13 giugno 2022

Il dottor Sante Barbati: il DocGourmet cremasco, collaboratore di guide gastronomiche e amico degli chef stellati …

Cremasco di razza, medico odontoiatrico (è il dentista, ma soprattutto amico di tanti chef stellati), gourmet (quindi DocGourmet) appassionato, preparato e praticante (collabora con le guide gastronomiche dell’Espresso e col nuovo progetto “Lombardia a Tavola”), ex vicepresidente della mitica Reima (tempi cremaschi epici): queste a tante altre belle cose è l’impegnatissimo dottor Sante Barbati. E con lui, volentieri abbiamo scambiato quattro chiacchiere…

Ma da quanto tempo sei per così dire assiduo, preparato e interessato frequentatore e conoscitore di ristoranti in tutta Italia?

Allora coltivo la passione, perché di tale si tratta, da oltre trent’anni. E quando seguivo su e giù per l’Italia gli atleti della Reima, beh diciamo che tale passionaccia si è allargata a più vasti orizzonti.

Che tempi quelli per la pallavolo maschile cremasca. Arrivaste addirittura in serie A1.

Sì per un periodo lottammo stabilmente ai vertici della A2, quindi riuscimmo a vincere il campionato. Poi ahinoi la promozione saltò per la mancanza, in città, di un palasport degno della massima categoria e per la carenza di sponsor pesanti. Eravamo un gran gruppo e i ragazzi in campo fecero comunque la storia.

Conosci e frequenti tanti chef famosi, ma come sono da vicino questi guru dell’alta ristorazione italica?

Fondamentalmente sono grandi lavoratori e persone normali. Tempo fa per caso, frequentando il suo ristorante conobbi personalmente Carlo Cracco e, beh, da addetto ai lavori odontoiatrico, ecco riuscii a risolvergli un problemino. E così diventai il suo dentista e oggi curo pure i denti di altri chef. Carlo è un personaggio incredibile, disponibile e meraviglioso.

Ti piacciono i Tortelli Cremaschi?

Certamente…

E con che vino li degusti?

Col Barbacarlo dell’Oltrepò. 

Giri parecchio per ristoranti, hai avvertito in giro eccessivi rincari?

Per la verità no. E per quanto riguarda la mancanza di manodopera qualificata, per carità, generalizzando e senza creare polemiche, dico soltanto che una delle cause potrebbe essere anche la scarsa propensione al sacrifico e al lavoro festivo dei potenziali collaboratori di sala e cucina. Ma mi fermo qui.

Da sempre sei attento alla valorizzazione dei ristoratori cremaschi o attivi in territori limitrofi. Vuoi segnalare qualche locale che merita una visita?

A Crema città il Vitium, forse a causa della timidezza del bravissimo chef Michele Minchillo meriterebbe maggiori attenzioni, ma noi cremaschi … sai com’è: fatichiamo a dare confidenza. Restando in città ho provato il nuovissimo Comò dei fratelli Abruscio e ho trovato piatti semplici, interessanti e di prospettiva. A Soncino dico La Pedrera Restaurant e il Molino San Giuseppe, mentre a Barco di Orzinuovi, una capatina al Saur ve la consiglio. Mi raccomando: non si giudica un ristorante dalla quantità di quel che si mangia, ma dalla qualità e per esprimere giudizi servono anche educazione gastronomica, esperienza e conoscenza.      

 

Stefano Mauri


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commenti


Sante Barbati

13 giugno 2022 13:52

Ok

Monica

14 giugno 2022 20:18

Bravo !!!..., ma perché non va anche a conoscere i vecchietti nelle RSA della città ?!!!... anche loro avrebbero bisogno di un bravo odontoiatria... ma a quanto pare sono tutti impegnati ... anche in cucina 😂