4 giugno 2021

Il Vescovo in Cattedrale per il Corpus Domini: «Nell’Eucaristia non solo una memoria ma una presenza e una promessa»

«Non sei lontano dal regno di Dio: questo avremmo detto con la processione, in mezzo alla gente, alle case, alla vita della nostra città e del nostro mondo» ha evidenziato il vescovo Antonio Napolioni, che nella serata di giovedì 3 giugno a Cremona ha presieduto la solenne celebrazione eucaristica del Corpus Domini.

La Messa è stata concelebrata da diversi parroci della città, il vescovo emerito Dante Lafranconi e il vicario generale don Massimo Calvi. Sono state invitate in modo particolare a partecipare le comunità delle parrocchie della Zona pastorale terza ma tutta la diocesi ha potuto unirsi in preghiera anche grazie alla trasmissione in diretta  streaming sul sito web e sui canali social ufficiali della diocesi.

Nell’omelia il vescovo Antonio è partito dalla richiesta “ricordati di me” che San Paolo rivolge al suo amico e collaboratore Timoteo: «Ma Gesù – si è interrogato – aveva proprio bisogno di farsi ricordare come quei potenti della terra che per evitare ogni dubbio scolpiscono per tempo nel marmo il loro nome, i loro simboli ed erigono statue? Gesù ha scelto di farsi ricordare nascondendosi in ciò che è più umile e semplice, coinvolgendoci nel suo stesso gesto d’amore: fate questo in memoria di me. Il gesto eucaristico diventa la sfida alla Chiesa e a tutti i suoi membri perché la Salvezza che il Signore ci ha dato con la sua morte in croce si diffonda, si rinnovi e si avvicini così il suo Regno».

Quindi la riflessione del vescovo si è incentrata sul dialogo che Gesù svolge con lo scriba riguardo la ricerca dell’essenziale; un dialogo che mantiene anche per questo nostro tempo un valore di forte attualità: «Anche noi – ha infatti riflettuto monsignor Napolioni – viviamo un tempo nel quale rischiamo di essere disorientati e ci chiediamo che cosa è essenziale? “Ama il prossimo tuo come te stesso per quanto il tuo cuore è stato rinnovato dall’amore di Dio, tra la consegna di te stesso a un amore più grande, lasciati amare e imparerai ad amare”». Un amore che non è un obbligo o uno scrupolo di coscienza, ma «un dinamismo, una pedagogia, un’esperienza» che unisce gli uomini al Cielo.

«Questo dice Gesù stesso attraverso la Chiesa al mondo – ha dunque proseguito il vescovo -: non sei lontano dal Regno di Dio, perché il Regno di Dio ti viene incontro, non è opera delle nostre volontà e dei nostri sforzi ma è il frutto di un incontro, di un appuntamento con il Signore, un po’ ce lo portiamo nel desiderio ma molto di più egli ci stupisce con la sua creatività e fantasia».

A conclusione della sua riflessione il vescovo Antonio ha voluto sottolineare l’importanza della presenza del Signore attraverso la Sua vera presenza nell’Eucarestia: «Questo è il tempo in cui questo passaggio è potente, è nascosto, è capillare e fedele: per questo abbiamo detto e cantato nel Salmo “fammi conoscere Signore le tue vie”, dammi Tu le coordinate dell’appuntamento quotidiano con Te nei fratelli e nella realtà e sarà una memoria continua di Te la nostra vita. Non solo una memoria ma una presenza e una promessa che si compie ogni giorno di più fino all’eternità beata».

Una presenza che si è fatta sensibile nel profondo e denso silenzio che ha avvolto la Cattedrale nel silenzio della adorazione eucaristica. Anche quest’anno, infatti, al termine della Messa, non si è svolta la tradizionale processione con il Santissimo Sacramento portato solennemente da Vescovo, accompagnato dal clero e dai fedeli, per le strade del centro cittadino, ma dopo le comunioni c’è stato un momento di preghiera silenziosa alternata a momenti guidati con testi e canti.

A conclusione, dopo le litanie eucaristiche e il solenne canto del “Tantum ergo”, il Vescovo ha concluso la serata impartendo la benedizione con il Santissimo Sacramento.

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