Gianni Silva: “Ricoverato in ospedale vedo in che pessimo stato è la sanità pubblica”. Scoperte storiche eccezionali a Pandino
Gianni Silva da Pandino: esteta, mecenate, imprenditore del bello, designer, Deus Ex machina della storica, omonima Boutique d’arte e arredamenti pandinese, via social, spesso alza i toni per evidenziare problemi, proporre soluzioni e smuovere le acque. Del resto, Silva è uomo diretto, politicamente scorretto, ma intelligente con tanto da dire e dare. Se soltanto qualcuno, ovviamente, avesse tempo e voglia di ascoltarlo. Con lui, volentieri abbiamo scambiato due chiacchiere dal suo letto ospedaliero, dove si trova fermo ai box, per recuperare dopo un intervento chirurgico a un piede…
Come sta innanzitutto. E come si trova all’Ospedale maggiore di Crema.
"Acciaccato, per così dire… barcollo, ma non mollo. Ma tornero’ a saltare più in alto di prima, così quando ritornerò a terra, farò ancora più rumore. Che dire: medici, operatori, dirigenti ospedalieri, dimenticati dalla politica, impegnata su altre questioni, fanno quello che possono. E cercano di farlo pure bene, ma non sempre gli riesce. Per quanto mi riguarda, parlo del reparto di ortopedia, è capitato di fare la colazione, immobile locato a letto, col catetere pieno, dimenticato tra la tazza del te e i biscotti. E non dimentico i carrelli nei reparti arrugginiti. Inoltre ci vorrebbe, da parte loro, un pochino di disponibilità maggiore al dialogo, all’ interazione coi pazienti. Siamo fatti in modo diverso, con una sensibilità tutta nostra e ciascuno di noi, vive la malattia in modo diverso. E ogni tanto, ragionando in tal senso, una parola di conforto in più, beh non guasterebbe. Detto ciò, sarebbe anche ora che i nostri politici tornassero a ripensare e valorizzare la sanità pubblica. Non si vive di solo privato, e il nosocomio maggiore di Crema per quanti mi riguarda non mi pare messo benissimo".
E dal Borgo Pandinese che sussurri le giungono…
"Sai sono sempre più deluso da certi comportamenti pandinesi, ma non demordo. Recentemente sono state fatte scoperte eccezionali, per carità: certamente da approfondire, ma comunque importanti, squarcianti relative alla presenza degli Sforza, prima dei Visconti, a Pandino. Tutto ciò però pare interessi poco alla nostra realtà. A tal proposito ho in mente qualcosa, lo illustrerò a breve, quando i dottori si decideranno a mandarmi a casa. Che altro dire poi dei miei concittadini che, senza organizzare nulla roboante a contorno, dopo aver rinvenuto resti e documenti del passaggio, con sosta, dei tedeschi all’ombra del Castello durante la Seconda Guerra Mondiale mah rispediranno tutto, se non l’hanno già fatto, alle autorità teutoniche così, senza quei fronzoli ad hoc che meriterebbe la vicenda".
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