Il concerto per violino e orchestra di Cajkovskij emoziona il Ponchielli. Straordinaria esecuzione di Milenkovic
La sirena prima del concerto per ricordare chi in Ucraina è sotto le bombe. Poi il concerto per violino e orchestra di Cajkovskij. Un'emozione unica. Il pensiero corre subito a quello straordinario film del 2009, “Il Concerto” di Radu Mihailenau ambientato a Mosca all'epoca di Breznev quando il regime sovietico contemplava la pulizia etnica e le disgrazie capitate al direttore d'orchestra Andrei Filipov che si era rifiutato di espellere i musicisti ebrei dalla orchestra del Bolshoi indispensabili per raggiungere la perfezione di quel meraviglioso concerto per violino e orchestra. Quante analogie ancora oggi con quella situazione nell'est dell'Europa ma a soli 1500 chilometri da qui.
Stefan Milenkovic con il suo violino Guadagnini ha dato una interpretazione magistrale di quella musica difficile, complicata, rifiutata più volte dai migliori violinisti del 1881 perchè troppo difficile, troppi virtuosismi, quasi ineseguibile. Milenkovic ha scritto una pagina straordinaria nella concertistica al Ponchielli. L'ultima volta che il concerto di Cajkovskij era stato eseguito sul palcoscenico cremonese risale a sei anni fa ed era stato David Garrett ad eseguirla. Quella di Milenkovic è stata ancora più appassionata, forte, decisa, quasi travolgente in alcuni tratti e leggera, quasi impalpabile nella seconda parte. Insomma una esecuzione perfetta che in alcuni tratti ha ricordato quella di Itzhak Perlman con cui il violinista serbo collabora nel lavoro pedagogico di accostamento alla musica.
L'intesa tra la direzione dell'orchestra (Franco Bonato, classe 1995 il più giovane direttore delle tredici Istituzioni Concertistico Orchestrali italiane) e il grande violinista hanno portato ad una esecuzione pressocchè perfetta da parte dell'Orchestra Filarmonica Marchigiana. E gli applausi e le chiamate sono state tante alla fine dell'esecuzione. “L'orchestra è un mondo. Ognuno contribuisce con il proprio strumento, con il proprio talento. Per il tempo di un concerto siamo tutti uniti, e suoniamo insieme, nella speranza di arrivare ad un suono magico: l'armonia. Questo è il vero comunismo. Per il tempo di un concerto” dice Andrei Filipov, il direttore espulso dal Bolshoi, nel film di Mihailenau. E l'armonia ce la siamo proprio goduta in questa bella serata a teatro.
E anche la seconda parte con la sinfonia n.7 in la maggiore di Beethoven è stata di livello assoluto. L'orchestra Filarmocia Marchigiana si sta affermando come una delle realtà più importanti del mondo orchestrale italiano, spaziando dal lirico al sinfonico con grande flessibilità.
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