13 aprile 2023

Al ristorante La Petite Mondina di Lodi, ‘Made in Italy’, il brano scritto da Davide Simonetta è diventato un piatto

Chef per scelta, dopo aver studiato all’Istituto Professionale Alberghiero di Piacenza, fatta la giusta, dovuta gavetta, chef Giuseppe Di Pilato da Casalpusterlengo, dal 2018 lavora, pensa, cucina, progetta nella cucina di quel piccolo tesoro che è il ristorante La Petite Mondina (via Marsala) di Lodi. E con lui, volentieri, ecco abbiamo scambiato quattro chiacchiere…

 

Nel vostro menù, giustamente e gradevolmente mutevole, carne e pesce viaggiano a braccetto. Cosa preferisci cucinare?

Mah … date le mie origini pugliesi, beh direi che mi trovo bene con tutte le preparazioni, quindi piatti marini compresi. Potessi scegliere tuttavia, data la mia passione per le lunghe cotture, cucinerei maggiormente la carne. 

Il tuo piatto preferito?

Ossobuco alla Milanese con risotto allo zafferano.

Pare che ti esca assai bene questo piatto?

Lascio a voi il giudizio, ma attualmente non è inserita nella carta questa portata.

Troviamo comunque una trovata, per così dire … molto sanremese: il risotto alla ‘Made in Italy’, vero?

E’ un’intuizione del nostro capo, lo chef Alessandro Lochi.

E … come lo prepari questa intrigante intuizione, ispirata alla canzone, cantata all’Ariston da Rosa Chemical, scritta dal lodigiano di nascita, ma cremasco a tutti gli effetti, Davide Simonetta: autore e produttore musicale tra i migliori in attività?

E’ un risotto verde al classico pesto, mantecato con burro e parmigiano, accompagnato da una coulis di pomodori pachino; per chiudere l’effetto tricolore con burrata frullata.

Il tuo sogno nel cassetto?

Aprire un locale tutto mio, prima o poi. E vorrei un locale non tanto grande, simile appunto alla Petite Mondina, per coccolare i miei clienti. Più che inseguire la fatidica e mitica Stella Michelin, oggi preferisco accontentare, coccolare, emozionare e far ritornare chi passa a trovarmi per pranzare o cenare. 

Non ti piacerebbe partecipare a un Talent Show gastronomico?

Tutti i giorni, quando penso, compongo, preparo e cucino i miei piatti, passatemi il termine di paragone, di fatto partecipo a Master Chef. Tali format televisivi rappresentano programmi che creano aspettative e convinzioni in chi va al ristorante, facendo erroneamente credere che, anziché studiare, provare, sbagliare, confezionare primi, pietanze e dolci, per cucinare e aprire un ristorante, ecco, basta guardare la tv o smanettare suo Google, YouTube e il Web.

Hai scelto di dedicarti a una professione particolare. Oggi si fatica a trovare cuochi, camerieri e addetti ai lavori nel campo della ristorazione.

Ho sempre pensato di lavorare ai fornelli, mestiere duro, faticoso e particolarissimo: si lavora dove gli altri si divertono. Ma non mi pesa, per me è il lavoro più bello del mondo. Confermo tuttavia che è complicato trovare personale. A volte capita di fare o assistere a colloqui e di sentirsi dire, ancor prima di approfondire ogni situazione, se si lavora al sabato sera, o quando è possibile usufruire delle ferie. A complicare le cose nel nostro settore, in questo periodo di post pandemia, non dobbiamo dimenticare e sottovalutare i vari rincari.

Che tipo di cucina prediligi?

Potrei dire che pratico la tradizione italiana rivisitata, ma vado oltre: passata a trovarmi a Lodi per degustare e farvi un’idea tutta vostra.   

   

   

  

  

Stefano Mauri


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