L’ex sbirro Paolo Pissavini, scrittore e cremasco impegnato, torna sull’affaire Sicurezza e Politica: “Quando la Lega voleva le impronte dei piedi degli immigrati e dei cremaschi”
Premesso che la diffusione del video della donna stuprata a Piacenza è una porcata, il dibattito che poi ne è scaturito denuncia la consueta pochezza delle contrapposte forze politiche allorquando intervengono sul tema della sicurezza.
Ciascuna interpreta pro domo sua statistiche criminali che, per loro natura, sono di assai difficile lettura.
In sintesi, la storia è sempre la stessa: la destra enfatizza oltremodo il pericolo criminale derivante dall'immigrazione, mentre la sinistra lo sottostima tout curt, perché i "criminali sono tutti uguali".
Mi piacerebbe che la lotta alla criminalità fosse sottratta all'agone politica, ma, ovviamente, il mio rimarrà un pio desiderio.
Due esempi contrapposti, per par conditio (tanto, poi, ciascuno rimarrà della sua idea).
Nel 1995 partecipai all'arresto della cosiddetta "Banda degli incappucciati", cremaschi dediti allo stupro seriale di gruppo (primo caso nella criminologia europea), che seminò il terrore in Lombardia.
In parlamento, prima dell'arresto dei criminali, la Lega propose di rilevare le impronte dei piedi degli immigrati, postulando che, di certo, I responsabili di tali immondi delitti non potessero essere italiani.
Ad arresti avvenuti, provocatoriamente, si propose di rilevare le impronte dei piedi dei cremaschi.
Così postò via social Paolo Pissavini da Crema, scrittore e bella persona impegnata, nonché carabiniere in meritato congedo…
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commenti
Gian Paolo Degnoni
3 settembre 2022 09:06
Puntuale e preciso come sempre, Paolo Pissavini mostra serenità, competenza e professionalità nell'analisi di fatti, persone oggetto di cronaca nera e non solo. Concordo nella sua puntuale e comoetente analizi e opinione.