Cittadini di Spinadesco, tre associazioni ambientaliste contro il nuovo parco rottami (con taglio del bosco) dell'Acciaieria Arvedi. La lettera di 122 residenti
Primo stop al progetto di un nuovo parco rottami dell'Acciaieria Arvedi a Spinadesco. Mercoledì scorso si è tenuta presso la Sala del Consiglio Comunale di Spinadesco la seconda conferenza di "Valutazione Ambientale Strategia (VAS) per il SUAP presentato dalla ditta “Acciaieria Arvedi S.p.A.” in Variante al Piano di Governo del Territorio (P.G.T.). Alle osservazioni già giunte dall'ATS, dall'Arpa e dalla Soprintendenza, si sono aggiunte quelle del Circolo Vedo Verde di Legambiente Cremona, dell'Associazione Nazionale Pro Natura e dal Coordinamento degli Stati Generali Clima Ambiente e Salute della provincia di Cremona. Tutte le associazioni hanno sottolineato l'impatto del taglio di 10mila metri quadrati di bosco ed altre criticità peraltro evidenziate anche dal Comune di Spinadesco ed evidenti problemi già sollevati sia dal Comune di Spinadesco che dall'Ats sull'ulteriore avvicinamento delle attività all'abitato del paese. In particolar modo si sarebbe sottolineato la mancanza di un progetto alternativo (di grande impatto ambientale) rispetto a quello evidenziato.
Le tre associazioni hanno indetto una conferenza stampa per martedì prossimo per illustrare la loro opposizione al progetto dell'Acciaieria.
Ma a far discutere è anche la presa di posizione di 122 cittadini del paese. Spinadesco non ci sta. L'ampliamento dell'area destinata al parco rottami dell'Acciaieria Arvedi S.p.a. suscita dissenso e preoccupazione per il futuro di un paese, che il gigante industriale, situato a due passi dall'abitato, sta fagocitando, pezzo dopo pezzo. Lo scorso 13 Ottobre, centoventidue cittadini hanno sottoscritto una lunga lettera indirizzata agli amministratori, per dire stop, basta. Venuti a conoscenza del progetto, si sono organizzati velocemente, perché Spinadesco è la loro terra, il luogo in cui sono nati e cresciuti. È il posto da cui si sono affacciati al mondo, hanno fatto esperienza, messo su famiglia ed è per loro doloroso constatare l'impatto sempre maggiore di una realtà produttiva certamente importante, vitale per tanti aspetti, ma indiscutibilmente invasiva ed impattante. In effetti, ormai, la distanza dell'impianto dalle case è al lumicino ed il valore degli edifici è in caduta libera. Il tessuto socio-economico ristagna, perché la gente si sposta altrove ed i piccoli esercizi commerciali chiudono. Al sindaco Roberto Lazzari ed alla sua giunta si contesta la mancata indizione di assemblee per spiegare, informare, discutere, in quanto, per i residenti, in gioco, c'è davvero molto. È infatti previsto il taglio di diecimila metri quadri di bosco filtro, il cuscinetto naturale che attutisce, protegge, separa il piccolo centro urbano dal colosso dell'acciaio. Per niente rassicurati dagli effetti dell’operazione, che la sintesi tecnica definisce “per lo più nulli o ininfluenti”, adesso, gli Spinadeschesi fanno fronte comune. Ci stanno mettendo tempo, impegno e cuore, poiché, oltre che di tutela, il discorso è di appartenenza, è affettivo e l'augurio condiviso dai firmatari è quello di riuscire a salvaguardare il benessere dell’intera comunità.
Ecco il documento:
Al Sig. Sindaco del Comune di Spinadesco
Ai Sigg. Consiglieri del Comune di Spinadesco
All’Assessore Dott. Andrea Manfredini
Spinadesco, 13 Ottobre 2025
Oggetto: “Richiesta di rilascio di permesso di Costruire in Variante al vigente strumento urbanistico comunale per la realizzazione di nuovo fabbricato a copertura parco rottami e prolungamento di barriera acustica” presentata al Comune di Spinadesco dalla società Acciaieria Arvedi Spa in data 07/12/2023.
Tra poche settimane decorreranno due anni dalla presentazione della nuova richiesta di ampliamento dell’area industriale da parte della società Acciaieria Arvedi Spa. Il nuovo progetto comporterà la trasformazione (abbattimento, sia pure parziale) di un’area boschiva “di compensazione” sottoposta a tutela (ai sensi dell’art. 142 del D. Lgs 42/2004), individuata nello strumento urbanistico vigente come “Ambito Riservato ad interventi di Forestazione – E6” e come tale inedificabile (Art. 31 delle Norme urbanistiche vigenti sul territorio del nostro Comune), prescritta nel 2006 e “lì” localizzata a mitigazione di altro intervento di ampliamento dell’industria in questione.
Atteso che non si può imputare a codesta Amministrazione il non rispetto della normativa per quanto riguarda le modalità di informazione e di partecipazione del pubblico, relativamente alla pubblicazione sul sito regionale SIVAS della documentazione della procedura VAS, riteniamo che il progetto, per le forti implicazioni ed impatto sull’ambiente, sul paesaggio, sulla qualità dell’aria, sulla vivibilità del nostro paese, meritasse ben altra pubblicità presso la cittadinanza. Non sarebbe stato il caso di indire, a tempo debito, un’assemblea pubblica per informare in modo appropriato la cittadinanza? Anche una semplice comunicazione tramite canali di informazione tradizionale avrebbe consentito un fattivo confronto tra Istituzioni e cittadini di Spinadesco.
Così non è stato e quindi, ancora una volta, stiamo assistendo alla nuova avanzata dell’impianto industriale fino ad inglobare le abitazioni.
Nella “Sintesi non tecnica” (procedura VAS) - vedi pag. 13 - si legge che l’ampliamento del parco rottami, che occuperà una superficie di poco inferiore a 10.000 mq., si prefigura come modifica NON sostanziale al PTCP. Se si considera che l’ambito di riferimento del PTCP – Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale riguarda l’intero territorio provinciale cremonese pari a ca. 1.770 Kmq. possiamo anche convenire che trattasi di modifica non sostanziale. Assume invece ben altra rilevanza se rapportato ai 17 kmq. di superficie del nostro territorio comunale. Ebbene, quello che appare non sostanziale rispetto al territorio provinciale è oltremodo impattante per il nostro Comune.
Il nostro paese è chiuso in una morsa dall’Acciaieria Arvedi. L’Acciaieria ha fagocitato le abitazioni, è entrata nelle case, ha occupato spazi prima dedicati alle attività artigianali e logistiche. Per tale motivo, dal punto di vista dello sviluppo urbanistico (residenziale e produttivo), la situazione è stagnante; è come se il paese si fosse “spento”: alcuni servizi sono venuti a mancare, diverse attività commerciali hanno chiuso i battenti, si respira un’aria di rassegnazione allo “status quo”.
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Sempre nella “Sintesi non tecnica” - (vedi pagine 18-19) si elencano gli eventuali impatti e ricadute del progetto previsti sulle componenti ambientali ritenute maggiormente significative quali le immissioni di inquinanti di combustione da traffico, sollevamento polveri in fase di cantiere e in fase di utilizzazione, immissione di acque di prima pioggia nella rete delle acque superficiali, manomissione della falda, ecc. ecc., per poi concludere che gli elementi considerati presentano “per lo più effetti nulli o ininfluenti”.
Che significato attribuire a tale affermazione? Lo stesso Proponente, a pag. 17 della predetta “Sintesi non tecnica”, precisa che in base alla zonizzazione effettuata da Arpa, il Comune di Spinadesco ricade in zona A-pianura ad elevata urbanizzazione, caratterizzata da “più elevata densità di emissioni di PM10”, da alta densità abitativa, alta densità di attività industriali e di traffico, oltre che da una situazione meteorologica avversa per la dispersione degli inquinanti.
Le condizioni di vivibilità del nostro paese sono già fortemente compromesse e precarie e crediamo che, al di là di tutte le rilevazioni numeriche sulla qualità dell’aria e del rumore svolte dagli Enti ed Organismi a ciò preposti, possa bastare la testimonianza di noi cittadini. A Spinadesco sui davanzali si raccolgono polveri con le calamite, si dorme anche in piena estate con finestre a doppio vetro serrate e con i tappi nelle orecchie per non sentire il rumore. Tutte situazioni ben note a codesta Amministrazione che non dovrebbero essere aggravate da altri fattori, per quanto ritenuti NULLI o ININFLUENTI dal Proponente (Acciaieria).
Abbiamo tuttavia il timore che tutte le osservazioni, argomentazioni ed obiezioni che, facendo appello alla logica ed al sentire comune, si possono sollevare a scapito dell’accoglimento della richiesta dell’Acciaieria, siano da questa “arginabili” ed “eludibili”, sui vari fronti, in forza dell’offerta, nel pieno rispetto della normativa vigente, di “adeguate compensazioni”, di cui Spinadesco ed i cittadini di Spinadesco avrebbero certamente bisogno/diritto (indipendentemente dal nuovo progetto), ma che rappresenterebbero comunque un ripiego, l’ennesimo compromesso, NON più accettabile.
Stante la situazione, pensiamo sia giunto il momento di porre un freno all’avanzata dell’industria verso il centro abitato e l’unico modo è quello di opporre un diniego all’adozione della Variante al PGT, in modo da non creare un “precedente” che consenta la presentazione da parte dell’Acciaieria di nuove richieste di ampliamento, motivate dalle necessità “economiche, di sviluppo della produzione”. Quella in corso di esame è la terza richiesta di Variante al PGT presentata dalla società Arvedi nel corso degli ultimi quindici anni: è un modo di procedere a “piccoli passi” con varianti di dimensione contenuta per far sì che vengano più facilmente concesse.
Serve una presa di posizione chiara da parte di codesta Amministrazione, a cui i cittadini di Spinadesco hanno affidato la gestione della “res publica”, un’assunzione di responsabilità, una volontà Politica che opponga un NO all’adozione della Variante al PGT. Un “NO” che prefiguri un’azione propositiva e lungimirante, per cui non ci si adegui di volta in volta alle situazioni contingenti, ma sia espressione di una progettualità volta alla crescita e sviluppo del nostro Comune, che, nonostante tutto, ne ha le potenzialità.
Ci preme sottolineare che una insufficiente programmazione urbanistica caratterizzata da scarsa pianificazione di aree di espansione e destinazione, di servizi, di spazi pubblici e residenziali, nonché da carenze infrastrutturali e mancato rispetto dei tempi di attuazione di alcune parti del PGT non fanno che agevolare interferenze di soggetti esterni (vedi Acciaieria) che perseguono obiettivi totalmente in contrasto con i reali fabbisogni della comunità di Spinadesco.
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Certamente la presenza di una realtà industriale quale la Società Arvedi, sul territorio cremonese, ha rappresentato e rappresenta una risorsa importantissima dal punto di vista occupazionale. Questo però non deve rappresentare un elemento di scambio a scapito della salute e del benessere socio-economico dei cittadini.
I firmatari della presente sono una stretta minoranza rispetto a coloro che hanno rimesso nelle mani di codesta Amministrazione la gestione della “cosa pubblica” ma La invitiamo, signor Sindaco, e parimenti invitiamo i Signori Consiglieri a non confondere il “silenzio” degli altri nostri concittadini con un generico e superficiale “assenso” all’accoglimento della richiesta dell’Acciaieria.
Grazie per l’attenzione.
(Seguono 122 firme)
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