24 ottobre 2025

Attesissimo doppio ritorno all'Auditorium Arvedi: Fazil Day e Sergej Krylov protagonisti della terza serata dello Stradivari Festival. Con loro lo Stradivari “Camposelice” 1710

Si rinnova domenica 26 ottobre alle 21 all'Auditorium Giovanni Arvedi l'annuale appuntamento con Sergej Krylov, artista residente di STRADIVARIfestival, che quest'anno vede il virtuoso esibirsi in duo con l'istrionico pianista turco Fazıl Say. Per l'occasione il violinista suona lo Stradivari “Camposelice” 1710 appena ricevuto in prestito dalla Nippon Music Foundation. Il concerto è promosso da Museo del Violino e Unomedia, con il sostegno di Fondazione Arvedi Buschini e MdV friends.

Il programma prevede nella prima parte la celeberrima Sonata “a Kreutzer” di Beethoven e nella seconda la Sonata n. 2 per violino e pianoforte dello stesso Fazıl Say, oltre a una sua trascrizione dello struggente Preludio e Morte di Isotta da Tristano e Isotta di Wagner.

I biglietti sono in vendita al Museo del Violino e sulla piattaforma Vivaticket.

NOTE AL PROGRAMMA

La Sonata in la maggiore op. 47 di Beethoven è indissolubilmente legata al suo soprannome di Sonata “a Kreutzer”, dovuto al nome del dedicatario nella prima edizione a stampa, il violinista francese Rodolphe Kreutzer. In realtà, la figura di Kreutzer subentrò solo in un secondo momento nella mente del compositore, mentre la futura opera 47 fu scritta pensando alle possibilità tecniche ed espressive di un altro solista, George Augustus Bridgetower.

Giunto a Vienna nel 1803, Bridgetower entrò rapidamente in cordiali rapporti con Beethoven, che per soddisfarlo mise a punto in breve tempo la nuova Sonata e lo accompagnò poi nella prima esecuzione, avvenuta in un parco viennese una mattina del maggio 1803. Una rivalità amorosa separò i due artisti, e il compositore ripiegò, per la dedica, su Kreutzer, il quale per altro non mostrò di gradire la composizione.

Non è un caso che l’aneddotica deteriore e fuorviante che da sempre accompagna i capolavori beethoveniani si sia soffermata, nell’ambito delle Sonate per violino e pianoforte, principalmente sulla Sonata “a Kreutzer” (e, al di là dei pregi letterari, certo fuorviante è anche l’omonimo racconto di Tolstoj).

Questa infatti occupa un posto del tutto particolare rispetto alle altre Sonate, per proporzioni, rapporto fra i due strumenti, ambizioni espressive. Se già nelle sue prime Sonate violinistiche, ispirandosi all’esempio di Mozart, Beethoven aveva “promosso” lo strumento ad arco a un ruolo paritario rispetto a quello a tastiera, senza però allontanarsi molto da un contenuto espressivo ancora “disimpegnato” e intrattenitivo, la Sonata op. 47 presenta nuove ambizioni che emergono già dalle vicende della gestazione.

La seconda parte del concerto è dedicata a opere di Fazıl Say, pianista ma anche compositore di grande talento. Dopo un suo interessante arrangiamento della struggente Morte di Isotta dal Tristano e Isotta di Wagner, si potrà ascoltare la sua Sonata n. 2 per violino e pianoforte, scritta nel 2019 in protesta alla grande tragedia naturale avvenuta sul Monte Ida, in Turchia, dove centinaia di migliaia di alberi sono stati distrutti.

Il monte sorge nei pressi dell’antica Troia, nella Turchia nord-occidentale. Attualmente solo una parte del monte è protetta, all’interno del Parco Nazionale di Kaz Dağı. La catena montuosa è nota per la sua ricca biodiversità. Coperto da una foresta incontaminata, il Monte Ida ospita innumerevoli specie di piante, uccelli, insetti e rettili, alcuni dei quali endemici della regione. È uno degli ultimi “polmoni verdi” rimasti in un Paese in cui si stanno rapidamente esaurendo le risorse naturali.

Nel 2019 le autorità turche hanno permesso alla società canadese Alamos Gold di cercare oro nella zona, abbattendo gli alberi della foresta vicino al villaggio di Kirazli. In migliaia tra abitanti del posto e attivisti hanno manifestato con forza contro la deforestazione e la devastazione ambientale, allestendo un campo di protesta vicino al cantiere della miniera.

SERGEJ KRYLOV

L’effervescente musicalità, il virtuosismo strabiliante come raffinato strumento sempre al servizio dell’espressività, l’intenso lirismo e la bellezza del suono sono solo alcuni elementi che hanno reso Sergej Krylov uno dei più rinomati artisti del panorama internazionale.

Negli ultimi anni è stato ospite di prestigiose istituzioni musicali collaborando con orchestre quali Filarmonica della ScalaLondon PhilharmonicDSO BerlinAccademia Nazionale di Santa CeciliaOrchestre Philharmonique de Radio FranceOrchestre Philharmonique de Monte-CarloRussian National OrchestraSt. Petersburg PhilharmonicBudapest Festival Orchestra e molte altre.

Tra i maggiori direttori con cui Krylov ha lavorato figurano Mikhail PletnevJukka-Pekka SarasteVasily PetrenkoAndrey BoreykoVladimir JurowskiAndris PogaDmitrij KitajenkoYuri TemirkanovMarin AlsopFabio LuisiTon KoopmanRoberto AbbadoDmitry LissNikolaj Znaider.

Il repertorio di Krylov è ampio e spazia dal barocco al contemporaneo. Si dedica regolarmente al recital per violino solo, dando ampio spazio alla musica di BachYsaye e Paganini, mentre in duo con pianoforte ha eseguito gran parte del repertorio classico, romantico e moderno. La sua passione per il repertorio orchestrale lo ha portato a eseguire, oltre ai più popolari concerti per violino e orchestra, anche concerti più inusuali quali Offertorium di Sofia Gubaidulina, i Concerti di Philip GlassMartinuPetsalisWeinberg e Distant Light di Vasks.

Sergej Krylov è Direttore musicale della Lithuanian Chamber Orchestra, con la quale ama esplorare nel doppio ruolo di direttore e solista un repertorio che da Vivaldi arriva alla musica contemporanea. Da diversi anni si dedica con successo anche alla direzione d’orchestra, collaborando con compagini di grande prestigio come la Russian National Orchestra, la Filarmonica di San Pietroburgo, la English Chamber Orchestra, la ORT di Firenze, l’Orchestra da camera di Pforzheim.

Nato a Mosca in una famiglia di musicisti, Krylov ha iniziato lo studio del violino a cinque anni completando la sua formazione alla Scuola Centrale di Musica di Mosca. La sua discografia include registrazioni per EMI e Melodya, due dischi con Deutsche Grammophon, il Concerto per violino e orchestra di Ezio Bosso per Sony e il Concerto per violino Metamorphosen di Krzysztof Penderecki.

Nel novembre 2024 ha inaugurato la stagione sinfonica del Teatro alla Scala di Milano con il Concerto per violino di Brahms, diretto da Simone Young. Nell’estate 2025 ha intrapreso una tournée in Asia con l’Asian Youth Orchestra, sotto la direzione di Jader Bignamini, eseguendo il Concerto per violino di Čajkovskij nelle principali città tra cui TokyoHong KongPechinoTaipeiXi’an e molte altre.

Tra i principali appuntamenti della stagione 2025–26 figurano concerti con Mikhail Pletnev e Fazıl Say, oltre a una tournée in Australia. Sergej Krylov suona lo Stradivari “Camposelice” del 1710, gentilmente concesso dalla Nippon Music Foundation.

FAZIL SAY

Grazie alla sua straordinaria abilità pianistica, Fazıl Say incanta pubblico e critica da quasi 30 anni in un modo ormai raro. I suoi concerti sono diversi dal solito: più diretti, più aperti, più emozionanti. In altre parole: vanno dritti al cuore.

Questo deve aver inteso il compositore Aribert Reimann quando, durante una visita ad Ankara nel 1986, ebbe il piacere di ascoltare l'allora sedicenne Fazıl Say. Chiese subito al suo amico, il pianista americano David Levine, di recarsi al conservatorio della capitale turca, e lo fece con parole diventate ormai di uso comune: “Devi ascoltarlo, il ragazzo suona come un diavolo”.

Fazıl Say ha ricevuto le sue prime lezioni di pianoforte da Mithat Fenmen, un pianista che aveva studiato con Alfred Cortot a Parigi. Fenmen, intuendo il talento del ragazzo, gli chiese di improvvisare ogni giorno su temi quotidiani prima di dedicarsi agli esercizi: un’abitudine che ha alimentato la sua libertà creativa e la sua visione estetica, alla base del suo talento improvvisativo.

Come compositore, Fazıl Say ha scritto su commissione per istituzioni come la Boston Symphony Orchestra, l’Orpheus Chamber Orchestra, la BBC, i Festspiele di Salisburgo, la WDR, i Münchner Philharmoniker, lo Schleswig-Holstein Musik Festival, la Konzerthaus di Vienna, la Dresdner Philharmonie e la Fondation Louis Vuitton. Le sue opere comprendono sei Sinfoniedue Oratori, vari concerti solistici e numerose opere per pianoforte e musica da camera.

Fazıl Say si è perfezionato come pianista classico nel 1987 con David Levine, prima alla Musikhochschule Robert Schumann di Düsseldorf e poi a Berlino, frequentando anche corsi con Menahem Pressler. La sua tecnica eccezionale gli ha permesso di padroneggiare con disinvoltura i grandi capisaldi della letteratura pianistica mondiale.

Nel 1994 ha vinto il Concorso Internazionale “Young Concert Artists” di New York, e da allora si è esibito con le più importanti orchestre e direttori americani ed europei. Il suo repertorio spazia da BachHaydnMozart e Beethoven fino alla musica romantica e contemporanea, comprese le sue composizioni.

Il quotidiano francese Le Figaro lo ha definito “un genio”. Si è esibito come musicista da camera con partner come Patricia KopatchinskajaMaxim Vengerov, il Quartetto Minetti, il Quartetto ModiglianiNicolas Altstaedt e Marianne Crebassa.

Negli ultimi decenni è stato Artist in Residence presso sale da concerto e festival prestigiosi come la Konzerthaus DortmundKonzerthaus BerlinoAlte Oper di FrancoforteKonzerthaus di ViennaTonhalle-Orchester di Zurigohr-Sinfonieorchester di FrancoforteZürcher KammerorchesterDresdner PhilharmonieCamerata SalzburgFestival Musicale dello Schleswig-HolsteinRheingau Musik FestivalLudwigsburger SchlossfestspieleFestival di Bodensee e Festival delle Nazioni.

Nel 2013 ha ricevuto il Premio Musicale Rheingau e nel 2016 il Premio Internazionale Beethoven per i Diritti Umani, la Pace, la Libertà, la Riduzione della Povertà e l’Inclusione. Nel 2017 gli è stato assegnato il Premio Musicale della Città di Duisburg.

Le sue registrazioni per Teldec Classicsnaïve e Warner Classics sono state acclamate dalla critica e hanno ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui quattro ECHO KLASSIK e il Gramophone Classical Music Award nel 2018.

Tra i suoi album più celebri figurano Say Plays Say, le Sonate di Mozart, i Notturni di ChopinSecrets con Marianne Crebassa, l’album Debussy (2018), le Sonate di Beethoven (2020) e le Variazioni Goldberg di Bach (2020). Nel 2023 ha pubblicato con Patricia Kopatchinskaja un disco dedicato a Bartók, Janáček e Brahms (Alpha). Attualmente continua a registrare i propri lavori sotto l’etichetta ACM.

IL VIOLINO

Antonio Stradivari “Camposelice” 1710 (Nippon Music Foundation)

Il nome di questo violino deriva dal duca di Camposelice di Francia, eccellente dilettante e collezionista di strumenti. Lo acquistò intorno al 1884 tramite Gand et Bernardel di Parigi da un certo Tauzia, musicista amatore.

Nel 1889 passò a W. E. Hill & Sons, che lo vendette nel 1890 al capitano John Audley Harvey in Inghilterra. Nel 1894 fu acquistato dalla signora J. L. Gardner, fondatrice dell’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston, e poi appartenne al violinista e compositore Charles Martin Loeffler, che lo conservò fino al 1927.

Nel 1929 passò a Ralph H. Norton di Chicago, nel 1930 al dottor Kühne, proprietario di una collezione di quartetti Stradivari. Nel 1937 fu esposto alla prestigiosa Esposizione di Strumenti di Cremona come parte della collezione Kühne.

Successivamente appartenne al violinista Váša Příhoda, poi a Bernard Goldblatt, quindi a Joseph Deliège, e infine a un musicista dilettante belga, dal cui erede fu acquistato nel 2004 dalla Nippon Music Foundation.

Caratteristiche: il fondo, in due pezzi, è in acero con ampia venatura obliqua; fianchi dello stesso legno, voluta a venatura regolare, tavola in abete rosso di eccellente qualità con venature strette al centro e più larghe ai lati, vernice rosso-arancio. Le condizioni interne sono originali e intatte.


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