Idrocarburi in un'area di centinaia di metri: le indagini alla Bissolati confermano il quadro denunciato dalla società. Ecco i prossimi passaggi
“Una novità? Non per me. Quanto accertato ieri (venerdì; ndr) non è certo una novità, ma la conferma di quanto sosteniamo da qualche anno”. Vale a dire, che la Tamoil inquina ancora, inquina eccome (qui uno dei nostri articoli). E non inquina i terreni in un raggio limitato a ridosso dello stabilimento. “L'area interessata (dalla fuoriuscita di surnatante, ossia idrocarburi; ndr) è di centinaia di metri e va dal Flora fin quasi ai campi di tennis della Bissolati. Non è, in altre parole, concentrata in un solo punto”.
A 24 ore di distanza dalle indagini effettuate nei terreni della Bissolati a seguito dell'apertura della nuova conferenza dei servizi sull'inquinamento, il dottor Gianni Porto non canta vittoria, ma pare soddisfatto. I rilievi effettuati alla presenza degli enti, della Tamoil stessa e dell'Arpa hanno confermato quanto la Bissolati, attraverso i suoi legali e attraverso il suo consulente, lo stesso geologo Porto, va dicendo da settimane: l'inquinamento non si è arrestato e la barriera idraulica, evidentemente, non fa ciò che dovrebbe fare.
“Due settimane fa – spiega il dottor Porto -, attraverso alcune indagini specifiche abbiamo rilevato alcune anomalie anche a carico della piscina da 50 metri”.
Di cosa si tratta in particolare?
“Sono anomalie strutturali che potrebbero essere collegate all'azione della barriera idraulica, alle attività di messa in sicurezza”.
Il danno è ancora più esteso di quello che sembrava in un primo momento?
“Non mi esprimo sul collegamento, mi limito a rilevare che vi sono anomalie a carico della piscina grande della Bissolati. Per il resto il quadro è quello che abbiamo descritto da tempo”.
Vale a dire?
“L'area interessata è molto estesa. Centinaia di metri. A suo tempo, mentre facevamo le indagini, ci siamo resi conto che al pelo della falda, ossia a circa otto metri e mezzo, si riscontrava la presenza di surnatante. A quel punto sono stati fatti altri tre piezometri e i terreni sono risultati sporchi”.
A quale area si riferisce di preciso?
“A quella che va dal Flora fin quasi ai campi da tennis della Bissolati. Questo quadro è stato confermato dalle indagini di ieri”.
Cosa succede a questo punto?
“Noi, in conferenza di servizi, abbiamo avanzato richieste precise. Abbiamo chiesto di accorpare i procedimenti amministrativi (bonifica della Bissolati e messa in sicurezza della Tamoil; ndr) e abbiamo detto che il prodotto, il surnatante, deve essere rimosso al più presto. Per fare questo è necessario mettere mano alla barriera idraulica”.
Crede che questa sia la volta buona?
“Diciamo che stavolta sono ottimista. Ho visto gli enti più interessati... non diamo niente per scontato, ma ho visto un atteggiamento di disponibilità soprattutto dalla Provincia e dal direttore dell'Arpa”.
Dal punto di vista tecnico cosa succederà adesso?
“La conferenza dei servizi non è stata chiusa: quello fatto ieri è un sopralluogo nell'ambito del primo passaggio di questa conferenza. Adesso si tratta di aggiornare l'iter e capire cosa intende fare la Tamoil. Noi confidiamo nel fatto che la conferenza dei servizi adesso chieda un nuovo progetto di bonifica... anzi, che la conferenza chieda un progetto di bonifica, perché fino ad ora...”.
Fino ad ora è stato fatto ben poco...
“Non si ha un cronoprogramma e manca una fidejussione per i lavori nell'area della Bissolati, mi dica lei... Ma, ripeto, sono ottimista. Devo essere ottimista”.
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