Cristina Cappellini, un romanzo e una raccolta di poesie dopo la politica
La poetessa, scrittrice e opinionista (mai banali e squarcianti i suoi post aprono scenari illuminanti e fuori dagli schemi via social) Cristina Cappellini, ex assessore alla Cultura della Lombardia (durante il passato quinquennio con Roberto Maroni governatore), attualmente è in prima linea nella promozione culturale del territorio lombardo nelle vesti di organizzatrice di eventi culturali – artistici. E a novembre uscirà finalmente la sua nuova raccolta poetica “In ogni mio tempo”.
-Cosa bolle nella tua pentola culturale?
"Ho finito il mio romanzo, una storia particolare, a tratti noir, ambientato in parte a Soncino. E a novembre uscirà la mia ultima raccolta poetica intitolata “In ogni mio tempo”: 43 poesie importanti, in un modo o nell’altro per me. E che rappresentano a modo loro, una sintesi di me".
-Ma c’è ancora voglia di poesia?
"“Per il verso giusto”, la rassegna poetica che abbiamo lanciato anni fa a Soncino ci ha detto di sì. La cosa giusta è proporre la poesia senza inquadrala quale strumento didattico, ma al contrario … osservarla nelle vesti comunicative di ambasciatrice di emozioni. E’ insomma e innanzitutto comunicare l’arte poetica, ed è bello vedere ragazzi impegnati a scrivere poesie. E qualcuno ha scritto versi speciali.
-La politica non ti manca?
"No sono troppo impegnata a fare tante cose. L’unico rammarico è quello di non essere riuscita a portare avanti in presa diretta i discorsi avviati col mio assessorato culturale".
-E da fuori che ne pensi della politica italica?
"Mah … regna il caos, la situazione è fluida e il panorama nazionale è precario assai. Ed è antipatico constatare e digerire il fatto che la cultura non è considerata come meriterebbe e non è al centro del villaggio".
-Cosa ti è rimasto del tuo quinquennio in Regione Lombardia?
"Tante tantissime cose: collaborazioni, iniziative e conoscenze allacciate durante il mio assessorato. Ho avuto la bella opportunità di girare per grandi e piccoli centri lombardi scoprendo tesori e mi fa piacere che tanta gente, pur non ricoprendo alcuna carica istituzionale, continui a ricordarsi della sottoscritta. Lanciammo tra le altre cose la cosiddetta riforma, con Maroni presidente, del sistema culturale lombardo".
-Soncino è una bella realtà italiana vivace e molto attiva in ambito culturale. Il cosiddetto “Modello Soncinese” è esportabile in altre città e cittadine del Belpaese?
"Sì ma occorre crederci e remare tutti nella stessa direzione. A Soncino sono stati davvero bravi a creare il giusto mix tra bellezze artistiche storiche del passato e arte contemporanea e … il cartello delle proposte artistico e culturali è denso, ricco di proposte. Il recupero della Filanda, complesso restituito alla comunità e centro espositivo permanente si è rivelato una geniale intuizione. Il settore culturale e artistico dovrebbe diventare uno snodo strategico, abbinato al turismo e all’enogastronomia, per rilanciare la nostra stupenda penisola. Ma affinché ciò avvenga, ripeto, occorre fare sistema e credere in quel che si fa".
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