A colloquio con gli ex sindaci di Cremona. Paolo Bodini: "Il prossimo primo cittadino deve ricordarsi che il potere democratico non deve piegarsi mai ai poteri economici ma ascoltare solo i cittadini"
A pochi giorni dal voto (il prossimo 8 e 9 giugno) per l'elezione del Sindaco ed il rinnovo del consiglio comunale, abbiamo deciso di intervistare gli ex-sindaci della città e fare alcune riflessioni sulla loro esperienza amministrativa, con un parallelo tra la Cremona a tempi del loro mandato e la Cremona di oggi, con anche alcune indicazioni per il prossimo Primo Cittadino.
PAOLO BODINI
Medico cremonese classe '48, ha rivestito il ruolo di Primario di Medicina all'Ospedale Maggiore di Cremona. Primo cittadino dal 1995 al 2004 eletto al primo turno, fu il primo sindaco scelto con la nuova legge ad elezione diretta. In quota Democratici di Sinistra, nel 2006 viene eletto deputato della XV legislatura per L'Ulivo; nel 2007 confluisce nel neonato Partito Democratico. Conclude il mandato parlamentare nella primavera 2008. Da sempre appassionato di liuteria, fonderà e presiederà Friends of Stradivari all'interno della Fondazione Museo del Violino di Cremona. Nel settembre 2024 presiederà la Triennale di Liuteria.
Come è stata la sua esperienza da sindaco?
"Innanzitutto io non provengo dalla politica. Mi vennero a cercare in parte perchè ero conosciuto in città dal punto di vista professionale e i partiti avevano dopo Tangentopoli l'esigenza di avere volti nuovi estranei alla politica. C'era molto entusiasmo e molta aspettativa, quindi c'è stato un momento molto creativo. Nasceva l'Ulivo, in quel periodo, in un momento in cui Berlusconi era già sceso in campo e la mia candidatura è nata nel pieno dell'era berlusconiana. Questa è stata anche una grande soddisfazione, visto che il momento politico non era tanto favorevole per la sinistra. Lascio giudicare agli altri il risultato del mio lavoro. Per me è stata un'esperienza straordinaria. Facevo comunque 24 ore a settimana in Ospedale, oltre a tutti gli impegni da sindaco. Il mio bilancio personale è certamente positivo e non rimpiango quegli anni duri e intensi. Penso di aver fatto un buon lavoro, di aver dato alla città qualcosa di buono. Un'esperienza che vale la pena di vivere.
Quali sono le differenze tra il modo di fare politica di quegli anni e di oggi?
"Allora forse c'era un po' più di formalismo nei rapporti con le persone e con la stampa. L'uso dei social ha tolto un po' di alone di educazione, di rispetto dell'autorità. Oggi la volgarità e l'immediatezza regnano sovrane. Ormai si critica la democrazia perchè c'è la volontà di risposte e di decisioni immediate. C'era meno di questo, anche se gli scandali non mancavano neppure allora. Ovviamente ci sono problemi che sono identici, come la manutenzione della città. Cambiano dal punto di vista della contingenza ma non dal punto di vista concettuale. Oggi più che mai il problema dell'ambiente è il numero uno e forse non è affrontato in maniera sufficientemente intenso."
Come è cambiata Cremona da quegli anni ad oggi?
"Sicuramente in questi 25 anni la città è divenuta più aperta al mondo. I problemi economici sono comuni alle altre città. Il centro storico si desertifica per la grossa concorrenza dei centri commerciali da un lato, ma dall'altro si riempie di altre categorie come quella della ristorazione. Oggi c'è un'area pedonale, per esempio. Quando sono arrivato io, non c'era neanche un'area pedonale. Il giro delle tre piazze (Duomo, Stradivari, Pace) era impossibile se non in macchina. Ancora oggi qualcuno non crede nelle aree pedonali, ma questo è un principio di carattere educativo. L'accoglienza alberghiera è ancora insufficiente, ma vent'anni fa quasi non esisteva. Abbiamo dei limiti di carattere demografico, siamo su per giù i medesimi di prima, siamo aumentati solo grazie all'immigrazione. E' sicuramente necessario attuare politiche integrative soprattutto per i figli degli immigrati nati qui, e quindi in tutto e per tutto sono cittadini italiani."
Un successo e un rammarico
"Sicuramente il piano regolatore del Parco dei Monasteri insieme all'amico Massimo Terzi, e forse la trasformazione delle fondazioni come Ponchielli e Triennale." Questi però sono due! "Ha ragione..." Il rammarico?
"Forse il discorso legato alla manutenzione ordinaria di marciapiedi e strade. Ci siamo sempre detti più volte di investire maggiore denaro nei lavori di manutenzione e poi regolarmente non si trovavano i fondi. Ecco, questo era forse la cosa più frustrante."
Per finire, tre consigli per il prossimo sindaco della città
"Rimanere umili, pensare al servizio. Dotarsi di grande pazienza e ascolto, poichè i cittadini hanno bisogno di essere ascoltati. Infine, di tenere alta la bandiera del potere democratico. Il potere democratico non deve piegarsi mai ai poteri economici. E questo non è facile." (1-continua)
nelle immagini Paolo Bodini nella redazione di CremonaSera e durante il suo mandato di sindaco
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commenti
lant
29 maggio 2024 14:34
Un capolavoro di comicità questa intervista. Meglio di Stanlio e Olio.
Alessandro
29 maggio 2024 14:48
la storia si ripete da noi come in tanti altri luoghi: il ricatto economia-lavoro vs. ambiente-salute è il tema dei temi. Da fuori tutto è più semplice. Poi quando sei lì........ Aggiungiamo che rispetto a 20 anni fa le amministrazioni hanno perso "peso contrattuale" avendo privatizzato (svenduto?) tutti i servizi (esclusa l'acqua)
PierPiero
29 maggio 2024 16:24
Disse quello che fece spendere alla città 160 milioni di lire per una pensilina attrezzata in Piazza Stradivari. Doveva servire per il mercato, peccato che molti furgoni non ci stessero sotto, non copriva le esigenze di tutti ma solo di pochi e comunque era un pugno in un occhio.
E sempre quello umile, che pensa al servizio, disse dopo le feroci proteste con moto di stizza e senza scusarsi: "Se non piace la tolgo".
Che ora, se esiste ancora stia languendo in qualche angolo di magazzino poco importa. Ma i 160 milioni sono una spesa che rimarrà nella memoria dei cittadini
François
29 maggio 2024 16:49
Quello che ha tolto i filobus e ci ha regalato la pensilina... ma va a lét e quèrcete bèen!
Marco
29 maggio 2024 18:20
Concordo, ci hanno bellamente ingannato.
Il progetto mostrato alla città era una grande vela che copriva parte della piazza.
Era molto bella.
Poi, surprise, ci siamo trovati l'abbeveratoio.
Neanche una scusa o una spiegazione.
Stefano
29 maggio 2024 17:45
Cos'è una barzelletta?
Lapidaria
30 maggio 2024 08:19
Ossignùuur