La nostra provincia è l'hub del gas italiano (40% del totale). Si scavano nuovi pozzi nel cremasco. Si minimizza la definizione di zona sismica, ma la storia dice altro
La guerra in Ucraina e le sanzioni a Mosca con la crisi delle fornutire e la necessità di essere autonomi dal punto di vista energetico, hanno portato la nostra provincia a diventare l'hub dello stoccaggio del gas di tutta Italia. Qui si concentra il 40% dei depositi di gas di tutto il territorio nazionale. E non è finita perchè tra Sergnano e Ricengo esiste un progetto di 38 nuovi pozzi di stoccaggio.
I centri di stoccaggio di gas e olio in provincia di Cremona sono quelli della Stogit di Sergnano (38 pozzi), Ripalta Guerina (40 pozzi) di Stogit e di Bordolano (10 pozzi più 5 di Stogit ed Eni). Vicino a noi altri centri di stoccaggio sono a Cortemaggiore (Piacenza), 57 pozzi della Stogit e a Cornegliano Laudense (Lodi), 14 pozzi Italgas. L'ex consigliere regionale 5 Stelle Marco Degli Angeli qualche mese fa mandò una Pec a sindaci, presidente della provincia e alla Direzione generale di ambiente e clima di Regione Lombardia chiedendo notizie sull'intenzione di ampliare i depositi ma con scarsi risultati. Oltretutto, ricordiamolo ancora una volta, la storia (l'unica fonte per indicare la sismicità di una zona, sulla base degli eventi del passato) sottolinea come la nostra provincia abbia davvero una lunga storia di terremoti (Cremona, Crema, Soncino e Ticengo e tutta l'asta del Po) ed una elevata sismicità. Val la pena dunque spingere nella direzione di ampliare questi giacimenti sotterranei?
"Cosa conoscono i cittadini del progetto di nuovi di 38 nuovi pozzi per lo stoccaggio di gas tra Sergnano e Ricengo? Perché i comuni non hanno organizzato momenti di confronto pubblico? Perché gli enti locali nascondono la testa sotto la sabbia e fanno finta di nulla?". Se lo chiede ancora una volta Marco Degli Angeli dopo il primo incontro di questi giorni del comitato costituito da oltre 30 cittadini del cremasco, nato spontaneante nelle ultime settimane, che ha deciso di mettere in campo molte azioni.
La prossima settimana verrà organizzata a Sergnano una assemblea pubblica autoconvocata per sopperire al silenzio degli enti, e verrà depositata anche una interrogazione in parlamento europeo.
I partecipanti, tra i quali anche consiglieri comunali ed ex consiglieri del nostro territori stanno inoltre preparando una lettera al prefetto.
"C'è preoccupazione perché per anni verranno pesantemente trivellati suolo e timpani. Le case perderanno valore? Quale impatto sull'aria respirata quotidianamente avrà questo progetto? - dice Degli Angeli - Lo spurgo dei pozzi che verranno chiusi e sostituiti prevederà come a Bordolano fiamme controllate alte molti metri che bruceranno ad aria aperta per ore o giorni? Inoltre da anni si attende un monitoraggio delle matrici aria, acqua e suolo, che regione Lombardia aveva promesso ma che mai è stato fatto".
A introdurre la serata è stato Enrico Duranti, ex consigliere comunale di Sergnano che ha riassunto una relazione di oltre 40 pagine di osservazioni.
Nella documentazione progettuale presentata al ministero dall'azienda "ci sono gravi imprecisioni e lacune inspiegabili, e sono inoltre emerse importanti mancanze da parte del comune di Sergnano e sottovalutazione del problema anche da parte di Ricengo", afferma Enrico Duranti.
"Dalla relazione geologica presentata dalla Stogit sembra essere "scomparsa“ una sorgente sismogenetica e la conseguente valutazione del rischio di terremoti. Quindi secondo la società non esiste rischio sismico, ma non è vero. Perché non è stato utilizzato il database più aggiornato oggi disponibile? Dalla nuova piattaforma pubblica DISS si scopre infatti che, a differenza del passato, grazie a nuovi studi più approfonditi, a Sergnano è presente una sorgente sismogenetica composita che può scatenare terremoti fino a 6.8 di magnitudo e si trova tra i 6 e i 12 km di profondità. Ma non solo, poco più a sud, sul territorio di Pianengo, esiste altra sorgente composita. - afferma ancora Degli Angeli - La preoccupazione riguarda anche Ricengo, territorio coinvolto dal terremoto di Soncino nel 1802, e dove è presente una fonte sismica individuale importante. I cittadini vanno messi al corrente. Inoltre il cantiere dei nuovi pozzi insisterà su aree archeologiche di epoca romana note già dal 2017, dove sono già stati trovati nuovi reperti, che il comune ha inserito a dicembre ma che l'azienda ha dimenticato di inserire nel progetto inserendo il vecchio Pgt. È incredibile. Al momento i sindaci dei comuni cremaschi che ospiteranno i pozzi e quelli limitrofi non hanno presentato osservazioni, e ad oggi non sembra esserci intenzione da parte loro di convocare assemblee pubbliche per garantire la divulgazione alla cittadinanza. I partecipante all'incontro vogliono inoltre capire se la società proponente abbia o meno stipulato una fidejussione e di quale entità (qual'ora esistesse). La Stogit dovrà infatti garantire economicamente la copertura di eventuali danni considerato che si tratta di attività a rischio rilevante, altro aspetto che il comune di Sergnano si è "dimenticato" di indicare il Pgt recentemente aggiornato. Nei prossimi anni questa parte del territorio cremasco ospiterà un cantiere enorme e i punti di domanda superano le certezze, ed il silenzio delle istituzioni è sempre più imbarazzante".
Più volte Cremonasera si è occupata della questione: dalla Pec di Degli Angeli (leggi qui), al piano di stoccaggio (leggi qui) e alla rievocazione del grande incendio di Bordolano (leggi qui). Purtroppo dalle istituzioni non arrivano risposte.
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