La lunga agonia di Corso Garibaldi: da via dello shopping all'attuale desertificazione commerciale. Almeno una ventina i negozi vuoti
“Avvisiamo la gentile clientela che ci potrà trovare presso i nostri negozi di Piacenza e Crema”. Il cartello, affisso da stamattina su quelle che fino a ieri erano vetrine e oggi sono solo vetrate, chiude anche formalmente i 60 anni del punto vendita Luisa Spagnoli a Cremona. La chiusura dello storico negozio di abbigliamento è, purtroppo, solo l’ultima in ordine di tempo in corso Garibaldi, dalla fine di corso Campi fino a Sant’Agata, in quella che è (era) una delle vie dello shopping cremonese.
Insieme a corso Campi, un tempo corso Garibaldi rappresentava una delle principali arterie commerciali locali, con attività di tutti i tipi, ma anche bar, pizzerie e locali. Si pensi ad esempio alla discoteca “Playboy” che negli anni Ottanta - inizi anni Novanta - animava la galleria Kennedy, galleria oggi desolata e pressoché priva di attività commerciali.
Da anni il declino del corso è inarrestabile: almeno una ventina i negozi chiusi solo nel primo tratto, dalla fine di corso Campi a Sant’Agata. Le foto scattate questa mattina, giorno di mercato e con il centro storico affollato, dicono più di tante parole su quella che un tempo era la "via Principalis" di formazione medievale o anche "Contrada del Corso" (da via Palestro fino al Cittanova).
Occhi di bottega vuoti, cartelli con la scritta “affittasi”, fogli di giornale alle vetrate. Quella che un tempo era una piacevole camminata è oggi una triste traversata nella desertificazione commerciale, se si fa eccezione per qualche attività che ancora, stoicamente, resiste. Negli ultimi tempi, per ricordare i casi più recenti, sull'angolo di via Milazzo sono rimasti sfitti il bar e il negozio che si occupava di riparazione di telefoni cellulari, mentre dalla parte opposta è chiuso il negozio Tim (trasferitosi in via Brescia). In fase di trasferimento anche la Parafarmacia Segrino, mentre rimane ancora sfitto il locale dell'ex forneria Pane e Amore (trasferita nel tratto subito dopo corso Campi).
Certo, qualche nuovo arrivo è previsto, come annunciano i cartelli affissi su alcune delle vetrate (Ecco Pohe e Shisha Bar), ma il bilancio tra aperture e chiusure resta in profondo rosso. E pensare, per restare ai cromatismi, che durante il suo primo mandato la giunta Galimberti proprio per rilanciare corso Garibaldi ha qui disegnato le famigerate onde blu. E’ chiaro che le cose non sono andate come si sperava.
Per carità, non certo solo per colpa delle scelte della giunta, se consideriamo l’attuale periodo storico nel suo complesso, ma è evidente che occorrono idee e uno sforzo complessivo per tentare di salvare questa importante arteria cittadina.
In alto, nei collage a scorrimento, corso Garibaldi questa mattina. Foto Gianpaolo Guarneri - Studio B12
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