"I fossili delle alluvioni" il nuovo libro di Davide Persico
Si chiama “I fossili delle alluvioni – Ricerca, studio e descrizione della Paleofauna Padana” ed è il nuovo libro di Davide Persico, il settimo in dodici anni. Come definire Persico? Sindaco? Scienziato? Scrittore? Professore? Tutte definizioni giuste, che si è guadagnato, meritato e sudato sul campo. Il sottoscritto, che lo conosce da un bel po’ di anni, anziché affibbiargli una lunga lista di titoli, preferisce definirlo un “Uomo innamorato del Po e della sua terra”. Che a questo amore, senz’altro passionale e genuino, ha dedicato e sta dedicando la vita, le idee, l’impegno, le battaglie (quelle buone), mettendoci sempre la testa, e il cuore. Il suo amore per le scienze della terra e per il suo fiume lo ha portato a pensare, creare e fondare, con un gruppo di amici, il Museo Paleoantropologico del Po di San Daniele Po, una realtà culturale di assoluto rilievo, un patrimonio delle terre del Po, dell’una e dell’altra riva, di inestimabile valore, del tutto strategico per il rilancio turistico e culturale di una zona, quella del medio Po, ricca di eccellenze storiche, ambientali, gastronomiche, architettoniche e culturali. Negli anni, Persico, nato a Cremona nel 1973, con “Il Simposio delle Muse” ha dato alle stampe “Neodarwinismo, l’evoluzione della teoria”, “Ritornare dall’Antartide e ritrovarsi Neanderthal” e, con le Edizioni Delmiglio, “Storie da una scatola di sassi”, “Meteoriti, storie cadute dal cielo”, <Il lupo del Po” e “Storie naturali”. Ora è di nuovo in libreria con “I fossili delle alluvioni – Ricerca, studio e descrizione della Paleofauna Padana” (edizioni Delmiglio). Un nuovo contributo, un nuovo dono, che Persico fa alle terre del Po, alla loro storia, al loro passato, al loro presente, guardando e costruendo il futuro. Di chilometri sulla spiagge del Po, Persico ne ha percorsi tanti e altrettanti li ha fatti in barca e in canoa; di reperti ne ha messi insieme un numero incalcolabile ed ha avvicinato a questa passione tante persone, indegnamente anche il sottoscritto. In tanti, chi più e chi meno (ma la quantità non importa) hanno contribuito non solo ad allestire quella straordinaria miniera di storia che è il Museo Paleoantropologico di San Daniele Po, ma anche e soprattutto ad arricchire quella continua ricerca fatta di studi, approfondimenti, scoperte legate alla storia delle nostre terre.
Quello appena andato in stampa è un libro per tutti, di facile lettura, non solo per addetti ai lavori. Ancora una volta Persico è riuscito, e non è facile, a trovare quel giusto mix tra l’esperienza del professore che si è fatto anni e anni di studi e di ricerche (con un paio di viaggi anche in Antartide) e la capacità di sapersi rivolgere a tutti, anche a chi non è del mestiere per intenderci, regalando la possibilità di una lettura semplice. Da fare con curiosità e voglia di apprendere, magari seduti su un tronco o su un masso in riva al fiume, in qualsiasi stagione, con la nebbia o con il sole. Oppure in casa, d’inverno, davanti al focolare, ma sempre con quella curiosità necessaria per immergersi in un nuovo “capitolo” di storia delle nostre terre.
In definitiva, una guida preziosa, scritta naturalmente con l’esperienza immensa di chi sta dedicando la vita allo studio delle scienze della terra e della paleontologia, maturata con occhio curioso e attento in anni di camminate e di remate lungo e dentro il Po. Quel fiume che, come scrive Cristiano Dal Sasso (sezione di Paleontologia dei Vertebrati del Museo di Storia naturale di Milano) “per due milioni di anni ha abbeverato, sepolto e poi restituito alla luce del sole – sotto forma di ossa fossili – generazioni e generazioni di animali”. Alla base di tutto, ancora una volta, c’è l’acqua che scorre, erode, trasporta, disseta e unisce. Non a caso le maggiori civiltà sono sorte sulle rive dei fiumi e, dal loro susseguirsi nel tempo, derivano i nostri saperi, la nostra storia e la nostra cultura. Il nostro Grande fiume ne è un giacimento incredibile. E’ grazie a lui se remote memorie di ciò che ha preceduto l’uomo riemergono portando ulteriori conoscenze sulla nostra preistoria. Queste memorie sono, appunto, i fossili, quelli che normalmente si rinvengono sulle barre di meandro. Sono esattamente questi i fossili delle alluvioni ed hanno una importanza eccezionale nella ricostruzione faunistica evoluta con la Pianura Padana in quel periodo, il Quaternario, caratterizzato da forti variazioni climatiche, le fasi glaciali, intervallate da periodi interglaciali che hanno spinto a migrare, fino in Pianura Padana, specie di mammiferi provenienti, in gran parte, da Asia e Africa. Queste fasi del Quaternario sono state volano di immigrazioni ed emigrazioni, estinzioni e spostamenti altitudinali di specie che oggi si trovano sia viventi sulle Alpi che nei frammenti fossili sedimentati nelle alluvioni del Po. Nel corso degli anni, come scrive lo stesso autore, il Po ha dimostrato continuamente di essere un luogo sensazionale di ricerca di quei resti che vanno a comporre l’insieme, immenso, delle flore e delle faune vissute nelle epoche precedenti la nostra.
Il volume di Persico si propone anche di rispondere alle tante domande riguardanti la paleontologia fluviale, appassionando e incuriosendo il lettore.
Il libro, per la prima volta, sarà presentato sabato 4 settembre alle 21, all’Attracco di Isola Pescaroli, dove tutto ebbe inizio. Insieme all’autore lo presenterà chi scrive questo testo e, con noi, lo presenteranno, attraverso la loro curiosità e le loro domande, in un clima del tutto familiare, come è giusto che sia tra amici sul Po, tutti coloro che vorranno intervenire e che potranno “condire” la serata anche con la cena a base di grigliata. Per quest’ultima è necessario prenotare al 3317708051.
Eremita del Po
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