Tra Roccabianca e Motta Baluffi la tradizionale benedizione del Po di mezza estate
Benedette le acque del Grande fiume, nel medio Po, tra Roccabianca e Motta Baluffi. Il rito, divenuto ormai una significativa tradizione di mezza estate, si è tenuto ieri sera, in mezzo al Grande fiume, alla presenza di un considerevole numero di persone. A presiederlo è stato il vescovo di Fidenza, monsignor Ovidio Vezzoli: da ricordare che in passato il primo a celebrarlo era stato il “nostro” indimenticato monsignor Maurizio Galli, proprio negli anni in cui aveva guidato la diocesi fidentina.
Monsignor Vezzoli ha prima presieduto la messa, affiancato dai sacerdoti della zona (tra questi don Agostino Bertolotti, da anni parroco di Roccabianca, cremasco di Capergnanica) alla presenza di diverse autorità civili e militari emiliane. Al termine della funzione, in barca, in mezzo al fiume, il significativo rito della benedizione delle acque ed il ricordo, toccante, alle vittime del Grande fiume, dell’una e dell’altra riva, onorate con una corona di fiori rilasciata tra le acque del grande, vecchio Eridano dal sindaco Alessandro Gattara e dallo stesso monsignor Vezzoli. Profonde le parole del vescovo di Fidenza che, richiamando alla Custodia del Creato, ha invitato a custodire e rispettare sempre quel fiume, il Po, che da sempre segna la storia, le vicende e le giornate delle terre che attraversa. C’è da sperare che questo appello, non il primo, sia rispettato da tutti coloro (e non sono pochi) che il fiume lo maltrattano e lo “violentano”: e su questo ci sarebbe da scrivere a lungo. Nel corso della serata un particolare ricordo è stato dedicato a Romanello Balocchi, imprenditore e grande uomo del Po, molto conosciuto e stimato anche in terra cremonese, sia per la sua attività industriale (era il fondatore ed il titolare della Plafond Plast, azienda con importanti collegamenti e collaborazioni anche in terra lombarda), che per essere stato a lungo campione di motonautica, per anni tra i protagonisti del Raid Pavia – Venezia. Di Romanello, il cui ricordo sarà sempre doveroso, si era scritto qui https://cremonasera.it/cronaca/se-n-andato-nello-balocchi-di-roccabianca-uomo-del-po e, sempre in suo ricordo, è stato anche presentato un toccante video realizzato da Paolo Gepri. Presenti, per l’occasione, la moglie Fiorella, il figlio Andrea e tanti amici di sempre. Esposto anche il motoscafo con il quale ha scritto pagine di storia sportiva lungo il Po. La serata, promossa dall’associazione Motonautica di Stagno (di cui Romanello Balocchi è stato sempre una “colonna” ed il presidente) insieme al Comune e ad altre associazioni locali, è stata poi impreziosita dall’inaugurazione della panchina gigante sul Po (che i cremonesi appassionati di fotografia e video sul fiume non devono perdersi) realizzata da Giorgio Bianchi, dalla cena in riva al Grande fiume e dal grande spettacolo pirotecnico finale: quello che Romanello Balocchi ha sempre voluto e sostenuto con la sua impresa per regalare, alla gente del fiume, momenti di festa e di gioia, da uomo buono, e appassionato del Po, qual è sempre stato. Di certo, questa volta, ha ammirato i fuochi da una posizione privilegiata, quella del Cielo e, nel fiume, a modo loro, si sono anche fatte sentire le campane delle chiese sommerse di Stagno: una storia affascinante, questa, che potete leggere qui https://cremonasera.it/natale/la-leggenda-delle-campane-della-chiesa-sommersa-dal-po-che-suonavano-a-natale.
Eremita del Po
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti