9 maggio 2023

Venerdì all'Auditorium del Museo del Violino, la tromba di Fabrizio Bosso celebra Stevie Wonder

E siamo già giunti al terzo appuntamento con Cremona Jazz, uno dei più attesi, con protagonista il trombettista Fabrizio Bosso che renderà omaggio con il suo quartetto al genio musicale di Stevie Wonder

Venerdi 12 maggio, come sempre all’Auditorium del Museo del Violino, il musicista torinese sarà accompagnato da Julian Oliver Mazzariello al pianoforte e tastiere, Jacopo Ferrazza al basso e Nicola Angelucci alla batteria, gli stessi che sono presenti nell’album “We Wonder”, uscito lo scorso anno.

Bosso, che compirà cinquant’anni il prossimo novembre ha già alle spalle una lunga carriera. Ripercorriamo assieme le tappe fondamentali, fra esperienze jazz e collaborazioni con la musica d’autore italiana.

Nasce all’ombra della Mole Antoneliiana, culla di alcuni fra i trombettisti più importanti del jazz, come Enrico Rava, Oscar Valdambrini e Flavio Boltro. Ma è grazie a un sassofonista, Gianni Basso, anch’egli piemontese, che entrerà a far parte della sua big band. Un esperienza fondamentale che lo porterà a crescere rapidamente e gli sarà molto utile per il suo percorso artistico. Un’altra figura che sarà decisiva per la sua formazione è Giovanni Mazzarino, il pianista siciliano che fu tra l’altro protagonista a Cremona in un concerto alla Centrale della Birra. Mazzarino crede in lui e lo inserisce nelle sue formazioni, facendolo partecipare anche all’ incisione dell’album “The Cyclone”.

Si trasferisce a Bari e incontra il produttore Nicola Conte, con il quale collaborerà in diverse occasioni. Nel frattempo conosce anche diversi musicisti pugliesi, come Gianluca Petrella, Gaetano Partipilo, Fabio Accardi, Giuseppe Bassi, con i quali, assieme a Stefano Bollani, formerà il gruppo The Jazz Convention.

Ma è con il successivo quintetto, gli High Five, che spicca il balzo in avanti: con loro, ovvero Daniele Scannapieco al sax, Julian Oliver Mazzariello alle tastiere, poi sostituito da luca Mannutza, Pietro Ciancaglini al basso e Lorenzo Tucci alla batteria, incide quattro album, di cui due per la prestigiosa etichetta Blue Note. Poi registrano nel 2006 “Handful of Soul”, per la Schema Records, il disco d’esordio di Mario Biondi.

Nel 2007 arriva “You’ve changed”, sempre su Blue Note: questa volta in quartetto, con Pietro Lussu, Luca Bulgarelli, Lorenzo Tucci, e un ensemble di archi diretti da Paolo Silvestri. Quattro anni più tardi, sempre su Schema Records, registra a Londra l’album “Entchantment, l’incantesimo di Nino Rota, con la London Symphony Orchestra. Anche per questo verrà nominato nello stesso anno miglior trombettista dal Jazzit Awards.

Ricordiamo inoltre le collaborazioni che lo hanno portato a calcare anche il mitico palco dell’Ariston: in primis con Sergio Cammariere, nel 2003, la prima volta nel brano “Tutto quello che un uomo” e nel 2008 con “L’amore non si spiega”. Nel 2009 assieme a Simona Molinari, nel 2011 e nel 2013 con Raphael Gualazzi e nel 2012 con Nina Zilli. 

E veniamo agli ultimi due anni, sempre in sodalizio con i suoi compagni d’avventura di stasera: nel 2020 esce “We 4”, registrato in giugno, in piena pandemia e poi “We Wonder”, sul quale si baserà parecchio del materiale che ascolteremo venerdì. Se nel primo disco si percepiva a pelle la voglia di tornare a suonare dopo mesi di silenzio forzato, nel secondo si omaggia uno dei più grandi artisti della storia della musica black. Spazio dunque a “I wish”, “My cherie amour” “Sir Duke”, “Overjoyed” e molte altre pescate nell’incredibile repertorio di Stevie Wonder.

Il concerto inizierà come sempre alle ore 21. Per ulteriori info www.cremonajazz.it

 

Emilio Palanti


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