Area Donna, il sindaco fissa un incontro senza sentire le dirette interessate. Intanto del "caso" se ne occupa anche "La Repubblica"
Sulla riorganizzazione di “Area Donna” all'ospedale di Cremona il sindaco annuncia un incontro senza aver prima sentito le dirette interessate. Ennesimo scivolone di Gianluca Galimberti, subito “bacchettato” da alcune delle donne che da settimane sono scese in prima linea per salvaguardare questo fondamentale presidio dell'ospedale.
Tutto nasce dal comunicato stampa diffuso ieri (venerdì 4) nel quale il sindaco, annunciando di aver incontrato i vertici dell'ospedale, fa sapere che “Abbiamo immediatamente colto la proposta dell’ASST di Cremona e la disponibilità dei medici di riferimento ad incontrare le Associazioni delle donne e i cittadini. L’incontro è stato fissato per sabato 19 marzo, alle ore 10,30 presso la Sala Quadri di Palazzo Comunale” (qui l'articolo).
Dell'incontro, però, le donne interessate non erano ancora state messe al corrente. Scrive Paola Tacchini, una delle fautrici della battaglia per salvaguardare la ex Breast Unit: “Ho chiesto alle donne interessate, soprattutto il comitato #RivogliamoAreaDonna che ha fatto partire l'iniziativa (l'8 marzo è in programma un presidio davanti all'ospedale; ndr), e ai referenti dei sindacati e al momento nessuno è stato ancora avvertito di questo importante tavolo di incontro”.
Aggiunge Tacchini: “Speriamo quindi di ricevere a breve, insieme alle altre componenti del comitato organizzativo, l'invito a partecipare attivamente al confronto. Sono molte le domande di chi si trova in cura oggi, che necessitano di risposte immediate. Siamo tutte fiduciose in un riscontro per dissipare i nostri timori”.
Al di là dell'ennesimo “incidente diplomatico” causato da una comunicazione non all'altezza di un sindaco (o di un sindaco non all'altezza della comunicazione, punti di vista), il “caso” dopo essere arrivato anche in Regione è ora salito alla ribalta nazionale. Proprio ieri, La Repubblica online ha dedicato un lungo articolo, a firma di Tiziana Moriconi, titolato “Tumore al seno, la protesta delle malate a Cremona: ci tolgono il nostro reparto di eccellenza”. “L'ospedale – scrive Repubblica nel catenaccio – riorganizza i propri spazi, compresa l'Area Donna, il luogo fisico della Breast Unit. E molte pazienti lanciano l'allarme. Le ragioni delle donne e dell'ospedale”.
“L'8 marzo – questo l'incipit dell'articolo – ci sarà un sit-in a Cremona, davanti all'ospedale. A organizzarlo è il Comitato #RivogliamoAreaDonna, costituito da pazienti con tumore al seno curate in quello stesso nosocomio. Chiedono che il luogo in cui finora sono state prese in carico - l'Area Donna, appunto - venga preservata esattamente com'era fino a poco tempo fa, e non subisca alcun cambiamento”.
Dopo aver ripercorso le tappe che hanno portato (2016) al servizio Area Donna, la giornalista ricorda che “Ci sono effettivamente dei cambiamenti in corso ma, fa sapere l'ASST, non riguardano la funzionalità della Breast Unit. Il disegno è più grande: creare un Cancer Center di alto livello”.
“Ma allora – si domanda la giornalista di Repubblica – quali sono i motivi che tra pochi giorni porteranno delle persone a manifestare davanti all'ospedale - insieme anche a rappresentanti dei sindacati CGIL, CISL e UIL - e che hanno spinto 150 pazienti a firmare una lettera accorata alla Vice Presidente della Regione Lombardia e Assessore al Welfare Letizia Moratti? Il punto sembra essere proprio questo: chiedere che questa breast unit non sia "solo" un percorso virtuoso, ma resti uno spazio speciale e riservato. Perché, sebbene Area Donna rimarrà, ci sono delle prestazioni che ora devono essere svolte giocoforza in condivisione con altre aree oncologiche, come le cure chemioterapiche e mediche”.
Le spiegazioni del caso le fornirà senza dubbio il sindaco nel corso dell'incontro che ha autonomamente convocato per il 19. Ammesso che si prenda la briga di informare le dirette interessate per tempo.
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