1 febbraio 2024

Firenze, a 90 anni dalla scomparsa ricordato il liutaio Giuseppe Fiorini: salvò arnesi e documenti di Stradivari

È stato ricordato nei giorni scorsi presso la Scuola di Liuteria Toscana il liutaio Giuseppe Fiorini nel 90° anno dalla scomparsa avvenuta il 24 gennaio 1934 a Monaco di Baviera. Era nato a Bazzano (Bologna) il 26 settembre 1861 dal liutaio Raffaele e da Teresa Obici. Nel 1877, all'età di sedici anni, Giuseppe Fiorini costruì il suo primo violino e nel 1881 aprì una propria bottega di liuteria. Nel 1888 fu insignito del primo premio assoluto all'Esposizione internazionale di musica di Bologna e l'anno seguente si trasferì a Monaco di Baviera dove strinse amicizia con W. Benno, primo violino dell'Opera di quella città, con il principe Luigi Ferdinando di Baviera e A. Rieger, il più famoso dei liutai bavaresi, del quale divenne prima socio poi genero, nel 1889, avendone sposato la figlia e nel 1896, ritiratosi Rieger dalla professione, divenne unico titolare del laboratorio di liuteria di Monaco di Baviera e successivamente Presidente dell'Associazione dei Liutai tedeschi. Nel 1914, allo scoppio della guerra, Giuseppe Fiorini trasferì la sua bottega a Zurigo e nel 1920 riuscì ad aggiudicarsi per 100.000 lire, dalla marchesa Paola Della Valle del Pomaro di Torino erede del Conte Cozio di Salabue, la famosa collezione degli arnesi, disegni e forme che avevano fatto parte del laboratorio di Antonio Stradivari. Questo corredo stradivariano, che oggi rende il Museo del Violino unico nel mondo e che nel 1938 permise alla Scuola Internazionale di Liuteria di Cremona di nascere sotto i migliori auspici, fu offerto alcuni anni prima al Conservatorio Cherubini di Firenze che, per mano del suo direttore Ildebrando Pizzetti, declinò l'offerta spianando così la strada all'acquisizione cremonese che si perfezionò nel 1930. La vita di Fiorini e le vicissitudini della collezione e del lascito stradivariano sono state illustrate da Gualtiero Nicolini, Roberto Regazzi, Roberto Fiorini e Fabio Perrone che hanno ricordato agi allievi della Scuola di Liuteria Toscana e agli appassionati presenti al Convegno come l'amore per la liuteria e la necessità di rifondare una scuola di liuteria cremonese da parte di Giuseppe Fiorini abbiano consentito alla collezione di rimanere in Italia (vincendo le avance del concorrente ambasciatore francese a Roma Camille Barrère che era stato investito dell'onere di assicurare il corredo stradivariano alla Francia offrendo agli eredi del conte Cozio di Salabue il 20% in più dell'offerta di Fiorini) e ha permesso la rinascita della liuteria cremonese che alla fine dell'Ottocento era letteralmente scomparsa da Cremona.

 


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