23 marzo 2021

Santità nell'aria a Soncino: una Beata e una Santa

Soncino luogo in odore di santità e, tutta al femminile. Nel 1547 nacque nel vicino Orzinuovi ma originaria di Quinzano d’Oglio la beata Stefana Quinzani. A soli quindici anni entrò nel Terz’ordine domenicano e, dopo aver vissuto per diversi anni a Crema, si spostò a Soncino. Qui, subodorando una sorta di mistica aria, fondò un convento che la vide per molto tempo come guida. La Beata Quinzani pregava e contemplava la passione di Cristo ma il suo impegno cristiano andava oltre. Infatti si dedicò alla formazione delle fanciulle fino alla morte, uscendo di notte nelle vie del borgo, per porgere aiuto cristiano e conforto a tutte quelle fanciulle che come donne, erano esseri inferiori e non considerati. La Beata era per loro, pregava con loro, e soffriva corporalmente insieme alle stesse. Era una mistica e sperimentò l’intera passione di Cristo portando impresse nel proprio corpo le stimmate. Una sorta di Padre Pio al femminile. Soncino si fregia non solo della Beata Quinzani ma anche della Santa Paola Elisabetta Cerioli. Costanza Cerioli nacque a Soncino nel 1816 da una famiglia nobile e ricca: Francesco Cerioli e Francesca Corniani. Nel 1835 si sposò con un nobile Gaetano Busecchi, anziano, aveva sessant’anni e in quel periodo i matrimoni erano combinati. Si trasferì a Comonte di Seriate nel bergamasco. Costanza ebbe figli ma la vita non fu docile con lei. Infatti la sua prole morì e dopo la morte anche del marito Costanza fu sola. La nobildonna aveva sempre dimostrato nel corso degli anni una grande generosità di animo e di carità. Non voleva lasciarsi anche lei morire dopo i lutti nefasti che avevano contornato la sua vita. Decise così di accogliere in casa due orfanelle e poi, nel corso degli anni, il numero aumentò e di conseguenza anche gli addetti alla formazione ed assistenza delle giovinette e dei ragazzi. Erano i suoi nuovi figli, lei viveva per loro e con loro, porgeva pane e minestra ma anche la possibilità di sfamarsi del prezioso bene della cultura che Costanza sapeva essere unico. Fondò così, dalle ceneri di una vita distrutta dal dolore, l’Istituto della Sacra Famiglia, e lei vedova, diventò suora cambiando il suo nome da Costanza a suor Paola Elisabetta. Dopo pochi anni fondò anche i fratelli della Sacra Famiglia, dediti al lavoro e all’apostolato nei campi agricoli adiacenti alla villa Tasso, sua abitazione di Comonte di Seriate. Nel frattempo scrisse le regole per i suoi istituti che furono approvate dal vescovo di Bergamo. La sua vita ormai era delineata: una vita per e con gli altri, altri intesi fanciulle e fanciulli. Morì a 49 anni a Comonte nel 1865. Santa Paola Elisabetta anticipò i nuovi metodi educativi nel suo spirito di grande servizio. Fu beatificata nel 1950 da Pio XII e Giovanni Paolo II la santificò il 18 maggio 2004.

Due donne “fuori dal coro” in quanto vissute in periodi in cui la figura femminile era considerata solo un soprammobile da mostrare in pubblico solo se necessario. Che donne! Che sante!

A Soncino si possono ancora visitare le case natali della Quinzani e della Cerioli. La prima una modesta abitazione nelle vie antistanti il castello; la seconda un palazzo signorile davanti alla basilica della Pieve. Pur essendo diverse hanno in comune quello spirito di misticismo che aleggia all’interno delle stesse e quella grande forza di volontà che ha permesso di cambiare l’ordine prestabilito in secoli bui. 

Roberta Tosetti


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti