28 maggio 2025

Il "Campus città di Cremona" è realtà: presentata la nuova sede nell'ex Caserma Manfredini. Soddisfazione del Cavalier Giovanni Arvedi: ”Una nuova tappa fondamentale di Cremona, città universitaria"

"Un atto d'amore verso la città": così il Cavalier Giovanni Arvedi ha presentato la nuova sede del Campus Universitario "Città di Cremona" durante il sopralluogo presso il cantiere da parte dei firmatari del protocollo d’intesa che ha portato alla nascita del nuovo polo universitario che vedrà a giugno il trasferimento del Politecnico dalla sede di via Sesto e, in autunno, l’inaugurazione ufficiale. 

”Prende vita una nuova tappa fondamentale di “Cremona, città universitaria” ha spiegato con grande soddisfazione il Cavalier Arvedi, sottolineando quanto sia importante "porre sempre la cultura alla base di ogni sviluppo futuro, cultura come fattore determinante per permettere a Cremona di uscire dall'isolamento e dall'insenilimento. Lo spirito è ciò che permette di fare il passo oltre la logica, verso l'impossibile". Una lezione di vita rivolta soprattutto ai giovani, coloro che fruiranno di questi nuovi spazi e ambienti per studiare e formarsi.

Il sogno dunque del Cavalier Giovanni Arvedi di far diventare Cremona una città universitaria recuperando gli ex conventi (Santa Monica, che ospita oggi la facoltà di agraria della Cattolica) e l'Annunciata (appunto la ex caserma Manfredini, intitolata al tenente colonnello Marzio Manfredini caduto in Eritrea) con il Politecnico di Milano, è ormai diventato a tutti gli effetti realtà, unendo spirito umanistico e spirito tecnologico che caratterizzano le anime delle due facoltà coinvolte.

Questa mattina dunque, in occasione della fine dei lavori di ristrutturazione e rifunzionalizzazione della ex Caserma Manfredini, che oggi prende il nome di nuovo Campus “Città di Cremona” del Politecnico di Milano, si sono ritrovati questa mattina per un primo sopralluogo i soggetti firmatari del protocollo d’intesa che ha reso possibile l’intervento di riqualificazione dell’intero complesso. Si tratta della Fondazione Arvedi Buschini, che ha realizzato i lavori di ristrutturazione, l’Agenzia del Demanio, proprietaria dell’immobile, il Politecnico di Milano, la Fondazione Politecnico e poi il Ministero dell’Interno, la Prefettura di Cremona, il Comune di Cremona e la Provincia.

Tutti i vertici delle Istituzioni, che nel 2021 hanno sottoscritto il protocollo d’intesa, si sono così ritrovati per tracciare il punto della situazione e vedere dal vivo il risultato delle opere di ristrutturazione e bonifica effettuate in questi anni dalla Fondazione Arvedi Buschini.

Ad accogliere le Autorità presso l’aula magna del nuovo Campus il Cavalier Giovanni Arvedi con la Magnifica Rettrice del Politecnico Donatella Sciuto. Tra le autorità presenti: il Prefetto Antonio Giannelli,  il Direttore regionale dell’Agenzia del Demanio Massimiliano Iannelli, il Sindaco di Cremona Andrea Virgilio, l’ex Sindaco Gianluca Galimberti, il Presidente del Consiglio Comunale Luciano Pizzetti, il Presidente della Provincia Roberto Mariani, il Questore Ottavio Aragona, il prefetto Antonio Giannelli, il Vescovo Antonio Napolioni, i Comandanti provinciali dei Carabinieri Paolo Sambataro e della Guardia di Finanza, Massimo dell’Anna, il Comandante dei Vigili del Fuoco Michele Castore e per l’Esercito Italiano il Ten. Col. Petrocelli. Per la Fondazione Arvedi Buschini presente anche il dott. Mario Arvedi Caldonazzo.

Un incontro molto positivo che ha chiuso la fase più impegnativa, quella delle opere di ristrutturazione e di bonifica della ex Caserma Manfredini, alla quale seguirà a breve la fase del trasferimento nella nuova sede del Politecnico, che lascerà così la storica collocazione di via Sesto, ormai non più adeguata alle esigenze di crescita e sviluppo del polo universitario cremonese.

I numerosi presenti hanno quindi potuto vedere in anteprima tutti i nuovi ambienti, che si compongono di spazi e laboratori per la parte didattica (2 laboratori di acustica, un laboratorio di meccanica e uno di biologia), una grande biblioteca e una parte museale, gli spazi conviviali dedicati all'area bar e ristori, lo studentato con 143 posti letto divisi tra camere singole e doppie, le cucine e la palestra. Il nuovo blocco invece accoglierà le aule più grandi, con l'auditorium, due aule da 250 posti a sedere, altre quattro aule rispettivamente due da 150 e due da 80 posti. Infine gli spazi amministrativi e naturalmente ampi spazi verdi esterni per rendere ancora più gradevole e salutare i momenti di relax al di fuori dallo studio.

I lavori di rigenerazione del compendio sono durati poco più di due anni ed hanno interessato un’area con un’estensione di 30.000 mq ed una superficie costruita di più di 20.000 mq. La tipologia dei lavori ha spaziato dal restauro conservativo nella parte più antica dei chiostri alla nuova costruzione per l’edificio che ospiterà le funzioni didattiche e l’auditorium. Un lavoro certamente impegnativo dal momento che ha interessato un edificio di carattere storico e che quindi ha dovuto essere trattato con tutti i riguardi del caso, sempre a stretto contatto con la Soprintendenza.

Un'opera che guarda al domani, al futuro della città e dei suoi giovani che decideranno di scegliere Cremona come sede dei propri studi universitari, attratti sia dalla bellezza e dalla storia della città, sia dal prestigio e dall'avanguardia di questi nuovi ambienti a loro disposizione, in un contesto che sposa l'avanguardia e la tecnologia con la storia più antica di Cremona. La ex caserma Manfredini nacque infatti come convento fondato nel 1494 da quattro suore Agostiniane che acquistarono la casa del Conte Covo e che allora era uno dei palazzi più belli di Cremona, che si affacciava direttamente su strada del Cannone e circondata da un grande giardino ed un chiostro interno caratterizzato da medaglioni in cotto che lo adornano ed archi scanditi da snelle colonne. Le quattro suore crebbero di numero arrivando persino a 120, portando ad un ampliamento degli spazi, alla costruzione di una chiesa mentre l'iniziale cappella divenne parlatorio. Il 19 giugno del 1798, le monache abbandonarono il convento dell’Annunciata, e si rifugiarano in Santa Maria e Santa Monica, ottenendo poi la facoltà di secolarizzarsi. Da questa data il complesso divenne poi la caserma.

L’inaugurazione ufficiale del Campus “Città di Cremona”, pronto per il nuovo anno accademico, è dunque prevista per l’autunno di quest’anno.

Michela Garatti


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commenti


Claudio Maria

28 maggio 2025 13:25

Cremona sarà un importante e bellissimo polo universitario (con la splendida Università Cattolica Santa Monica). Grazie Cavaliere!

Acufene

28 maggio 2025 14:12

3, 2, 1... Raddoppio degli affitti, la gente normale dormirà in auto per far posto ai regazzini a cui i genitori pagano 700 euro al mese per una stanza

Marco

28 maggio 2025 17:31

Il campus dispone di 140 posti letto.
Nella ex sede AEM verrà realizzata una struttura ricettiva di circa 100 posti letto.
In Via Brescia altri 20.
Sono nate tante altre strutture ricettive e molto privati hanno deciso di mettere a disposizione degli studenti ma anche di lavoratori fuori sede abitazioni non utilizzate.
È la normalita' in tutte le città con o senza sedi universitarie.
Se avessi la possibilità lo farei anch'io.
Non c'è niente di male a cercare di guadagnare perché con i contratti registrati si pagano delle belle tasse.
E inoltre molti studenti sono Cremonesi oppure sono pendolari (proprio per il cari affitti di Milano,Parma ecc ecc.).
Vedrà che tra poco ci sarà un'offerta esagerata di locazioni temporanee.

Manuel

29 maggio 2025 03:28

Il tutto, forse, si trasformerà in una bolla speculativa, ma da un paio d’anni si sentono persone pronte ad ospitare studenti a cifre esose... e non hanno la benché minima intenzione di pagare le tasse.
Vedremo (e speriamo) che “un’offerta esagerata di locazioni” regoli automaticamente il mercato al ribasso.

Maurizio

28 maggio 2025 18:46

.... Mai contenti. Non sapete apprezzare nulla

Marco

29 maggio 2025 12:05

Il mantra dei cremonesi?...lamentarsi.
Cominciamo a vedere il bicchiere metà pieno e vivremo meglio.

Michele de Crecchio

28 maggio 2025 23:00

Senza nulla voler sminuire della nuova e benemerita iniziativa dei coniugi Arvedi-Buschini, ritengo doveroso, e non inutile, ricordare che al primo importante intervento di salvaguardia e di restauro della parte più storicamente interessante dell'antico complesso monastico, già detto dell'Annunciata, complesso che, fin dalla dominazione austriaca, era stato riutilizzato come caserma militare e che, sul finire del secolo scorso, era ormai ridotto in ben miserevoli condizioni, aveva, nell'ultimo quarto del secolo scorso, saggiamente provveduto, il compianto senatore Giovanni Spadolini, allora ministro per la difesa. Colto e neppure digiuno di architettura come era, tale senatore, nel corso di una visita a Cremona, non fece fatica, ispezionando le varie caserme locali, a rendersi conto sia del valore storico che delle pessime condizioni che caratterizzavano allora la vecchia e, se solo superficialmente osservata, abbastanza anonima, caserma Manfredini. Tornato a Roma, Spadolini riuscì poi a finanziare l'intervento che, sia pure parziale e che confermava una destinazione d'uso militare poco opportuna, venne poi progettato ed appaltato.. Pochi anni dopo, infatti, sulla "Rivista di edilizia militare", rivista" edita dal competente ministero, comparve un ampio e documentato resoconto sia sul valore dell'edificio che sui lavori eseguiti, resoconto, se ben ricordo, redatto dall'architetto Cassarino della Soprintendenza di Brescia. Fu dunque proprio quella particolare attenzione del ministro Spadolini al valore storico e ambientale dell'antico complesso conventuale che consentì di comprendere in modo più completo le intrinseche qualità dell'intero complesso, nonché delle sue notevoli potenzialità, in attesa di tempi migliori, quali quelli che, credo, si stiano attualmente concretizzando in nuove opere e nuove, nonché più opportune, destinazioni d'uso.