Lettere bianche su sfondo nero, il segno del lutto. Dopo i due sotto le vetrine della libreria Ponchielli ('La storia non ci sta insegnando niente') e in via Platina ('Soldato rinuncia! Senza di te non ci sarebbe conflitto'), in giro per Cremona sono spuntati tre striscioni nuovi contro la guerra in Ucraina. Uno in via Bordigallo, sulla facciata del negozio Disc Jockey 70 ('Il silenzio del cielo fa benissimo a meno del fischio dei nostri missili'), due in via Bonomelli, dal balcone del Civico 81: 'Pace' e 'Quando muore anche solo un bambino si spengono tutti i colori'. I cartelli, ricavati su un tessuto compatto e disegnati con la vernice acrilica, sono simili. Chi c'è dietro questa protesta spontanea che sta facendo discutere e che nei prossimi giorni si estenderà ad altre strade e altri edifici? Basta una breve ricerca per svelare il piccolo 'giallo': la mano, la fantasia e anche l'indignazione sono quelle di Michele Di Maria, 34 anni, artista, di professione educatore, fondatore di Trepunti. Nata nel 2016, l'associazione culturale propone incontri, laboratori, mostre ed esposizioni dedicate ai grandi temi dell'arte contemporanea.
Il primo striscione è stato affisso da Di Maria qualche giorno fa di fronte a via Palio dell'Oca”, “praticamente vicino a casa mia”. Poi è toccato agli altri, compreso quello in piazza Zaccaria Sant'Antonio Maria Zaccaria (“Ho accolto questa idea”, dice Franca, della libreria Ponchielli). “A parte quella, forse un po' scontata, sulla storia cattiva maestra, le frasi sono mie”, spiega l'autore, che ha anche studiato fotografia.
In passato ha messo in scena performance artistiche in Galleria e organizzato una sorta di cineforum in un orto in centro. “Venivano proiettati film rari, ognuno di noi arrivava con la sua seggiola”, ricorda con emozione uno spettatore. Poi la Russia ha invaso l'Ucraina. “Mi sono detto: perché non dare il mio contributo? - riprende Di Maria -. Facendo l'artista, un modo che ho per esprimermi è quello degli striscioni. Ho pensato di spargerli per la città. Li disegno in base alle suggestioni che mi vengono di volta in volta e a ciò che succede in Ucraina. Ho scelto questa forma e non quelle sul web per evitare di sovraccaricarlo e perché i messaggi in rete hanno una vita brevissima”.
Si presenta, chiede il permesso ai 'padroni di casa' e affida ai muri di Cremona la sua indignazione, la sua rabbia, la sua tristezza. “Come guardo alla guerra in Ucraina? Ci chiama in causa di più perché è interessata l'Europa. Non mi sento di schierarmi né da una parte né dall'altra, è molto difficile entrare nello specifico con un'opinione limpida. Diciamo così: sono a sfavore della guerra. Sono antimilitarista, i miei striscioni cercano di non avere un riferimento particolare a questo conflitto in corso ma a tutti, come Palestina, Siria, Turchia, Kurdistan”. L'artista pacifista non ha intenzione di fermarsi. “Sto producendo altri manifesti. Chiederò a due istituti scolastici se potrò coinvolgerli e lo stesso farò con un negozio di fiori”. Un negozio di fiori? “Sì, mi piacerebbe srotolare un mio cartello nero anche lì”. La frase, pensata dopo aver letto di una spiaggia in Ucraina disseminata di esplosivo, è già pronta: 'Il terreno ha bisogno di semi e radici e fa a meno delle mine'.
commenti
Valeria Margaroli
19 marzo 2022 20:52
Bravo Michele! Pensieri da condividere