5 dicembre 2022

E' del cremonese Stefano Jacini, ministro dei lavori pubblici del governo La Marmora nel 1866, il primo progetto del ponte sullo stretto di Messina

Da quanto tempo si parla del ponte sullo stretto di Messina? Almeno da duemila anni, da quando nell’estate del 250 a.C., per ordine del console romano Lucio Cecilio Metello, vennero disposte da una sponda all’altra dello stretto migliaia di botti vuote legate a due a due, su cui poggiavano delle tavole coperte da terra e da altro materiale, dove far passare 104 elefanti catturati dalle legioni romane ad Asdrubale nella battaglia di Palermo del 251 a.C. Secondo la leggenda, il ponte galleggiante realizzato dall’esercito romano resistette solo alcuni mesi, dopodiché il mare lo spazzò via.

Ma, leggende a parte, il primo che seriamente studiò la possibilità di un collegamento fu un cremonese, il ministro dei Lavori pubblici del governo Ricasoli, Stefano Jacini, nel 1866. Jacini incaricò l'ingegnere Alfredo Cottrau, costruttore di ponti e strade ferrate di fama internazionale nonché funzionario responsabile delle Ferrovie Italiane, di studiare un progetto per realizzare un collegamento stabile tra Calabria e Sicilia. Sul Monitore delle Strade Ferrate (Torino, 3 maggio 1883) l’ing. Alfredo Cottrau scriveva: “…La prima di queste idee consisteva nel poggiare le pile metalliche relativamente leggierissime ed offrenti poco ostacolo alle correnti ed ai marosi – su grossi galleggianti in lamiera di acciaio, a forma di pesce piatto (come le tinche), ossia composte con due calotte sferiche riunite insieme; i galleggianti erano supposti sommersi e trattenuti a mezzo di forti ancore, a circa 10 o 12 metri sotto il livello medio del mare: essendo da tutti risaputo che a quelle profondità le più potenti burrasche diventano inerti ed insensibili.” Jacini svolse la sua azione soprattutto con la creazione delle infrastrutture ferroviarie e stradali necessarie allo sviluppo del nuovo Stato. Grandi meriti ebbe nel settore delle ferrovie, passate dai 1472 km del 1860 ai 5161 km del 1867 (più 1298 km in costruzione), con la realizzazione di opere monumentali come la Porrettana, il ponte sul Po a Piacenza, il traforo del Fréjus a Bardonecchia e la realizzazione della linea adriatica per il passaggio della "Valigia delle Indie". Fece inoltre approvare la legge 14 maggio 1865 che unificava il sistema ferroviario e riordinava il servizio postale e telegrafico. Avendo in passato dedicato due memorie al tema del collegamento tra l'Italia e il Nord delle Alpi, L'Italia e la Svizzera nella questione della ferrovia delle Alpi elvetiche (Milano 1863) e Lucomagno, Gottardo o Spluga? Sul modo di chiudere la discussione e di accelerare la decisione sull'argomento (1864), in cui si pronunciava per il transito del Gottardo, il 10 agosto 1865 nominò una commissione per lo studio della ferrovia transalpina attraverso il Gottardo e il 25 febbraio 1866 fece approvare la legge che bandiva un concorso internazionale per promuovere e realizzare tale linea.

Un altro ingegnere, Carlo Navone, per risolvere il problema del passaggio dello stretto di Messina propendeva invece per un collegamento sottomarino fino a quando nel 1908 fece piazza pulita di idee e progetti il terremoto devastante, con epicentro nello Stretto, che alle prime luci dell’alba del 28 dicembre distrusse Reggio Calabria e Messina con circa 120 mila vittime: del ponte non si parlerà più per molti anni. Fino al 1958, quando viene istituito il Gruppo Ponte di Messina, società della quale fanno parte Finsider, Fiat, Italcementi e Pirelli, mentre l’architetto Armando Brasini progetta una struttura a più campate, che poggiano su un’isola artificiale. Da allora un seguito di progetti per un ponte ai realizzato che fino ad oggi è costato circa 1,2 miliardi. Il costo del ponte che oggi si vorrebbe fare, secondo il ministro Salvini, è di 6-7 miliardi.

Fabrizio Loffi


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commenti


anna maramotti

5 dicembre 2022 14:23

Il Ministro non sapeva quanto sarebbe accaduto nel 1908. Noi al contrario lo sappiamo

Michele deCrecchio

5 dicembre 2022 16:05

Peccato, prima di aver letto questa notizia, avevo una certa certa stima nei riguarsi dello Jacini!


Danilo Codazzi

6 dicembre 2022 09:28

In questi decenni capiamoci, si viaggia in aereo, e ancora in nave. Serve energia pulita o continuiamo a dire che l'energia ce la devono dare gli altri paesi ? e pagarla cara ??
Da tecnico che ha avuto a che fare parecchio con l'energia, sarebbe saggio, che a Reggio Calabria , o a Messina, si impiantasse una grande stazione di produzione di idrogeno, che sarà il carburante del futuro, per il trasporto dei traghetti con energia pulita, che servirà alle automobili future ad energia pulita .Si darà lavoro ad una moltitudine di tecnici e maestranze, cantieri navali, e per l'indotto generato sulle due rive dello stretto. Una volta realizzato il ponte, si continuerà ad avere un sistema stradale e ferroviario che è quello che è . Domanda retorica : Il ponte con i tutti gli incerti, con tutti i costi genererà energia pulita................ ??? Bravo IACINI ma i tempi attuali, e i temi attuali, non sono i suoi .