In attesa della notte di San Lorenzo, una carrellata di notizie astronomiche, storiche, mitologiche e religiose per arrivare alle tradizioni popolari locali legate alle stelle cadenti
E’ tutto pronto in terra di Po per uno dei momenti più attesi dell’estate: la speciale magica notte di San Lorenzo del 10 agosto. Dal fiume alla campagna, dalle città ai paesi, i prossimi saranno decisamente giorni in cui stare col “naso all’insù” per ammirare, ancora una volta, lo spettacolo del firmamento. Il cielo estivo d'agosto ci regalerà, e ci sta già regalando tanti momenti magici, e tra questi ci sarà un plenilunio davvero spettacolare con la Luna dello Storione che non sarà una Superluna, ma avrà comunque molte caratteristiche per essere ammirata, in silenzio. La Luna raggiungerà la fase di piena sabato, 9 agosto, alle 7,55 GMT (9,55 ora italiana). Come fanno sapere dall'Uai, lUnione astrofili italiani, questo sarà il momento in cui tecnicamente il nostro satellite raggiungerà una luminosità del 100%, anche se ovviamente a quell'ora sarà impossibile osservare il nostro satellite naturale, perché sarà "cancellato" dalla luce solare.
Ma non dobbiamo comunque preoccuparci perché a noi che lo osserviamo dalla Terra, il satellite apparirà completamente illuminato anche la sera precedente e quella successiva all'evento. Sarà quindi possibile ammirarla a occhio nudo, anche nella notte tra venerdì 8 e sabato 9, e in quella successiva tra il 9 e il 10 agosto. Non sarà una Superluna dello Storione, visto che il nostro satellite raggiungerà la fase di piena quando si troverà a una distanza di 382.533 km dal perielio, ovvero troppo distante da noi per potersi fregiare del termine di "Superluna" in base alle teorie di Nolle ed Espenak. Se da un lato la Luna mancherà (seppur di poco) i requisiti previsti dai due studiosi, dall'altro ci offrirà molte caratteristiche che la renderanno speciale. Quest'anno si troverà infatti accanto a un allineamento mattutino di Saturno, Venere e Giove, rendendo la vista ancora più spettacolare.
A rendere ancora più speciale l'evento ci sono poi i tanti nomi con cui il plenilunio estivo è conosciuto nel mondo. Il più noto è appunto quello di Luna piena dello Storione le cui origini sono ancora una volta da attribuire ai nativi americani, in particolare alle tribù dei Grandi Laghi, che in questo periodo dell'anno potevano beneficiare dell'abbondanza di questi grossi pesci d'acqua dolce. I popoli nativi americani vedevano in questa luna il culmine del periodo del raccolto, un tempo in cui la natura offriva i suoi frutti maturi. Era anche il momento ideale per raccogliere le erbe medicinali, ritenute più potenti sotto la luce della luna piena. Per i Celti, il plenilunio di agosto segnava la fine dell’estate e l’inizio del lento passaggio verso l’autunno. In questo periodo si celebrava la festa di Lughnasadh, dedicata al dio Lug, portatore di creatività, energia vitale e prosperità. Era un’occasione per ringraziare la terra per i doni ricevuti e riflettere sul ciclo delle stagioni. Per altre comunità questa era la Luna Rossa (Red Moon), in quanto, permanendo più a lungo nelle fasce basse dell’atmosfera, assume quel colore rossastro. Altri la chiamavano Luna del Mais Verde (Green Corn Moon) o Luna del Grano (Grain Moon), Luna dei Frutti, Luna delle Bacche Nere e Luna di quando tutte le cose maturano.
Lo spettacolo offerto dal disco lunare completamente illuminato avrà, quest’anno, un prezzo da pagare. A breve distanza dal plenilunio infatti, le mitiche Perseidi raggiungeranno il loro picco. Ogni anno questo sciame meteorico genera molta attesa negli appassionati di fenomeni celesti, poiché (con uno ZHR di 100 meteore/ora) rappresenta in assoluto la pioggia di stelle cadenti più prolifera dell'anno. Quest'anno lo sciame, ribattezzato Lacrime di San Lorenzo, raggiungerà il picco nella notte tra l'11 e il 12 agosto, ovvero quando il nostro satellite sarà una Gibbosa calante ancora molto (o per meglio dire troppo) illuminata per consentire di individuare un gran numero di fiammate nel firmamento. Ci sono comunque buone notizie: la prima è che potrete comunque ammirare le Lacrime di San Lorenzo più brillanti nelle ore che precedono l'alba, quando il bagliore lunare si affievolirà, e la seconda è che le Perseidi saranno osservabili fino al 24 agosto, offrendo così molte occasioni per alzare gli occhi al cielo nella speranza di trovare qualche puntino luminoso a cui affidare i propri desideri, anche nelle notti in cui la Luna avrà perso bagliore.
Il giorno comunque più atteso resta senza dubbio quello di San Lorenzo, che quest’anno cade in domenica (10 agosto). San Lorenzo in diocesi di Cremona è patrono ad Arzago d’Adda, Misano Gera d’Adda, Crotta d’Adda, Genivolta, Pozzaglio, Quistro, San Lorenzo Aroldo, San Lorenzo dè Picenardi, Fossacaprara; in diocesi di Crema lo è invece di Azzano. La notte del 10 agosto è, da sempre, considerata una delle più affascinanti e romantiche dell’anno con l’incanto delle sue stelle più luminose, lo sciame meteorico delle Perseidi. Il fenomeno è noto in Italia come “la notte di San Lorenzo” mentre in Grecia viene religiosamente associato alla Trasfigurazione del Signore che cade il 6 agosto. Anche anticamente la notte di San Lorenzo era legata alle divinità, mentre in epoca romana si riteneva che lo sciame di meteoriti fosse una propizia pioggia di sperma del dio Inuo-Priapo che, con questo gesto, fecondava i campi. In epoca cristiana avvenne la transizione a favore del santo, forse a causa del nome assonante a quello di Acca Larenzia, controparte femminile di Priapo, che si festeggiava il 10 agosto.
L’apparizione di una stella cadente, che oggi ha un significato positivo, un tempo era negativa nella cultura popolare. Nell’antichità infatti le apparizioni di meteore, così come quelle di comete e di altri fenomeni astronomici come le eclissi, erano considerate segni infausti in quanto alteravano l’equilibrio del cielo e quindi del ciclo naturale del mondo. Le mitologie orientali così come quelle greche e latine interpretavano le stelle cadenti, in realtà un fenomeno astronomico ricorrente e facilmente ora prevedibile dalla scienza, come lacrime di divinità che piangevano a causa di calamità già avvenute o annunciate. Secondo l’astrologia cinese, che ha registrato le apparizioni di stelle cadenti e comete fin dal sesto secolo avanti Cristo, a temere il peggio in questi casi dovevano essere i governanti perchè spesso le lacrime di fuoco comparivano in cielo in occasione di crisi di governo, battaglie o assedi. Anche nel Mediterraneo anticamente si credeva in superstizioni simili. In alcune cronache si riferisce che tra l’ottobre e il novembre del 902 dopo Cristo la Sicilia e la Calabria furono invase dai Saraceni in coincidenza con un’abbondante pioggia di stelle cadenti, uno sciame di Leonidi, visibile ogni anno a novembre. La notte di San Lorenzo è quindi legata dunque a queste credenze antiche e affascinanti: secondo la leggenda le stelle cadenti rappresentano le lacrime di San Lorenzo, martirizzato sui carboni ardenti proprio il 10 agosto del 258.
San Lorenzo era un giovane sacerdote originario della Spagna. Nato in Aragona intorno al 220, passò la giovinezza a Saragozza dove studiò teologia e qui conobbe il futuro papa Sisto II. In seguito Lorenzo lascò la Spagna per trasferirsi a Roma, dove fu eletto arcidiacono ma nel 258 l’imperatore Valeriano diffuse un ordinanza in cui tutti i vescovi e diaconi dovevano essere giustiziati. Si racconta che il 6 agosto fu ucciso Papa Sisto II mentre il diacono Lorenzo fu arrostito vivo su una graticola di ferro il 10 agosto del 258 dopo Cristo. Da allora, ogni anno, le sue lacrime infuocate continuano a diffondersi nel cielo come scintille a ricordo del sacrificio del Santo delle stelle. Anche il grande poeta Giovanni Pascoli, nella sua famosa poesia X Agosto, ha consolidato questa credenza popolare associandola all’uccisione del padre Ruggero, avvenuta la notte del 10 agosto 1867. Da una parte, dunque, la leggenda, e dall’altr un fenomeno astronomico reale, quello delle Perseidi, uno sciame meteorico originato dai detriti della cometa Swift-Tuttle. Il loro nome deriva dal punto del cielo da cui sembrano provenire, la costellazione di Perseo. Quando la Terra attraversa la scia lasciata dalla cometa, le particelle di polvere si incendiano entrando nell’atmosfera, creando le scie luminose che si osservano nelle notti estive. Nel Mediterraneo, la notte di San Lorenzo è da secoli occasione di riti e veglie sotto le stelle.
In campagna, si lasciavano secchi d’acqua all’aperto: al mattino, quell’acqua era ritenuta benedetta e usata come rimedio protettivo contro malattie e sfortuna. In molte comunità rurali, si credeva invece che il santo camminasse nei campi per vegliare sul raccolto, e che osservare le stelle cadenti portasse fortuna in amore e nei matrimoni imminenti. Secondo una tradizione emiliana, per propiziarsi la buona sorte occorre entrare e uscire dal mare sette volte durante la notte di San Lorenzo. In Italia era consuetudine accompagnare il gesto di esprimere un desiderio con una breve filastrocca: «Stella, mia bella stella, desidero che…», che, secondo la tradizione, avrebbe reso l’incanto ancora più efficace. In Lorena, regione nel nord est della Francia, si diceva che il santo potesse guarire il mal di denti; i marinai, invece, vedevano nelle stelle cadenti un simbolo di buon auspicio: avrebbero fatto ritorno a casa sani e salvi. Anche nell’antica Grecia le stelle cadenti avevano un significato divino: si credeva fossero le scintille del Carro di Fetonte. Oppure a Sparta, dove erano considerate un segno celeste per giudicare i re. Anche nell’antica Roma il 10 agosto era dedicato al dio Priapo, divinità della fertilità.
Le stelle cadenti erano presagio di abbondanza e prosperità per i campi. Per osservare al meglio le Perseidi è fondamentale allontanarsi dall’inquinamento luminoso, scegliere luoghi bui e avere pazienza fino all’alba (gli spiaggioni del Grande fiume possono essere uno dei luoghi ideali), quando il radiante è più alto. Anche se la tradizione fissa la notte del 10 agosto, lo sciame è visibile per diverse notti e offre spettacoli altrettanto suggestivi. Non a caso, il termine “desiderio” deriva dal latino de-sidera, dove sidera significa “stelle”. In origine indicava il sentimento di mancanza o attesa di un segno favorevole dagli astri, come quando una stella spariva dall’orizzonte. Con il tempo, questa immagine del cielo che si osserva in attesa di un presagio è diventata il senso moderno di desiderare qualcosa con intensità. Sotto il cielo limpido, tra le terre di Po e le campagne della Pianura Padana, la memoria di San Lorenzo sopravvive dunque nel bagliore di una scia luminosa.
Ancora oggi, resta un momento condiviso: una notte in cui alzare gli occhi al cielo per affidargli un desiderio. Tra le iniziative che si tengono per l’occasione, in terra di Po, infine, ecco che a Polesine Zibello nell’ambito della rassegna “Un Po d’Estate”, sabato sera, 9 agosto, si terrà l’evento “Aspettando che cadano le stelle”. La serata, organizzata dia ragazzi del paese, prenderà il via alle 21, in piazza Angelo Balestrieri, nel centro del paese, con la musica stellare di Leonardo Pontremoli. Quindi, alle 22, nel bosco del Grande fiume, tutti con il naso all’insù, fra stelle e gastronomia. Alle 22,15 si parlerà di astronomia guardando il cielo con Emanuele Fior. Quindi, dopo un momento di confronto tra i ragazzi, spazio all’anguria per tutti. A Colorno, invece, domenica 10 agosto, alle 21, è in programma una visita guidata al piano nobile della Reggia e al settecentesco Osservatorio Astronomico del Duca Ferdinando di Borbone. Prenotazione diretta scrivendo a reggiadicolorno@provincia.parma.it. Infine, per gli amanti dell’arte, doveroso ricordare il celebre “Martirio di San Lorenzo”, olio su tela di del cremonese Antonio Campi, conservato nella chiesa di San Paolo Converso a Milano.
Eremita del Po
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