"Non mollo almeno fino all'estate, i clienti me lo chiedono" La storia di Oriano Ruggeri (85 anni) macellaio di via Aselli
E' stato più forte della pensione e ora anche della crisi. Dietro il banco, grembiule e cappellino bianco, c'è ancora lui: Oriano Ruggeri, 85 anni compiuti da pochi giorni, il 19 gennaio, lo storico macellaio di via Aselli, uno dei più conosciuti in città. “Il Covid non mi fa paura. Sino a quando le gambe mi reggono, vado avanti”, dice con il suo sorriso contagioso.
Dopo aver cominciato come garzone del cugino Nerviano, Ruggeri si è messo in proprio a 19 anni rilevando il locale di fronte alla chiesa di san Sepolcro. “Erano tempi duri, alle 5.30 andavo ad acquistare la carne nelle grandi celle frigorifere dall'altra parte di Cremona e la portavo qui sui carretti, a piedi”. In negozio erano in quattro. “Io, mia sorella Carla e due dipendenti. Allora i clienti compravano non a etti ma a chili. C'erano 67 macellerie, una all'angolo e un'altra a pochi metri. Dopo il boom dei supermercati siamo rimasti in 6-7”. In seguito lo ha affiancato la moglie, Giancarla, 76 anni, che sta ancora alla cassa. Oriano aveva abbassato le saracinesche nel 2017, il 19 luglio, ma poco dopo era rientrato dalla pensione perché si annoiava. Il suo 'pentimento' aveva fatto scalpore. “Pensavo che quel momento fosse un bel traguardo, ma mi sono accorto che non faceva per me. C'era qualcosa che non andava. Non ce la facevo proprio a guardare l'orologio e aspettare che passasse il tempo. Mi sembrava di essere in prigione, quella non era la mia vita”. Così ha ripreso ad uscire dal suo appartamento sopra il negozio e muoversi con abilità tra cotechini e salsicce. Con una differenza rispetto al passato: “Tengo aperto solo il mattino, meglio non esagerare”.
Poi, il Covid. “Per fortuna in famiglia non ci sono stati problemi. Non ho mai avuto paura perché siamo sempre stati attenti ad adottare tutte le misure di sicurezza: mascherina, igienizzante, una persona alla volta. La situazione è cambiata: si lavora il venerdì e il sabato, ma la settimana è triste. Sono stato tentato di lasciare, ma ho cambiato idea. Le gambe ogni tanto cedono. Dipende tutto dalla salute, è quella che conta: se tiene, vado avanti. Sono anche i clienti più affezionati a chiedermelo: non molli, fin che può”. La moglie conferma: “Terremo aperto almeno sino all'estate. Se avessimo avuto paura, avremmo già chiuso. D'inverno mio marito sta abbastanza bene, è con la stagione calda che si stanca. Certo, come dice lui, l'attività non è più quella di una volta, ma per noi è già abbastanza così. E poi cosa farebbe Oriano a casa? Passerebbe tutto il tempo davanti alla tv. Invece adesso, tra una bistecca e due parole, mezza giornata se ne va”. La cler resterà alzata sino a luglio. “Dopo - continua la signora Giancarla - andremo in vacanza, come sempre facciamo, per due mesi. Al rientro deciderà lui cosa fare: è grande e vaccinato. Questo negozio è la sua vita, ma gli anni ci sono tutti”. Affisse alle pareti una vecchia fotografia in bianco e nero della macelleria piena di gente in attesa e una targa, datata novembre 2017, del Gruppo macellai Confcommercio: 'A Oriano Ruggeri per la sua passione per l'arte nobile della macelleria che si sublima in elisir di giovinezza'. E' proprio così.
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