discorso riguardava la cultura: gli insegnamenti a carattere umanistico e scientifico dovevano rispondere alle neccesarie competenze che un liutaio avrebbe dovuto acquisire sia nell'uno che nell'altro campo. Qui il discorso richiederebbe un approfondimento. Sono più che disponbile a fare memoria della mia personale esperienza di docente di lettere.
Condivido quanto scritto con chi è intervenuto prima di me. Nello specifico però è necessario dare un'offerta linguistica e culturale atta a far comprendere quali saperi (scientifici) siano connessi alla liuteria ed esaminare quali condizioni nel nostro Paese abbiano potuto svilupparla. La Cremona dell'arte liutaria costituisce quell'humus che ne ha permesso lo sviluppo. Parlare meramente di artigianato artistico è spaventosamente riduttivo. Forse anche un po' di conoscenza della filosofia dell'arte e della storia può consentire a valutare la nostra liuteria e di questo gli studenti allora erano consapevoli, ma ritengo che ancor oggi necessitino di tali competenze.

Perista

27 marzo 2025 12:19

Sbagliato non accettare chi non conosce la lingua italiana. Ancora una volta si dimostra la ottusità e il settarismo tutto italiano. Chi non conosce la lingua la impara

roberto.ruffo

27 marzo 2025 12:38

Prova ad andare in Francia senza sapere almeno discretamente il francese....manco l'acqua da bere ti danno

Frank-N-Furter

27 marzo 2025 16:47

Se fosse questo (cioè la conoscenza della lingua italiana) il solo problema della scuola di liuteria di Cremona basterebbe, per gli stranieri, un corso obbligatorio di lingua italiana da frequentare prima di iscriversi. Se poi dimostrano di conoscere già la lingua, meglio per loro, si iscrivono direttamente. Problema risolto, non è questione di ottusità e settarismo. Una discreta conoscenza della lingua del Paese dove si vive, anche solo per un periodo, è fondamentale in ogni caso. Senza "scomodare" partiti e politici, sempre pronti ad usare la liuteria come "gagliardetto" per la qualunque....

Danilo Codazzi

27 marzo 2025 12:34

Una domanda e una considerazione la devo fare . Quanti cremonesi si sono iscritti alla scuola internazionale di liuteria ? Forse che ai Cremonesi è "vietato" iscriversi alla scuola che ha nella tradizione i Guarneri del Gesù, Amati , Bergonzi, Stradivari e gli altri maestri ?? La mia non è solo ironia, è sostenere la consapevolezza che non è stato fatto abbastanza per attrarre i Cremonesi/lombardi alla scuola, che ha un sicuro prestigio . Considerazione : riflette la Cremona che non si coordina e dove ognuno va per i fati suoi ( non fatti suoi , ma fati suoi). La scuola di liuteria con la quale ho dialogato almeno in questi ultimi due anni sa di cosa sto parlando.

Nicolini

27 marzo 2025 13:03

Non sarebbe ora di affrontare realmente il problema della scuola di liuteria ? Il sen Pizzetti una decina di anni fa aveva concordato con le mie osservazioni in una risposta ad una mia lettera circostanziata sulle " assurdità" di una maturità professionale per allievi molto spesso laureati o in possesso di titoli di studio superiore per poi sottolineare le difficoltà economiche esistenti al momento e...successivamente eludere il problema
La attuale situazione credo imponga non solo riflessioni ma interventi reali e concreti

Paolo

27 marzo 2025 17:01

Lavoro da anni nelle scuole medie e sinceramente non ho visto la presenza della scuola di liuteria. I ragazzi neanche sanno che cosa sia (almeno in provincia). Quest'anno ho tre terze e, da professionista del settore, avevo individuato un ragazzo con una mano eccellente e dunque l'ho portato direttamente in bottega da un collega e amico. L'esperienza gli è piaciuta molto ma la sua prima scelta è rimasta elettrotecnica, e la seconda ragioneria. Se si vogliono più iscritti si deve essere più presenti nelle scuole.

Vanni

27 marzo 2025 17:26

Forse risulta più interessante fare missioni in Colombia o a Pechino a costo zero invece di Spino d'Adda o Viadana... e i risultati si vedono con meno iscrizioni e pietismo parlamentare per aprire le maglie linguistiche. Tristezza...

Marco

29 marzo 2025 09:47

Dal 1938 al 2024 si sono diplomati alla Scuola di Liuteria 1.323 allievi, dei quali il 38% italiani (503) e il 62% non italiani (380 europei 29% e 440 extra europei 33%). È una scuola che si regge sugli stranieri... ecco perchè tanta pressione. Forse è arrivata l'ora di rimboccarsi le maniche, lavorare sul territorio e contenere i viaggi esotici.

Luca G

27 marzo 2025 18:34

Il respiro planetario della liuteria dipende dalla presenza di studenti stranieri, ma dovrebbe essere condiviso dal personale dall'Istituto che purtroppo ha investito più in immagine che in sostanza, tradendo una tradizione secolare per gemellaggi e importazione di modelli meno artigianali di un tempo. Non basta la presenza di maestri di prestigio, occorrono competenza culturale e scambi internazionali gestiti con intelligenza, magari con un dirigente che partecipi agli incontri di una rete che attualmente presiede solo sulla carta e da una squadra che non si limiti a foto autocelebrative. Cultura significa scambio, non solo pubblicità o vivere di rendita de lavoro altrui. Il bluff viene a galla...e non è una innovazione.

Caruso

27 marzo 2025 22:32

Sono anni che avrei voluto partecipare, come si faceva una volta, da già diplomato, ai corsi di laboratorio extracurricola, ma negli anni poi è cambiata la regola, e hanno introdotto l'età massima di partecipazione. La trovo una regola stupida ed inutile. Quante persone che conosco parteciperebbero con molta passione ai laboratori della scuola per imparare tecniche e, perché no, un nuovo lavoro che sappia muovere le mani e la mente. Perché precludere tali arti?

Manuel

28 marzo 2025 16:59

Condivido e rilancio la critica.
Vale per tutte le attività, discipline.

Antonio

28 marzo 2025 13:40

E quindi?

Presariog

28 marzo 2025 17:05

Non è che sono già tanti i liutai a Cremona? Pescare tra i giovani Cremonesi sarà difficile certo poi uno può non fare il liutaio .....

Frank-N-Furter

29 marzo 2025 07:29

Solo a Cremona e provincia 180 (più o meno...) professionisti più tutto il sommerso? Tanti? noooooo....La scuola di liuteria aveva avuto un incremento di iscrizioni (di italiani, anche cremonesi) quando è passata da istituto professionale di 4 anni ai 5 anni attuali, cioè quando è diventata (anche) un modo "comodo" per avere un diploma qualsiasi senza studiare più di tanto. Questo è stato un bene? No, se si vuole far uscire gente minimamente preparata devono accedere solo le persone realmente interessate e motivate, altrimenti è uno spreco di tempo ed energie e si penalizza chi è realmente interessato a diventare liutaio. Il numero ideale per maestro liutaio (insegnante) è di quattro o cinque allievi. Se invece si vuole usare il numero di iscritti per poter tenere aperta la scuola e basta, perchè poi uno può non fare il liutaio, allora tutto fa brodo....

François

29 marzo 2025 10:19

L'École Nationale de Lutherie di Mirecourt è l'unico centro di formazione pubblico in Francia dedicato alla liuteria. La scuola offre formazione gratuita, finanziata dal Ministero dell'Istruzione Nazionale. Ogni anno, tra i 50 e i 100 diplomati delle scuole superiori si candidano per superare le selezioni ed essere tra i dodici fortunati allievi del Corso. Il reclutamento è nazionale e potrebbe, in casi eccezionali, coinvolgere anche alcuni allievi stranieri. I candidati devono saper suonare bene uno strumento, avere competenze artigianali e conoscere il francese. C'est une École très sélective...