"Nuovo ospedale? La sanità non può essere rilanciata da chi l'ha distrutta". Dal Prc a Ettore Manes, si allarga il dibattito
"E’ lecito che chi ha malgovernato la sanità oggi possa governare la sua ricostruzione?". Se lo chiede la segreteria di Rifondazione Comunista, che entra così nel dibattito ormai avviato sul nuovo ospedale di Cremona (qui un primo articolo e qui un secondo articolo su questo tema).
"Il 15 dicembre - ricorda Rifondazione - il presidente Fontana, la dirigenza sanitaria dell’ATS ed ASST cremonesi, il sindaco ed il presidente della provincia di Cremona, sottoscrivono la convenzione che regola la costruzione del nuovo ospedale di Cremona che sostituirà l’attuale considerato obsoleto. 330 milioni di euro. Sulla costruzione del nuovo ospedale, dopo un avvio un po' in sordina e con qualche titubanza sulla reale possibilità che una tale operazione potesse concretizzarsi, quando si è capito che si stava entrando in una fase nella quale i denari piovevano dal cielo attraverso i fondi europei ed il PNRR (Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza), quando ci hanno convinti che il debito pubblico non era più un problema, le prudenze, ed i timori sono caduti".
Prosegue Rifondazione: "Da quel momento la condivisione è stata unanime e bipartisan: Dottor Rossi e dirigenza sanitaria in testa, Amministrazione e politica bipartisan di seguito, impegnati e sgomitanti nell’intento di accreditarsi la paternità di una nuova cattedrale nel deserto di un territorio da sempre svuotato di ogni presenza di servizi sanitari vicini alla popolazione. Per il vero non tutti hanno partecipato e condiviso la scelta di sposare la causa del nuovo ospedale: Rifondazione Comunista si è dichiarata da subito contraria ed oggi, che la operazione sembra concretizzarsi è ancora più determinata nella sua opposizione".
Non ne avevamo bisogno, incalza il partito "ma quello che ci ha ulteriormente convinto di essere dalla parte della ragione è stata la visita della Moratti, oggi assessora regionale alla sanità lombarda, subentrata al “povero” Gallera, estromesso e capro espiatorio delle tante ed imperdonabili castronerie commesse nella gestione della sanità lombarda dalla gestione Fontana. Nella sua visita l'assessora, pochi giorni fa, con un'operazione degna del miglior trasformismo, ha ignorato ed insabbiato 15 anni di malgoverno della sanità lombarda, caratterizzata da una politica finalizzata alla distruzione del servizio sanitario pubblico per aumentare gli spazi ai grandi colossi della sanità privata che in Lombardia hanno trovato terreno fertile e grandi opportunità per aumentare i propri profitti, in una logica di privatizzazioni, di ruberie e scandali che ha visto in organica continuità la gestione Formigoni-Maroni-Fontana; ci ha raccontato in modo molto determinato di una regione che per prima ha saputo dotarsi di una legge che riordina la sanità sfruttando i fondi europei del PNRR, che è votata alla sanità territoriale, che ha organizzato il più efficiente piano vaccinale riesumando il buon Bertolaso; ha confermato i finanziamenti del nuovo ospedale assicurando che sarà tecnologicamente avanzato, con un DEA di secondo livello, che avrà la massima attenzione al benessere del paziente ed una grande attenzione alla sostenibilità ambientale".
Nei momenti più bui della pandemia, tuttavia, "sono diventati virali due messaggi che noi non dimentichiamo: la riorganizzazione della sanità pubblica non potrà essere gestita da chi l’ha portata alla rovina. Ed allora noi pensiamo che la stessa Dirigenza e la stessa politica che ha portato a leggi sanitarie che favoriscono e dirottano scientemente l'utenza verso le cliniche e le strutture private, che appaltano ed esternalizzano i servizi, che hanno tagliato i finanziamenti alla sanità e bloccato le assunzioni del personale, che hanno distrutto la sanità territoriale, che hanno chiuso la TIN a Cremona, che penalizzano Casalmaggiore e l'Ospedale Oglio Po, non possono credibilmente raccontarci che lavoreranno per correggere le disfunzioni che hanno creato".
MANES - Sul tema interviene anche Ettore Manes, già consigliere comunale e per anni nel Comitato di Amministrazione della USSL di Cremona con delega alla Prevenzione. "L'Ospedale Maggiore - commenta - è stato costruito grazie alle donazioni dei cremonesi. Nessun soldo pubblico! Bisogna ricordarlo bene prima di distruggerlo e mi rivolgo in modo particolare al Sindaco che è l'Autorità Sanitaria locale, perché sostiene la costruzione di un nuovo "ospedalino" al posto dell'attuale. Sarebbe opportuno sentire il parere dei concittadini prima di sostenerne la causa. Io non credo che la maggioranza sarebbe d'accordo. E non riesco ad individuarne il bisogno, dato che ci sono eccellenti e famosi Ospedali, più datati del nostro, che nessuno si sognerebbe di sostituire, ne cito 2, il San Matteo di Pavia ed i Civili di Brescia. Sono certo che ne trarrebbero grandi vantaggi i privati, in modo particolare durante i lavori di demolizione e ricostruzione che dureranno tantissimo, ma anche dopo. Personalmente sono convinto che i bisogni della Sanità non siano le nuove costruzioni, ma opportune attrezzature e personale capace, come risulta nei due grandi Ospedali che ho citato".
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commenti
Massimo Cabrini
20 dicembre 2021 17:53
Le risorse andrebbero spese per migliorare la medicina di base. Fare un ospedale più piccolo vuol dire ridurre ulteriormente il personale. La cosa incredibile è che anche il Covid non ha insegnato nulla. Ma ciò che mi stupisce ancor di più è il silenzio del partito democratico e dei sindacati