Il taglio degli alberi sul Morbasco, il Comune sapeva tutto ma non ha mai risposto alla segnalazione di Legambiente
La documentazione fotografica sul taglio di alberi lungo il cavo Morbasco è sul tavolo del sindaco Galimberti dall’11 marzo. Il Comune non può dire di non sapere e di dover verificare l’accaduto. E’ la sindrome di “San Felice”. Eppure a Legambiente, che ha presentato una segnalazione il 5 marzo scorso, non è mai giunta da parte del Comune alcuna risposta. Nel frattempo i tagli indiscriminati di essenze si moltiplicano, dimostrando come la situazione rischi di sfuggire di mano. La nota di Legambiente è stata inviata, oltre che dal sindaco, all’UTR Val Padana Cremona e ai Carabinieri forestali. Gli unici ad aver risposto sono questi ultimi, limitandosi a sottolineare, riguardo al bosco, che si trattava di un pioppeto.
Nel testo si segnala “il taglio definitivo di un bosco di circa 5000 metri quadrati e la distruzione delle piante ad alto fusto presenti sulla sponda sinistra del cavo Morbasco in località a posta a sud dell’impianto di depurazione di Cremona”, sottolineando il fatto che le operazioni sarebbero avvenute intorno al 1 marzo. “Poiché esiste un vincolo ambientale ai sensi del Codice dei beni culturali e del Paesaggio determinato dal cavo Morbasco - osserva l’associazione - il Pgt individua le aree come Rete ecologica regionale e come aree di valore Paesaggistico-Ambientae ed ecologico (art.18 NT), dato che alcune aree sono comunque classificate nel Piano di indirizzo forestale della Regione ed inoltre ricomprese nel parco Locale di Interesse Sovracomunale del Po e del Morbasco”. La nota di Legambiente si conclude con la richiesta di conoscere “se le operazioni di taglio del bosco sono state regolarmente autorizzate; in quale tipo di casistica rientri la distruzione della vegetazione ripariale per circa 200 metri di riva composta da circa una ventina di piante ad alto fusto e vari arbusti”. Conclusione che, oggi, suona involontariamente ironica: “Ringraziando per l’attenzione si chiede un cortese e rapido riscontro vista la presenza dei vincoli ex lege Galasso e di Bosco”.
Sul caso del taglio del pioppo secolare a San Felice a metà marzo, il Comune aveva risposto che “L'abbattimento purtroppo è avvenuto per una mancanza procedurale, per cui non è stata richiesta una verifica strutturale nei tempi previsti per legge e di cui l'Amministrazione non può che sentirsi responsabile”. E ancora: “La situazione si è verificata a causa di un momento di transizione dirigenziale che ha fatto slittare i termini previsti per la valutazione del caso specifico”. Cosa risponderà ora? O meglio, cosa avrebbe dovuto rispondere?
In allegato la segnalazione di Legambiente
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