24 maggio 2021

La mostra “Da Marore a Parma in bicicletta con Giovannino Guareschi”, fa parte del progetto “Parma Capitale Italiana dalla Cultura 2020+21

La mostra “Da Marore a Parma in bicicletta con Giovannino Guareschi”, che fa parte del progetto “Parma Capitale Italiana dalla Cultura 2020+21", è organizzata dal “Gruppo Amici di Giovannino Guareschi” in collaborazione con l’associazione “Amici di Betania” che sostiene la comunità di recupero fondata a Marore di Parma da don Luigi Valentini. La mostra racconta, in 20 pannelli di 70 cm per 100, tutti a colori, del periodo in cui Guareschi, agli esordi come giornalista, da Marore, dove abitava con i genitori, andava in bicicletta fino a “Piazza delle Erbe” dove aveva sede la Gazzetta di Parma.

Da quegli anni, fra i ’20 e i ’30, il racconto arriva alla “scoperta” di Milano, alla guerra, alla prigionia nei Lager nazisti, allo sfollamento della famiglia ancora a Marore, alla nascita dei personaggi di “Mondo piccolo”, alla bella storia della Maestà che non viene abbattuta per costruire le case popolari, nel film “Don Camillo monsignore, ma non troppo”, e anche proprio a Marore, grazie all’intervento di don Luigi Valentini, che ha fatto conservare la Maestà di S. Margherita davanti a un nuovo condominio, fino all’ultimo pannello che prende il titolo da una famosa frase di Guareschi: “fine di una storia che non finisce mai”. La mostra, presentata in anteprima all’auditorium della Comunità Betania e alla Fondazione Monte di Parma, è sponsorizzata dalla Padanaplast e patrocinata dalla Gazzetta di Parma, dalla Fondazione Monte e dal Museo Ape. Nel prossimo autunno la mostra verrà riproposta, dopo il forzato stop dovuto al Covid-19

 

Nella foto Guareschi a Parma con Pietro Bianchi e Maurizio Alpi

Egidio Bandini


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