"Da che parte stai?": a Mantova la presentazione del trailer del film dedicato a Giuseppe Morandi, fotografo e intellettuale originario di Piadena. La mostra con gli scatti inediti
Nacque a Vho di Piadena nel 1937 in una famiglia contadina e operaia: parliamo di Giuseppe Morandi, fotografo e intellettuale piadenese scomparso lo scorso anno. Oggi la sua vita è diventata un docufilm, il cui trailer verrà presentato in anteprima sabato 23 agosto, alle ore 18.00, presso la Biblioteca Baratta di Mantova. "Da che parte stai?" il titolo del lungometraggio che racconta la vita di Morandi, di come intraprese il proprio percorso artistico e culturale ancora in giovane età, segnato dall'influenza del pedagogista Mario Lodi e dello storico Gianni Bosio. Accanto a questa presentazione, anche la mostra "Giuseppe Morandi - Fotografie ritrovate", dedicata ad una selezione degli scatti più significativi di Morandi: oltre 100 scatti - per lo più inediti - che ripercorreranno la sua attività di fotografo, straordinario artista e organizzatore di cultura, fondatore della Lega di cultura di Piadena insieme a Gianfranco Azzali nel 1967 e recentemente scomparso.
La Provincia di Cremona ha affidato alla ditta ARTEMIDE FILM di Alessandro Scillitani – regista del docufilm – la produzione dell'opera, che racconta e valorizza il percorso umano, artistico e culturale di Morandi. La scelta di presentare il trailer a Mantova nasce proprio dalla concomitanza con l'esposizione alla Casa del Mantegna, creando così un legame diretto tra le immagini e il racconto cinematografico.
Morandi iniziò, da autodidatta, a fotografare la civiltà contadina della Bassa Padana, con uno stile partecipato e autentico, era il suo sguardo sui "paisan": le sue immagini non erano mai impostate o distaccate, ma frutto di una profonda empatia. La chiamavano "fotografia contadina" e con essa Morandi ha sempre voluto raccontare quel mondo che lo circondava, senza mai porre nessun preconcetto o censura. LaIl suo interesse si concentrava soprattutto sulle figure dei paisan, ossia gli uomini che vivevano da salariati e braccianti agricoli, motore di quella civiltà contadina di cui egli stesso sentiva di appartenere, per “restituire voce, dignità e storia” a quelle figure ed a quella vita proprio nel momento in cui stava andando a trasformarsi definitivamente di conseguenza alla meccanizzazione dell’agricoltura.
Quel mondo fatto di saperi, riti, tradizioni che trovavano la propria espressione in tutte quelle persone, in quei volti antichi che Morandi chiamava con nome, cognome e anche soprannome, perchè oltre quegli scatti c'era sempre un rapporto umano, una relazione dietro ogni sue immagini: “non sono il fotografo delle immagini rubate o delle fotografie messe in posa… quando fotografo ho già visto tante volte quello che fotografo, l’ho vissuto con le persone che fotografo”.
Così Morandi ha lasciato in eredità oltre 10.000 fotografie, tutte scattate tra la fine degli anni ’50 del XX secolo e oggi, che sono state oggetto di pubblicazioni e mostre in Italia e nel mondo. Con Mazzotta ha pubblicato “I paisan” (1979), “Volti della Bassa Padana” (1984), “Cremonesi a Cremona” (1987), “Quelli di Mantova” (1991), “La mia Africa” (2001), “Vecchi e nuovi volti della Bassa Padana” (2011). Le sue fotografie sono state esposte a Berlino, Lisbona, Cambridge, San Francisco, Washington, Madeira. Scomparso il 14 novembre 2024, Morandi non è stato un intellettuale nel senso accademico, ma un "intelligenza incarnata": un artista, narratore e organizzatore di cultura, profondamente connesso alla sua terra e alla sua gente.
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