13 marzo 2024

L’Oxford University Orchestra entusiasma il Ponchielli nella data cremonese del tour italiano. Folti applausi per la grande compagine universitaria considerata la migliore in Europa

Serata dedicata al repertorio sinfonico quella andata in scena al Teatro Ponchielli in questo nuovo appuntamento con la stagione concertistica. Alla ribalta la Oxford University Orchestra, una delle migliori orchestre universitarie d’Europa. Ad aprire il programma una composizione inedita, in prima esecuzione mondiale: Sŏlum, commissionata dall’Orchestra dell’Università di Oxford per questa tournée a Giulia Monducci. Un grande intreccio di dissonanze ha tessuto un brano ricco di significato nato da una suggestione sul tema del cambiamento climatico, del cibo e del profitto. 

Un passo indietro di poco più di un secolo ci porta alle armonie di Pëtr Il’ič Čajkovskij con Ouverture-Fantasia in si minore da “Romeo e Giulietta”. A chiudere la prima parte del concerto una composizione di rarissima esecuzione nei repertori orchestrali: la Sinfonia n.2 di Ruth Gipps. La compagine britannica ha mostrato una buona tenuta oltre a far trasparire entusiasmo e serenità da tutti i pori. Sensazione che ha avuto conferma nell’ottima esecuzione della monumentale Sinfonia n.2 di Johannes Brahms. La direttrice ospite Cayenna Ponchione-Bailey ha tenuto ben salde le redini del grande ensemble senza “stressare” gli strumentisti ma mettendoli nelle condizioni di dare il meglio. E così è stato. Bene le sezioni di fiati, che hanno mostrato minuziosa attenzione per l’articolazione dei suoni e pulizia negli attacchi. Ottimo anche il comparto delle percussioni. Davvero di eccellente livello degli archi, che bagna il naso a molte orchestre professionistiche udite anche su questo stesso palcoscenico, mostrando un suono denso, ricco, scolpito nei passaggi più agili e colmo di armonici nei grandi legati. Tanta l’attenzione anche verso i piani sonori, tale da rendere questo concerto un vero e proprio appuntamento di livello nella stagione concertistica cittadina. Generosi gli applausi tributati dal pubblico, ricambiati con un bis, il bellissimo Intermezzo dalla Fedora di Giordano. L’Oxford University Orchestra è l’Ensemble di punta della Oxford University Music Society, che conta ben 5 orchestre classiche. Una sinfonica “A”, quella in concerto sul palco cremonese, una omologa “B”, un’ensemble da camera professionale e due orchestre amatoriali. Solo ad Oxford. Tutto ció lascia a bocca aperta. Basti pensare che i membri di questa “prima” orchestra non sono neppure tutti del dipartimento di Musica. Benché selezionati con rigorose audizioni (e si sente), molti degli strumentisti in organico appartengono ad altri dipartimenti come Medicina, Storia e altre facoltà umanistiche e scientifiche. Una grande lezione, quella ricevuta da questi talentuosi musicisti che hanno portato a Cremona un’esecuzione di elevata qualità. Una realtà che dovrebbe farci riflettere a lungo sulla nostra città e gridare, a guisa di Gene Wilder nei panni del dottor Frederick von Frankenstein nella pellicola di Mel Brooks: “Si-può-fare!”

foto Gianpaolo Guarneri/Studio B12

Loris Braga


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