4 novembre 2021

La cardiologia di Cremona fa scuola. Caso studio pubblicato sul New England Journal of Medicine

Nei mesi scorsi, presso l’Ospedale di Cremona è stato scoperto un rarissimo difetto cardiaco in una paziente di 64 anni. La donna, che da giorni soffriva di dolori acuti al petto, presentava un’anomalia unica: il suo cuore, infatti, non era perfuso da due arterie coronariche come usualmente accade, ma era irrorato da una sola arteria che circondava tutto il cuore.

 La rarità della malformazione, unita all'efficienza ed alla professionalità dell’équipe dell’Ospedale di Cremona che ha osservato il caso, ha fatto sì che l’evento venisse riportato sul New England Journal of Medicine, la più importante pubblicazione di medicina generale al mondo, nonché la più antica: viene infatti stampata senza interruzioni da più di due secoli.

 «Pubblicare un articolo su una rivista di questa levatura è un’occasione a dir poco unica», afferma Gian Battista Danzi (Direttore Cardiologia, Ospedale Cremona), «e il fatto che il nostro Ospedale vi compaia è la prova della solerzia della nostra Azienda Socio-Sanitaria». 

 «In quarant’anni di carriera non ho mai visto tale tipo di anomalia» prosegue Danzi. «Facile comprendere perché: le malformazioni sono abbastanza comuni, in un anno ne incontriamo una mezza decina nel nostro ospedale, ma l’incidenza di una singola arteria coronaria è dello 0,024% nella popolazione generale».

 «Quando la paziente si è presentata in ospedale manifestava forti dolori cardiaci, sia da sforzo che a riposo. Durante una coronarografia - un esame diagnostico di routine che grazie all'impiego di un mezzo di contrasto e dei raggi X consente di studiare il flusso sanguigno all'interno delle coronarie - abbiamo notato l’anomalia. Si è trattato sostanzialmente di una casualità, della quale nessuno poteva sospettare; questa costituzione anormale delle arterie coronariche in effetti non comporta alcun sintomo nel quotidiano, e non c’era ragione per cui la paziente dovesse aver intuito qualcosa», spiega Danzi.

 I problemi insorgono invece nel caso in cui si sovrappongano delle patologie: «la paziente aveva sviluppato una stenosi coronarica, un restringimento dell’arteria che impedisce il normale passaggio del sangue. È facilmente intuibile come un restringimento severo di una singola arteria metta a rischio la perfusione di tutto il cuore, a differenza di quanto avviene normalmente in presenza di due arterie coronariche. Di fatto la stenosi di una arteria singola determinava una minaccia per la vita della paziente», chiarisce Danzi. 

Anche il trattamento della stenosi tramite l’inserimento di uno stent - un piccolo tubo di rete metallica che può essere introdotto negli organi cavi come i vasi sanguigni per sostenerli allargandosi - è stato reso più delicato dalla anomalia ed ha costretto l’équipe medica ad «agire con più cautela e precisione rispetto a quanto normalmente richiesto in una simile operazione», asserisce il Dottore.

L’operazione è stata un successo nonostante la delicata situazione anatomica: «la paziente è in ottima forma. A distanza di un anno dall’operazione è totalmente asintomatica. «Non ci sono attività che la signora non può fare. La sua condizione, però, impone di prestare particolare attenzione alla prevenzione, con un’alimentazione sana e uno stile di vita attivo, al fine di mantenere livelli adeguati di colesterolo e pressione. Come del resto per tutti i pazienti coronaropatici, a ogni piccolo segnale di allarme, è importante eseguire tempestivamente gli esami di controllo», conclude Danzi. 

 
In allegato le foto di:
- Gian Battista Danzi, Direttore Cardiologia di Cremona
- un medico in sala emodinamica
- l'equipe di Cardiologia: da sinistra, l'infermiera Alice Madoglio, il Direttore Gian Battista Danzi, i medici Alfredo Spotti, Marco Loffi, Ilaria Dolara, Paolo Pedroni, Agnese Aimo, Enrico Passamonti e Gianluca D'Amato


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