12 gennaio 2022

Inquinamento lungo il Canale, tante denunce dai cittadini. Gli enti sapevano dal 2013 ma il caso scoppia solo con l'autodenuncia di un mese fa

Il tema è quello posto recentemente in un suo editoriale (qui l’intervento) da Marco Pezzoni, referente del Coordinamento Stati generali Clima, Salute e Ambiente: “Ma non è l’ARPA che dovrebbe intervenire a tutela dell’ambiente? Non è l’ATS che dovrebbe preoccuparsi dei rischi per la salute? Non è il Sindaco della città autorità sanitaria? Non è l’Amministrazione comunale nelle varie articolazioni – Giunta, assessori, consiglio comunale, commissioni comunali - a dover dare garanzie ai cittadini e ad utilizzare gli strumenti più adeguati per la conoscenza, la prevenzione e il controllo delle fonti di inquinamento?”, si chiede l'ex parlamentare.

Pezzoni parla del nuovo capitolo dell’inquinamento Tamoil, ma il ragionamento è applicabile anche al caso della Vernisol, sollevato ieri da Cremona Sera (qui l’articolo).

Perché se è vero che si è appreso dell’inquinamento grazie all’autodenuncia presentata dall’azienda il 13 dicembre 2021, è altrettanto vero che del grave inquinamento nell’area industriale lungo il Canale Navigabile si hanno informazioni più che attendibili almeno dal 2013. Ci sono voluti dunque quasi dieci anni e l’autodenuncia dell’azienda prima che si appurasse la primaria causa di un inquinamento molto più esteso e risalente negli anni. Eppure, almeno dal 2017 al corrente della grave situazione erano stati messi il Comune di Cremona, la Prefettura, la Provincia di Cremona, Arpa Lombardia, l’ATS Valpadana, il direttore del Dipartimento Prevenzione Medica della Regione Lombardia (e per conoscenza l’assessore regionale all’Ambiente, Claudia Terzi). Non ultimo, per conoscenza, era stato informato anche il Ministero dell’Ambiente.

LE CARTE - L’informativa è datata 27 settembre 2017, è lunga e dettagliata ed è stata stilata dal Comitato di Quartiere 3 (Cavatigozzi - Picenengo - S. Predengo). E’ sufficiente leggere l’atto per rendersi conto dell’entità del problema segnalato a tutti i livelli. L’oggetto riassume bene tutto: “Richiesta di intervento per supero livelli di legge e di guardia nelle acque sotterranee nel Comune di Cremona”.

Scrive il Comitato nel 2017: “Con la presente siamo a porre alla Vostra attenzione alcune situazioni di superamento della Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) stabilite dal D.lgs 152/2006 per le acque sotterranee in alcune zone del nostro quartiere (nello specifico a Cavatigozzi) nel Comune di Cremona, nello specifico nell'area industriale posta nei pressi del Canale Navigabile Po-Cremona-Milano”.

Chiediamo - annota ancora il Comitato - che tale contaminazione venga posta sotto la lente dagli enti in indirizzo istituendo, al caso, un tavolo tecnico permanente che valuti e monitori costantemente la situazione nel rispetto di quanto previsto dal titolo V Bonifica di siti contaminati”.

Nelle pagine che seguono il Comitato riporta con dovizia di particolari gli esiti di alcune indagini effettuate in quelle aree lungo il canale. Ne emerge la presenza di tetracloroetilene, un “alogenuro organico, usato principalmente come solvente nelle lavanderie a secco e per lo sgrassaggio dei metalli, nell'industria chimica e farmaceutica, nell'uso domestico”. Tale sostanza, ricorda il Comitato nella lettera del 2017, “è stata classificata dallo IARC (International Agency for Research on Cancer) nel gruppo 2A (probabile cancerogeno per l’uomo). La persistente presenza e l'andamento aleatorio dei livelli del tetracloroetilene paiono dimostrare, ragionevolmente, che la fonte inquinante sia ancora attiva”.

Ma attenzione, non è tutto. Annota ancora il Comitato di quartiere: “Del supero del livello si era già a conoscenza tanto che la Provincia di Cremona, il 25 ottobre 2013, avviò delle indagini per l'individuazione del responsabile di tale contaminazione senza giungere, però, a risultati concreti. Da allora i livelli sono aumentati tanto è vero che i livelli di guardia di tipo 1, calcolati considerando i valori riscontrati in passato, stanno crescendo passando, a seconda del piezometro di prelievo, dai 6,7 e 5,49 μg/l del 2016 ai 9,52 e 33,27 μg/l del 2017. Tali livelli si avvicinano e superano i limiti massimi previsti per le acque destinate al consumo umano”.

Tirando qualche prima somma: della presenza di tetracloroetilene in quest’area di Cremona gli enti locali erano a conoscenza dal 2013 (presidenza Salini). Da quell’anno sono state avviate alcune indagini a cura della Provincia, ma nel frattempo la concentrazione dell’inquinante cancerogeno è salita. Nel 2017 il Comitato di quartiere segnala la vicenda nel dettaglio a una sfilza di enti, dal Comune alla Regione, dalla Provincia al Ministero, passando per ARPA, Ats e Prefettura. Tutti questi enti hanno il quadro della situazione ma, salvo qualche indagine, nulla viene fatto in concreto per mettere in sicurezza l’area e non si riesce nemmeno a risalire a quello che potremmo definire “l’epicentro” dell’inquinamento.

Nota a margine, il Comitato stesso, nella sua segnalazione del 2017, precisa che “Tutti i documenti citati sono stati ottenuti dal Comitato di Quartiere tramite richiesta di accesso agli atti inviata a Provincia di Cremona”.

Conclude il Comitato: “Certi di un Vostro interessamento finalizzato alla rapida individuazione della/e fonte/i inquinante/i, al momento ignota/e, e, successivamente, al celere intervento di bonifica dei siti contaminati, rimaniamo a disposizione ed inviamo distinti saluti". 

Rapida individuazione e bonifica. Siamo nel 2017, ma l’epicentro dell’inquinamento viene individuato solo in questi giorni a seguito dell’autodenuncia di Vernisol Spa datata 13 dicembre 2021, portata all’attenzione dell’opinione pubblica da questo giornale.

L’inchiesta di Cremona Sera prosegue con altri particolari e altri documenti.

Federico Centenari


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commenti


anna lucia maramotti

12 gennaio 2022 18:32

Continuo a sostenere che l'unica arma contro ogni nefandezza è l'informazione libera che rende consapevoli i cittadini e ne aumenta la responsabilità. Purtroppo, la via della democrazia comporta tempi lunghi e non sappiamo quanto tempo rimanga ancora al nostro territorio così martoriato. Si spera solo che le coscienze si sveglino, non dal "sonno dogmatico" di illuministica memoria, ma dall'apatia che è ancor peggiore perché volutamente ignora che la ragione è guida alla vita sociale